Il Gruppo F si presenta come il più scontato: la Germania pare non aver avversari di livello per quanto riguarda il primo posto. Dietro Svezia, Messico e Corea del Sud si giocano, più o meno alla pari, il passaggio del turno.

Partiamo dalla Germania. I tedeschi sono campioni in carica e questo basterebbe ad inserirli nel novero delle squadre favorite per la vittoria finale del Mondiale. Se non fosse che il tasso tecnico della squadra allenata da Joachim Low rimane anche uno dei più alti di tutta la competizione. La superpotenza teutonica ha praticamente una copertura di altissimo livello in ogni reparto. A partire dai pali, dove è ritornato in campo in extremis Neuer: il portierone del B.

Monaco ha saltato praticamente l’intera stagione ma pare pronto a guidare i compagni nella rassegna russa. In difesa poi spazio ai soliti, e solidi, Boateng, Hummels e Ruediger, coadiuvati dal giovane Sule. In mezzo e in avanti un letale mix di giovani e “vecchi”. Kroos, Draxler, Ozil, Kimmich, Muller, Brandt, Gomez, giusto per citarne alcuni. Se non sarà vittoria finale potete star certi che la Germania sarà comunque tra le prime otto/quattro della competizione.

Passiamo alla Svezia che arriva in Russia dopo aver estromesso una superpotenza delle competizioni internazionali come l’Italia. Alla guida della compagine scandinava il ct Jan Andersson. L’allenatore svedese, arrivato a guidare la nazionale maggiore nel 2016, si è contraddistinto più che altro per un gioco organizzato e la creazione di una squadra molto unita. E’ di sicuro un personaggio a cui non manca il coraggio. Perché di coraggio si parla quando devi sbattere la porta in faccia ad un certo Zlatan Ibrahimovic che fa di tutto per approdare al Mondiale russo. Un “No, grazie” che in Svezia ha avuto lo stesso impatto di un terremoto per quello che l’attaccante rappresenta, e ha rappresentato, per il calcio svedese. Tra i convocati di Andersson ci sono molti “italiani” (Helander, Krafth, Hiljemark e Rohden), molti giocatori disciplinati e pochissime individualità interessanti. Molto infatti passa dai piedi di Forsberg e dalla vena realizzativa di Guidetti. A parte loro però, c’è veramente poco.

Il Messico si presenta per la quindicesima volta ad una Coppa del Mondo. Per tradizione, la Tricolor, è di sicuro una delle maggiori nazionali americane, dietro solo a Brasile, Argentina ed Uruguay. La squadra, guidata dal ct colombiano Osorio, sarebbe di diritto la più quotata ad aggiudicarsi il pass per gli Ottavi di finale se non fosse per il recente scandalo che ha scosso la selezione messicana: otto giocatori infatti, in Danimarca (sede del ritiro pre-mondiale) sono stati sorpresi nel bel mezzo di una festa dall’alto tasso alcolico. Ancora da capire la linea che adotterà la federazione: un’estromissione di tutti i calciatori appare difficile ma mai dire mai. Per quanto riguarda i convocati la prima cosa che salta all’occhio è un’età media tra le più alte del torneo: più di 29 anni. Ad aumentare il dato sicuramente la convocazione di mostri sacri come Rafa Marquez, Guardado, Peralta e Jesus Corona. In avanti tutto ruota attorno al Chicharito Hernandez e Raul Jimenez. Per la fantasia rivolgersi Vela, Lozano e i fratelli Dos Santos.

Infine la Corea del Sud che gli addetti ai lavori indicano come probabile fanalino di coda del gruppo. Troppo presto per dare l’estrema unzione però ad una nazionale che molto spesso ha superato le aspettative. Non in Brasile nel 2014 dove si è arresa al primo turno della competizione. Ma gli assi della manica al ct Tae-yong, nel giro della nazionale dal 2014, non mancano. Heung min-Son (ala del Tottenham) è sicuramente il calciatore simbolo di questa squadra che mixa in maniera egregia disciplina tattica e intraprendenza offensiva. In mezzo al campo tutto il peso sarà sulle spalle del mediano dello Swansea Sung-yong Ki (capitano) mentre in avanti spazio ai giovani Hwang (Lipsia) e Woo Lee (Verona). Il reparto arretrato, con la maggiorparte dei giocatori proveniente dal campionato locale, pare l’incognita maggiore.

CURIOSITA’ – La Germania è una delle nazionali più titolate della storia: a pari merito con l’Italia ha conquistato infatti 4 mondiali (uno in meno del Brasile) ma ha nel proprio palmarès anche 3 titoli europei. Non solo: sia per la Coppa del Mondo che per gli Europei detiene il record di finali disputate (rispettivamente 8 e 6). Nel complesso è la nazionale europea con il maggior numero di partite disputate alla Coppa del Mondo. Ha mancato solamente due edizioni dei mondiali: la prima, nel 1930, a cui non è stata invitata e quella in Brasile del 1950 dalla quale fu squalificata a causa della Seconda Guerra mondiale. In tutte le partecipazioni è arrivata tra le prime otto del torneo. Nella partita d’esordio dei Mondiali del 2014 è diventata inoltre la prima squadra ad aver giocato 100 partite nelle fasi finali del torneo.

La Svezia è all’undicesima partecipazione alla fase finale di una Coppa del Mondo. Il miglior risultato nel 1958, torneo casalingo, dove si classificò al secondo posto. A livello internazionale però il miglior risultato è l’oro olimpico del 1948. Tre suoi giocatori hanno siglato reti significative per quanto riguarda la storia del torneo mondiale: Harry Andersson nel 1938 ha siglato la rete numero 200; Johnny Ekstrom nel 1990 il numero 1400; Marcus Allback nel 2006 il gol numero 2000. Insieme al Brasile (2 volte) è l’unica squadra ad essere uscita sconfitta dalla finale in un mondiale giocato in casa. 

Il Messico è giunto alla 15esima apparizione ad un Mondiale. Il risultato migliore sono i quarti di finale raggiunti in due occasioni (1970 e 1986, entrambi tornei giocati in casa). La FIFA riconosce inoltre alla Tricolor di essere la rappresentativa nazionale ad aver disputato più tornei ufficiali nella storia dalla sua fondazione: ben nove. Si tratta infatti della nazionale più titola del nord e centro America con 10 Gold Cup (record), 1 Confederetions Cup e 3 Campionati nordamericani di calcio. Tra i record negativi quello delle sconfitte subite complessivamente nella storia del torneo: sono ben 25 dall’esordio ad oggi.

La Corea del Sud è la squadra asiatica che ha conquistato più successi dall’esordio avvenuto alle Olimpiadi del 1948. Conta dieci apparizioni alla fase finale della Coppa del Mondo (record per una rappresentativa nazionale asiatica) ed è l’unica che sia riuscita a raggiungere una semifinale (mondiale di Giappone e Corea del 2002). Il traguardo assume maggior prestigio pensando che è stata la seconda squadra (dopo gli USA nel 1930) non appartenente alla UEFA o alla CONMEBOL a raggiungere la semifinale del torneo. Tra i record negativi però anche la peggior differenza reti in una singola edizione del torneo: -16 nel 1954 con 0 reti segnate.