23 AlmaricWalter Vuotatasche

Genova e Milano. I due principali centri di diffusione delle nuove tendenze artistiche in Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento. Per questo la bella mostra su Alfons Mucha ospitata dalla prestigiosa sede del Palazzo Reale di Milano dal 10 dicembre 2015 proseguirà poi, come in una naturale continuazione, nel Palazzo Ducale del capoluogo ligure fino al 18 settembre 2016.

La Belle Epoque. L’Art Nouveau. Il Liberty. Parole che insieme rievocano il gusto di un’epoca. Quello pregno di ottimismo a cavallo tra i secoli XIX e XX.

Alfons Mucha rappresenta in questo periodo storico una delle principali firme del nuovo gusto artistico, uno stile inconfondibile che influenzerà a sua volta tanti differenti ambiti artistici.

E’ come se lo stesso estro, lo stesso spirito vitale, di volta in volta, prendesse vita in forme e materiali diversi. Come un marchio di fabbrica, un segno riconoscibile e identificativo.

Ogni aspetto del reale viene in qualche modo influenzato da questa originale cifra stilistica: eleganti figure femminili, volute vegetali, fiori, libellule, linee sinuose, sono questi i caratteri distintivi dell’Art Nouveau che si ritrovano in manifesti, illustrazioni, gioielli, arredi, vasi, elementi architettonici.

«Grazie alla disponibilità della Richard Fuxa Foundation (che possiede la quasi totalità dei manifesti realizzati da Alfons Mucha), ci è stato possibile arricchire il nostro programma culturale con una raffinata esposizione della maggior parte delle famose affiches dell’artista ceco, uno dei principali esponenti dell’Art Nouveau, integrata, per la generosa disponibilità di un folto numero di prestatori, da una cospicua serie di opere: dai mobili di Carlo Bugatti, alle ceramiche di Galileo Chini, dai vetri di Émile Gallé, ai ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli», così il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina.

In mostra più di 150 opere d’arte. Oltre alle affiches e ai disegni del grande maestro ceco, tra cui i manifesti realizzati per le opere teatrali di Sarah Bernhardt, famosa diva del tempo, la mostra Mucha e le atmosfere Art Nouveau propone un interessantissimo confronto con le arti applicate.

Il percorso espositivo, nelle belle sale neoclassiche di Palazzo Reale, è suddiviso per aree tematiche.

Il ‘teatro’ (sala 2) dove compaiono, tra le altre cose, il noto manifesto Gismonda (1894 – 1895), realizzato da Mucha per la Bernhardt in occasione dello spettacolo di Victorien Sardou, o quella de La Dame aux Camélias (1896), cui si affianca il tema della ‘vita quotidian’a (sala 3) in cui si evince in maniera più esplicita che altrove la diffusione dello stile di Mucha in maniera capillare, fino a toccare appunto gli aspetti più quotidiani del vivere.

In questa sala esempi di collaborazione con ditte produttrici di generi alimentari, come i biscotti Léfevre-Utile o lo champagne Ruinart, o merci di consumo come profumi, sigarette e detersivi.

Accanto a questi il tema della donna ovviamente occupa un posto di primo piano.

Fonte di ispirazione per gli artisti del tempo è dal un lato figura eterea dall’altro “femme fatale”, ma sempre caratterizzata da chiome morbide e fluenti, spesso associata al mondo floreale, con corpi dalle linee sinuose e armoniche.

E poi ancora il ‘giapponismo’ (sala 6) che evidenzia i reciproci influssi tra il Liberty e l’arte orientale: «La passione per il giapponismo incise profondamente sullo stile degli artisti modernisti, fortemente attratti dall’appiattimento bidimensionale, dai tagli compositivi inediti e dal rapporto tra pieni e vuoti tipici delle stampe del Sole Levante, note in Europa anche grazie alla rivista francese “Le Japon Artistique”. Questi elementi si possono rintracciare nella resa schematica dei pesci che ornano le ceramiche di Galileo Chini e di Achille Calzi, nella silhouette degli alberi sul vaso della Manifattura Zsolnay e nei sintetici rami del mobile di Carlo Zen».

Chiudono la ricca esposizione il tema del ‘tempo’ (sala 9) e quello della ‘natura’ (sala 10).

In mostra i calendari per la ditte Charles Lorilleux e Vieillemard (con il giudizio di Paride), oltre a manifesti quali Zodiaque (1896) e Rêverie (1897).

La donna, fulcro centrale del lavoro di Mucha, arriva ad essere trasfigurata in una sorta di essere celeste ne Les Étoiles del 1902 o a diventare metafora del mondo naturale nella serie Les Fleurs «attraverso i quali Mucha crea un parallelismo tra i significati delle diverse piante e il carattere sfaccettato dell’universo femminile: la rosa e il garofano sono associati a donne passionali e seducenti, mentre l’iris e il giglio rimandano a fanciulle sognanti e virginali».

Prodotta ed organizzata dal Comune di Milano – Cultura, da Palazzo Ducale di Genova e da 24 ORE Cultura (cui si deve anche la pubblicazione del catalogo), Gruppo 24 Ore, la mostra  Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau è a cura di Karel SRP, per quanto riguarda le opere di Mucha, e da Stefania Cretella, studiosa di arti decorative.

 

Mucha e le atmosfere Art Nouveau

Palazzo Reale di Milano

10 dicembre 2015 – 20 marzo 2016

Orario: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì – sabato 9.30 – 22.30

Ingresso singolo intero (con audio guida gratuita) € 12.00 www.palazzorealemilano.it - www.mostramucha.it

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