La semifinale d'andata tra il Real Madrid e il Manchester City è stata la massima espressione del calcio contemporaneo di questa stagione.

La sfida nella sfida - però - era quella in panchina tra Carlo Ancelotti e Pep Guardiola. Due stili di pensiero diverso con altrettanti modus operandi. Lo stile british dell'ex allenatore del Milan si è potuto notare anche nella serata di ieri quando, i Blancos hanno giocato una delle partite più importanti della stagione con una tranquillità agonistica imparagonabile.

Lo stile dei citizens era molto diverso, con una compagine votata all'attacco ed un obiettivo principale: dominare cercando di vincere a tutti i costi. La poesia scritta dai due tecnici è stata meravigliosa, con schemi e dettami tattici eseguiti alla perfezione grazie alla loro autorevolezza - costruita negli anni. I due leader sono stati in grado di rivoluzionare l'intero mondo pallonaro con delle idee innovative. Carletto è incensato il tutto mondo, seppure non ha il classico background da allenatore tiranno; mai una parola fuori posto o qualche polemica sterile. Il tecnico ha fatto partire il progetto virtuoso del Paris Saint Germain anni fa - come lui stesso scrive nel suo libro - e ha proseguito il suo lavoro a Madrid (terreno romantico ma pericoloso). Il blaugrana, invece, ha fatto partire la corsa all'imitazione tanto che grazie al suo tiki taka ha coniato nuovi termini calcistici. Nell'ultima stagione è riuscito a inventare sopra una sua invenzione, a costruire in una sua costruzione. Attaccare con lo spazio è diventato obsoleto anche nel 2023, nessun problema: Erling Haaland - centravanti vecchio stampo. La sfida tra i due allenatori terrà incollati milioni di appassionati anche nella semifinale di ritorno, di certo la vittoria - o la sconfitta - non può essere definitiva ma è solo limitata alla Champions League attuale.