LIGABUE - LOTTA DI GALLI 1956 OLIO SU FAESITE CM 85X95

Un doppio appuntamento tra aprile e ottobre. Sfondo dell’iniziativa il catanese Castello Ursino e la chiesa monumentale di San Francesco nel perugino, unite in questa occasione dall’intento straordinario di mettere in mostra la Follia della mente trasformata in Arte.

Arte e Follia. Un binomio apparentemente singolare. Non troppo in realtà se si pensa che proprio  la Follia viene da secoli raffigurata. Da una parte l’artista stesso che fa della propria alienazione un’opera d’arte, che riporta sulla tela, sulla carta, o tra le pieghe della creta, il proprio isolamento mentale e la propria sofferenza, come Antonio Ligabue appunto o lo stesso Vincent van Gogh, il quale nel celebre autoritratto raffigura se stesso con l’orecchio bendato.

Dall’altra pittori sani di mente che raffigurano la pazzia degli altri, follie mentali che non gli appartengono, suggellando così, volenti o nolenti, il fatto che la Follia è davvero materia artistica. Un esempio che valga per tutti quello di Théodore Gericualt, artista francese attivo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, che ritrae, raggiungendo alte vette stilistiche, persone affette da malattie psichiche richiuse nei manicomi londinesi.

Non solo l’arte figurativa però dà esempi di questa natura. Anche la letteratura, com’è noto, ne è piena. Da Torquato Tasso a Dino Campana.

Comunque sia la protagonista è in ogni caso l’Alterità. Emotiva, psicologica e fisica, poichè in alcuni casi diventa tale, lasciando segni inconfondibili sul volto di chi ne è vittima.

Occhi sgranati o persi che guardano il vuoto (o meglio ancora guardano ciò che a noi sembra il vuoto). Sguardi allucinati, spaventati da qualcosa che sfugge ai nostri occhi di ‘sani’, oppure riso che abbonda sulla bocca di coloro che di stolto non hanno davvero niente. Riso che anche in questo caso non riusciamo a comprendere del tutto e che pure qualcuno ha avuto il coraggio di raccontare, di trasformare appunto in oggetto d’arte.

Di questo parlano le due mostre “Museo della Follia” e “Arte e Follia” aperte al pubblico rispettivamente dal 22 e dal 18 aprile 2016. E lo fanno attraverso l’esperienza di due grandi artisti del Novecento. Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi. Ma non solo.

Il Museo della Follia di Catania infatti ospita anche opere di Cesare Inzerillo, oggetti ritrovati nei vecchi manicomi, libri che affrontano il tema della demenza, video sulla ‘Legge 180’ e tanto altro ancora.

Un percorso variegato che accompagna il visitatore attraverso le sei sezioni in cui la mostra è suddivisa e dove compaiono, oltre a quelle già citate, anche opere di importanti pittori e scultori dell’800 come Silvestro Lega, Antonio Mancini, Vincenzo Gemito o artisti contemporanei.

L’ultima sezione è quella dedicata a Ligabue e Ghizzardi con circa centoquaranta opere tra dipinti, disegni e sculture tra cui spiccano la Marilin (1968) del pittore lombardo e il famoso Leopardo di Ligabue del 1955.

Le due mostre “Museo della Follia” e “Arte e Follia”, realizzate rispettivamente a Catania e Gualdo Tadino, e organizzate da Augusto Agosta Tota, sono entrambe a cura di Vittorio Sgarbi.

«…Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Inzerillo dà la traccia, evoca inevitabilmente Sigmund Freud e Michel Foucault, e apre la strada a un inedito riconoscimento, a una poesia della follia che muove i giovani in questa impresa. Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli. Determinati, liberi, folli. Ed ecco il loro museo. [..] Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno. E quel sogno, con piena soddisfazione, oltre ogni tormento, rappresenta.». Così Sgarbi nel Comunicato Stampa della mostra catanese.

“Arte e Follia”, la mostra di Gualdo Tadino, nasce anch’essa sulla scia di quelle organizzate lo scorso anno a Mantova e Fontanellato al Labirinto di Franco Maria Ricci.

In questa rinnovata occasione sono esposte nella chiesa monumentale di San Francesco ottanta opere, ventisei di Ghizzardi e cinquantaquattro di Ligabue, i quali pur con linguaggi ed esperienze così diversi, possono essere considerati, come dice Agosta Tota, ‘maestri dell’anima’, capaci come sono entrambi di scavare nel profondo e raccontare ognuno a modo proprio, il mondo della follia.

Ben rappresentata questa vicinanza e nello stesso tempo la diversità nei due autoritratti in mostra: la tecnica mista del 1970 di Ghizzardi e l’Autoritratto con sciarpa rossa del 1956 di Ligabue: colori cupi contro colori accesi, in entrambi i casi colori alterati, irreali. Sulla pelle però le stesse tracce. Rughe nere che solcano la pelle, grigia o gialla che sia, ma che scavano in profondità, che lasciano il segno allo stesso identico modo.

MUSEO DELLA FOLLIA - Antonio Ligabue - Pietro Ghizzardi - Catania – Castello Ursino 22 aprile - 23 ottobre 2016

ORARIO - Da lunedì a venerdì 10:00 - 19:00; sabato, domenica e festivi 9:00 - 20:30 (la cassa chiude un’ora prima).

ARTE E FOLLIA Antonio Ligabue Pietro Ghizzardi