Composition Nature morte, 1931 circa, cm 35,5 x 47,6

Nella bella location delle Terme di Diocleziano a Roma in mostra le opere fotografiche di Florence Henri (1893-1982).

Roma - Ci sembra più appropriato definirle in questo modo ‘opere fotografiche’ che semplicemente ‘fotografie’, perché la Henri può essere considerata a tutti gli effetti una vera e propria artista che seppe plasmare, manipolare e integrare fra loro, in maniera originale ed innovativa, pittura e fotografia.

Lo strumento fotografico non rappresentò infatti per lei un semplice mezzo attraverso il quale rappresentare la realtà. Al contrario lo sfruttò in ogni sua sfumatura, integrandolo con altre tecniche, come il fotomontaggio e l’utilizzo particolare di alcuni effetti visivi per mezzo di specchi ad esempio, per superarla la realtà, andare oltre, creare qualcosa di surreale e metafisico in cui la realtà, per come la si conosce, viene reinventata.

D’altronde come poteva essere diversamente nel clima strapieno di fermenti culturali, segnato da movimenti d’avanguardia come il Cubismo o il Surrealismo,  che si respirava a Parigi, ma non solo, al tempo della fotografa? Non è un caso se tra i suoi amici si annoverano grandi nomi: Piet Mondrian, César Domela, Robert e Sonia Delaunay, Hans Arp e Sophie Tauber Arp, Nelly e Theo van Doesburg.

Centoquaranta le opere esposte nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano e differenti i soggetti. Primo fra tutti la Roma antica, con scatti realizzati in Italia tra il 1931 e il 1932 e poi rimaneggiati con gusto quasi teatrale, che ben si sposano col contesto nel quale la mostra è stata allestita.

E poi ancora ritratti, autoritratti, nature morte, cui si accompagnano anche esempi di pittura e collage, perché proprio attraverso la pittura (dopo aver studiato pianoforte con Ferruccio Busoni), Florence Henri mosse i suoi primi passi nel mondo dell’arte.

«e ora una novità: faccio fotografia. Se continuerà a piacermi smetterò di dipingere (provvisoriamente) […] non ne posso più di dipingere senza un progetto preciso e ho una quantità incredibile di idee sulla fotografia. Mi piacerebbe molto fare un mestiere i cui risultati interessino anche gli altri». (Da una lettera di Florence Henri  a Lou Scheper, sua amica al Bauhaus,1928).

Di padre francese e madre tedesca nasce in America ma cresce in Europa dove ha la possibilità di frequentare lo studio di Hans Hofmann a Monaco di Baviera, i corsi all’Académie Moderne di Ozenfant e Léger a Parigi e il Bauhaus di Dessau.

Il rapporto strettissimo che intercorre nel linguaggio della Henri tra fotografia e pittura è tra l’altro espressamente dichiarato e spiegato da lei stessa: “Permettetemi di insistere su questo punto molto importante per me. Vorrei far capire che ciò che io voglio innanzitutto con la fotografia è comporre l’immagine come faccio con i quadri. Bisogna che i volumi, le linee, le ombre e la luce obbediscano alla mia volontà e dicano ciò che io voglio far dire loro. E questo nel controllo strettissimo della composizione, perché io non cerco né di raccontare il mondo né di raccontare i miei pensieri. Tutto quello che conosco e il modo in cui lo conosco è fatto innanzitutto di elementi astratti: sfere, piani, griglie le cui linee parallele mi offrono grandi risorse, e anche specchi che sono da me usati per presentare in una sola fotografia lo stesso soggetto sotto differenti angolazioni, in modo da dare, di uno stesso motivo, delle visioni diverse, che si completano a vicenda e che riescono a spiegarlo meglio, interpenetrandosi l’una con l’altra. In fondo, tutto questo è molto più difficile da spiegare che da fare […]”.

La  mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazione con Electa e gli Archives Florence Henri, è a cura di Giovanni Battista Martini, al quale si deve, assieme ad Alberto Ronchetti, la riscoperta della fotografia degli anni Settanta del ‘900 e, assieme ad essa, di questa straordinaria artista.

FLORENCE HENRI 5 maggio – 31 agosto 2015 - Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano Grandi Aule Roma, viale E. De Nicola 78 - Dalle 9.00 alle 19.45, chiuso il lunedì. La biglietteria chiude alle 18.45

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Didascalie foto:

Autoportrait, 1928, cm 30 x 23,8

Composition Nature morte, 1931, cm 45,9 x 37,7

Femme aux cartes, 1930, cm 39 x 28,5

Jeanne Lanvin, 1929, cm 36,7 x 28,7

Portrait Composition, 1937, cm 28,8 x 21,7

Autoportrait, 1938, cm 24,8 x 23,1

Composition Nature morte, 1931 circa, cm 28,9 x 21,5

Portrait de Jean Arp, 1934 circa, cm 23,8 x 17,7

Wassily Kandinsky, 1934, cm 29,8 x 23,5

Portrait de Robert Delaunay, 1935 circa, cm 49,5 x 39,7

Portrait Composition, 1936 circa, fotomontaggio su stampa in negativo, cm 30 x 22,4

Composition Nature morte, 1931 circa, cm 35,5 x 47,6

Rome (Musei Capitolini: testa colossale di Costantino), 1931-1932

Rome, 1933-1934, fotomontaggio, cm 28,2 x 22,8

Rome, 1933-1934, fotomontaggio, cm 28,7 x 23,7

Rome, Pincio, 1931-1932

Composition, 1925-1926, olio su tavola, cm 33 x 41,5

Composition abstraite, 1977, collage e inchiostro su cartoncino