Una finale persa brucia sempre, ma così come si è manifestata quella della Roma nell’atto conclusivo di Europa League brucia ancora di più. Tanti i perché.

Perché si è romanisti. Una tifoseria unica al mondo che sa gioire come nessun altro supporter e sa soffrire allo stesso modo o forse ancora di più di ogni altro. Perché non si può perdere una finale ai rigori con un calcio dagli undici metri ripetuto perché il portiere aveva mezzo centimetro di un piede fuori la riga di porta e perché lo aveva parato. Perché non si possono dare 13 cartellini gialli ai calciatori (fino a tre quarti della gara solo ai calciatori giallorossi). Perché un sogno non si può infrangere per un arbitraggio fuori controllo e non idoneo per una finale europea.

Perché un arbitro non può fare ciò che vuole e condurre una gara senza misure o di non adottare le stesse misure per le stesse circostanze. Perché il rigore per fallo di mano di Fernando era evidente e lo ha visto il mondo intero anche se l'arbitro sosteneva che il braccio era attaccato al corpo. Perché il VAR in questa occasione non è intervenuto. Perché Lamela e Rakitic dovevano avere il secondo giallo ed essere espulsi. Perché la gomitata di Matic a Ocampos era poco più di una carezza e non meritava il giallo. Perché la gomitata di Lamela a Ibanez è stata devastante e meritava il rosso diretto. Perché doveva andare diversamente, perché la Roma doveva essere rispettata! Perché era una finale...perché non si perde una finale così!