
- Scritto da Redazione
Un nuovo studio dell’Istituto di scienze marine del Cnr, uscito sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, documenta ad altissima risoluzione l’impronta delle attività dell’uomo in un ambiente spesso trascurato perché non visibile. L’innovativa mappatura svolta con strumenti geofisici potrà essere usata in altri ambienti a bassa profondità, come lagune e aree costiere. Rilevanti le strutture erosive create alla base di dighe e moli, che potrebbero mettere in pericolo le stesse infrastrutture.
Un nuovo studio dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) di Venezia, appena uscito sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, documenta l’impronta di molteplici attività dell’uomo sui fondali della Laguna di Venezia attraverso una mappatura svolta con strumenti geofisici ad altissima risoluzione. L’approccio, molto innovativo in ambienti a bassissima profondità, potrà essere usato in altre lagune e aree costiere del nostro pianeta per capire quanto siano pervasivi gli impatti delle attività antropiche.

- Scritto da Redazione
La delibera del Cda svoltosi oggi risponde al processo di riordino della rete scientifica e alla valorizzazione di un nuovo settore in crescita per investimenti (10 miliardi di euro per il prossimo Programma Quadro Ue 2021-2027), che in Europa garantisce circa 2.300 miliardi di euro annui e oltre 18 milioni di posti di lavoro (circa il 10% dell’occupazione e del fatturato) e in Italia quasi due milioni di posti e circa 330 miliardi di fatturato. Nel settore della bioeconomia l’Italia è la terza nazione in Europa e la seconda come presenza nei progetti di ricerca. “L’Istituto del Cnr riveste un’importanza strategica nazionale e internazionale, grazie a una massa critica di 195 persone e a competenze multidisciplinari all'avanguardia”, osserva il presidente Massimo Inguscio.
Il Consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche di oggi ha deliberato la nascita dell’Istituto di bioeconomia (Cnr-Ibe). La sede principale sarà a Firenze.

- Scritto da Redazione
Una ricerca dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), pubblicata recentemente su Chemical Science, fornisce un nuovo sistema modello per la produzione di materiali innovativi utilizzabili in svariati ambiti, dalla chimica verde ai processi industriali
Pubblicato su Chemical Science, un nuovo lavoro dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) fornisce un sistema modello per la produzione di materiali innovativi utilizzabili in diversi ambiti, dalla chimica verde ai processi industriali. È il campo della chimica di confinamento, con la quale si studia la possibilità di accelerare alcune reazioni tra elementi imprigionati tra due strati, un substrato metallico e una cosiddetta ‘coperta’.

- Scritto da Redazione
Un team di ricerca dell’Istituto per la tecnologia delle membrane del Cnr ha dimostrato per la prima volta che da rifiuti organici si può ottenere in un unico processo, metano come fonte di energia rinnovabile e anidride carbonica in forma pura per uso industriale ed alimentare. Lo studio è stato pubblicato su Energy & Environmental Science e la tecnologia oggi è già applicata in un impianto in Lombardia, primo del suo genere in Europa
Grazie a un progetto italiano da oggi è possibile ottenere dai rifiuti organici in un unico processo metano come fonte di energia rinnovabile e CO2 in forma pura per uso industriale ed alimentare. A dimostrarlo è un team di ricercatori dell’Istituto per la tecnologia delle membrane del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itm) di Rende (Cs), in collaborazione con l’azienda Tecno Project Industriale S.r.l, che ha descritto il metodo sulla rivista Energy & Environmental Science.

- Scritto da Redazione (Fonte: CNR)
Uno studio del Cnr-Ibimet ha rilevato che la luce dei lampioni e l’innalzamento delle temperature influiscono sul riposo vegetativo stagionale dei platani, ritardando la caduta delle foglie. La ricerca, effettuata sulle alberature di Firenze, è stata pubblicata su Urban Forestry & Urban Greening
Il rapporto tra cambiamenti climatici, impatto antropico e alberi è emerso in modo drammatico nelle cronache dei giorni scorsi. Un aspetto fortunatamente meno cruento ma di notevole interesse scientifico su come i cambiamenti ambientali incidano sul ciclo di vita delle piante è il fenomeno per cui in città è possibile notare la permanenza di foglie verdi negli alberi vicino ai lampioni stradali fino ad inverno inoltrato, studiato sui platani (Platanus x acerifolia) di Firenze dall’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibimet) durante gli autunni e inverni dal 2015 al 2018. I risultati sono stati pubblicati su Urban Forestry & Urban Greening.

- Scritto da Redazione
Computer vision ed intelligenza artificiale consentono a un team di ricercatori italiani e spagnoli, coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche, di monitorare in modo automatico le variazioni di abbondanza delle specie marine: lo studio è pubblicato su Scientific Report
In un recente articolo, pubblicato sulla rivista Scientific Report, un team internazionale di ricercatori coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imar) di La Spezia, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Università Politecnica della Catalogna ed il Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (Csic), dimostra come la computer vision e l’intelligenza artificiale siano in grado di cambiare il modo in cui valutiamo l’abbondanza delle specie ittiche e le sue variazioni temporali.

- Scritto da Redazione (Fonte: CNR)
Grazie all’analisi dendrocronologica su 27 specie arboree provenienti da 5 continenti, un recente studio del Cnr-Ivalsa e dell’Università di Padova rivela come il rapido aumento di radiocarbonio cosmogenico verificatosi nel 774 e nel 993, sia avvenuto su scala globale. È emerso inoltre che la concentrazione di radiocarbonio atmosferico sia più elevata alle latitudini settentrionali. Lo studio è pubblicato su Nature Communications
Gli anelli del legno si confermano una fonte inesauribile d’informazioni scientifiche. Grazie alla più vasta collaborazione mai realizzata dalla comunità scientifica dei dendrocronologi è stato possibile determinare per la prima volta l’estensione su scala globale e la tempistica stagionale del rapido aumento delle concentrazioni atmosferiche di radiocarbonio (14C), relativo a due eventi verificatisi negli anni 774 e 993 AD.

- Scritto da Redazione (fonte CNR)
Non è la prima volta che gruppi di escursionisti vengono colti di sorpresa da improvvise piene torrentizie.
Soprattutto nel periodo estivo, temporali e piogge intense possono indurre un repentino aumento delle portate dei torrenti in bacini montani. Ad aggravare la pericolosità dei queste piene è la presenza dell’abbondante detrito lungo il letto del torrente che, una volta preso in carico dalle acque turbolente, viene trasportato verso valle, aumentandone la forza distruttiva.
Dagli anni ottanta all’estate scorsa si sono registrati almeno dieci eventi che hanno causato 23 vittime tra i turisti. La peculiarità di questi eventi è la concomitanza di più fattori: la morfologia che costringe le acque ad incanalarsi e corrivare velocemente, l’intensità delle piogge e la presenza delle persone lungo i sentieri o i canyon.