Fine settimana nel quale è ancora il Real Madrid a monopolizzare la scena mediatica. Il Classico vede il Barcellona trionfare 5-1 al Camp Nou e condanna Lopetegui all’esonero. In Bundesliga invece si rifa sotto il Bayern Monaco.

BARCA-REAL: MANITA E BYE BYE LOPETEGUI – Quattro mesi fa, quindi non esattamente una vita, Florentino Perez presentava Lopetegui al Santiago Bernabeu con un caloroso “Bentornato a casa!”. Roba da pazzi, a guardare com’è finita solo 120 giorni e 14 gare ufficiali dopo. Sei vittorie, sei sconfitte e due pareggi che hanno segnato la fine prematura di un rapporto che, va detto, era partito tra qualche milione di polemiche.

Già perché qualche detrattore dietro la rocambolesca frana dell’ex portiere basco alla guida del Real Madrid ci vede una grande mano del karma: lui che ha portato al Mondiale la nazionale spagnola per poi tradirla a poche ore dall’esordio è stato a sua volta tradito (si fa per dire) da tutte le componenti che fanno la differenza tra un allenatore fortunato e uno sfortunato. Ma più che di buona sorte bisognerebbe parlare di una squadra che stenta a ritrovarsi dopo tre Champions League vinte consecutivamente, orfana del grande accentratore CR7, nella quale molti elementi iniziano a dare segni evidenti di malessere e che il tecnico non ha saputo assolutamente leggere fin dall’inizio (Supercoppa persa contro l’Atletico Madrid). Tutti elementi che il 5-1 rifilato dal Barcellona al Camp Nou domenica ha evidenziato, anzi, sottolineato a doppia matita blu. I catalani hanno fatto, come si dice in gergo, “quello che gli pareva”. Hanno accelerato, aspettato, rallentato, “giochicchiato”. Hanno avuto la partita in mano per 90 minuti, impensieriti magari dal palo di Bale che avrebbe segnato un 2-2 in rimonta poco credibile. Ma non si sono scomposti minimamente e quando hanno deciso di inserire la marcia superiore ecco che il Madrid è sfilato via dai radar senza grosse recriminazioni. Lopetegui viene esonerato e a Madrid si aspettavano, da subito, un nome capace di risollevare una squadra che, seppur ancora in corsa per tutto, sembra essere lontana anni luce dalla corazzata di qualche mese fa. Ma la verità è che probabilmente molti hanno subodorato il momento di revolucion che si vive non tanto fuori ma dentro lo spogliatoio madrileno. Urge trovare un nuovo uomo immagine ed insieme a lui cominciare quella lenta, difficile e dolorosa opera di rifondazione di una squadra che negli ultimi anni ha conquistato quasi tutto il conquistabile. Mentre Antonio Conte si defila con classe spunta Solari, che al Real ha vissuto probabilmente i propri momenti migliori, che guiderà i Blancos fino alla nomina di un nuovo allenatore. Se mai arriverà un nuovo allenatore. C’è da scommettere che se l’argentino convincerà con qualche vittoria (i prossimi impegni sono decisamente abbordabili) sarà lui a rimanere alla guida della squadra fino a fine stagione.

Intanto con la sconfitta di ieri le Merengues scivolano al nono posto con 14 punti, a -7 dal Barcellona che riagguanta la vetta. La sorpresa Alaves segue a -1 mentre Siviglia e Atletico, appaiate, occupano la terza casella del podio.

BORUSSIA FERMATO. IL BAYERN TORNA SOTTO – L’Hertha Berlino si conferma squadra ostica e dopo aver battuto 2-0 il Bayern Monaco un mese fa blocca sul 2-2 anche il Borussia Dortmund ormai lanciato in vetta alla Bundesliga. Dev’essere una passione particolare quella degli uomini di Dardai verso le capoliste. I gialloneri, al Signal Iduna Park, vanno avanti due volte ma si vedono riagguantare da un gol su rigore (sacrosanto) di Kalou al 90’. Proprio l’ex Chelsea aveva già riacciuffato i ragazzi di Favre nel primo tempo. Per il Borussia mattatore assoluto è Jordan Sancho: l’ex Manchester City, prelevato dal Borussia per soli 8 milioni di euro la scorsa stagione, mette la ciliegina alla propria settimana perfetta segnando una doppietta dopo il gol in Champions League contro l’Atletico Madrid. Nel frattempo sul campo del Mainz il Bayern Monaco inanella la seconda vittoria consecutiva grazie alle reti di Goretzka e Thiago. Kovac si riporta a – 2 dal primo posto e rende ancora più affascinante la sfida per la vetta della Bundesliga a 10 giorni dal big match tra bavaresi e Borussia. Il Werder Brema (che perde ben 2-6 contro il Bayer Leverkusen) e il Borussia Moncengladbach rimangono per il momento spettatrici interessate.

IL PSG FA 11 SU 11 – Rollino di marcia che inizia a essere preoccupante, per modo di dire, quello del Psg in Ligue1. Dopo la vittoria per 2-0 sul Marsiglia di domenica sera iniziano a latitare, almeno sulla carta, le squadre in grado di mettere in difficoltà i ragazzi di Tuchel. I numeri dicono 39 gol fatti, miglior attacco, 6 subiti, miglior difesa, e zero tra pareggi e sconfitte. A domare l’Olympique di Rudi Garcia bastano le reti del solito Mbappè (capocannoniere della Ligue1 con 10 centri) e di Draxler. La distanza dal Lille, secondo in classifica, è di 8 punti. Verrebbe da dire che a 27 turni dalla fine del campionato i giochi sono ancora apertissimi ma delle serie pretendenti, capaci di mantenere un ritmo elevato in termini di risultati, mancano. Si segnala intanto il pareggio casalingo del Monaco contro il Digione. I monegaschi rimangono ampliamente infangati nella zona retrocessione con 7 punti conquistati in 11 partite e a -4 dalla zona salvezza.

CITY E LIVERPOOL CONTINUANO LA CORSA – Il City trionfa a Wembley contro il Tottenham e porta a casa 3 punti vitali per rimanere agganciato alla vetta, occupata in coabitazione col Liverpool. A far discutere però, per una volta, è lo stato del manto erboso su cui Spurs e Citizens si affrontano. Reduce dal match di Nfl tra Philadelphia Eagles e Jacksonville Jaguars il campo di Wembley si è presentato nel proprio stato peggiore, tanto da far indirizzare una frecciatina in tal senso a Pepe Guardiola nel post partita. E’ Mahrez ad ogni modo a concedere la vittoria al City. Vince anche il Liverpool in scioltezza sul Cardiff City, 4-1, grazie invece alle reti di Salah, Manè e Shaquiri. E se il Chelsea continua imperterrito il proprio inseguimento alle prime due della classe stroncando 4-0 il Burnley si ferma invece l’Arsenal complice il 2-2 sul campo del Crystal Palace. Redivivo infine lo United di un combattivo Mourinho che con Pogba e Martial supera 2-1 l’Everton.