La corruzione in Italia è una gran bella grana ed una bestia da debellare.

Nonostante la normativa anticorruzione, che ha tra l’altro destato forti perplessità e gran scompiglio, i dati sulla corruzione in Italia, secondo il rapporto della Transparency International, sono tutt’altro che confortanti. Il rapporto della Transparency International evidenzia che l’Italia ha conquistato 8 posizioni rispetto allo scorso anno, classificandosi al 61 posto nel mondo, ma rimanendo ancora in fondo e tra le peggiori, rispetto a quella europea, seguita solo dalla Bulgaria.

Eppure il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, si è detto soddisfatto del, seppur minimo, risultato raggiunto. Ed ha commentato che è “segno di una piccola inversione di tendenza”.

Ma la soddisfazione da cosa deriva? Dal fatto che risalire la classifica mondiale di 8 posizioni è comunque un risultato? Che sia cambiata in Italia la percezione del problema corruzione? Non credo!

Agli occhi dell’opinione pubblica non sembra ci sia stata alcuna inversione di tendenza! Tutti i giorni veniamo a conoscenza, attraverso gli organi di stampa, di casi seguiti da arresti come conseguenza della corruzione o della concussione. La percezione che sia ha è proprio l’esatto contrario...cioè, che nulla è cambiato!

L’Italia è per sua natura un paese “votato” al clientelismo. Sul clientelismo gli italiani si imbattono ogni giorno.

L’italiano, pur di avere una corsia preferenziale rispetto al suo prossimo, che altro non è che il suo concittadino, conterraneo, connazionale, per qualsiasi cosa, anche quelle più banali, è portato irrefrenabilmente a chiedere favori, sostegni, protezioni o, diciamolo, “Raccomandazioni”.

Per i motivi più disparati anche per l’iscrizione del proprio figlio, non dico all’Università, ma alla scuola materna, costituisce fonte di “Raccomandazione”.

Non lo fa per malvagità, ma perché è nel suo DNA. Perché ha una forte propensione nel chiedere. Perché è insicuro e crede di non riuscire a raggiungere un obiettivo, qualsiasi esso sia, senza “Raccomandazioni”.

Fintanto che l’italiano non cambia la sua mentalità o che non cambia il sistema Italia, sarà difficile debellare la corruzione in Italia.

Il corrotto o il corruttore staranno più attenti, ma continueranno nell’intento di corrompere o farsi corrompere.