La scelta del partner non dipende mai dal caso ma è condizionata da desideri molto spesso inconsci influenzati anche da altri aspetti. La valigia è la metafora di chi siamo. La nostra storia familiare, il contesto culturale di appartenenza, il momento storico nel quale siamo inseriti e i nostri bisogni personali ci spingono verso un partner piuttosto che verso un altro. La valigia quindi contiene aspetti familiari, culturali, sociali, individuali nonché radici neurobiologiche. Possiamo preferire persone che hanno la nostra stessa appartenenza, la nostra classe sociale e il nostro livello culturale; ma possiamo fare anche scelte trasgressive ciò che gli antropologi chiamano “principio di esogamia“ che porta i membri di un clan o di una tribù a cercare il partner fuori dal gruppo di riferimento. Ma non possiamo sottovalutare la neurobiologia dell’amore.

Il mistero dei sintomi dell’innamoramento si chiama dopamina! Gli scienziati che studiano la “chimica dell’amore” affermano che nel nostro cervello si scatena una tempesta di neurotrasmettitori. Il sentimento suscitato dalla “dolce metà” attiva zone cerebrali collegate all’energia e all’euforia e fa produrre alti livelli di dopamina. Più si è innamorati, più queste zone del cervello vanno in tilt. Lo stato di esaltazione che si prova all’inizio di una infatuazione è dovuto all’azione della feniltilamina, una molecola naturale che sarebbe in grado di suscitare effetti analoghi a quelli delle anfetamine: rende iperattivi ed euforici e fa sì che il cervello rilasci appunto la dopamina, che regala sensazioni di piacere. E’ tutta colpa proprio della dopamina se i due innamorati vogliono stare sempre insieme e si telefonano cento volte al giorno! Infatti, quando un evento si rivela più felice di quanto speravamo, la dopamina emette un segnale di benessere che spinge la persona a voler ripetere l’esperienza. Ma un altro driver che ci spinge a cercare un partner è il “bisogno di attaccamento e di accudimento”, cioè quella necessità secondo la quale abbiamo bisogno da un lato di ricevere sicurezza e dall’altro di accudire. Nell’esperienza di attaccamento positivo, in cui sperimentiamo l’altro come una “base sicura”, si secerne “ossitocina”, ormone responsabile dell’appagamento e della fissazione nella memoria di ricordi positivi.

Quante volte, poi, ci siamo chiesti: “Ma è solo attrazione sessuale o è amore?” Nell’attrazione fisica entrano in gioco diversi fattori: lo sguardo, il sorriso, la mimica facciale, il modo di parlare, di gesticolare, di camminare, la personalità, il fascino. L'amore parte da un desiderio sessuale che una volta soddisfatto si trasforma nel tempo in qualcosa di astratto e complesso, una forma di dipendenza mentale. Il sesso rimane legato ad un desiderio specifico di piacere, “hic et nunc”. La sessualità può essere improvvisa, legata al momento e quindi manifestazione elementare della vita e della vitalità, mentre l’amore presuppone tempo attraverso cui svilupparsi e diventare dedizione, tenerezza, responsabilità, cura. Dire che non esiste sesso senza amore significa svilire la parola amore. Ma dire che il sesso è "solo sesso" è falso. La verità è che il comportamento sessuale è una forma di comunicazione. Non esistono parole che non comunicano niente, ma non tutte le parole sono parole d'amore!

A cura di: Dott.ssa Antonella D’Andrea e Dott.ssa Laura Chirico Centro Clinico di Psicologia e Psicoterapia delle Dipendenze