Nella puntata di Istituzioni e cittadini del 12 ottobre 2023 è stato ospite il dottore commercialista Lamberto Mattei che con i suoi interventi ha rilanciato l’esigenza di instradare, soprattutto i giovani, verso il lavoro artigianale che negli anni ha perso interesse e a cui sono stati messi diversi ostacoli anche di carattere normativo.

Alla trasmissione, magistralmente condotta da Fabrizio Mastrorosato, oltre al dottore commercialista Lamberto Mattei, hanno partecipato: l’Arch. Nisio Magni e L’Arch. Carlo D’Aloisio Mayo. È intervenuto, in collegamento telefonico, Andrea Catarci - Assessore alle Politiche del Personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti.

In particolare, il conduttore della trasmissione ha stimolato il dott. Lamberto Mattei ad esprimersi, nei termini della sua professione, sull’abbandono del lavoro artigianale e la scomparsa dal Centro Storico dei negozi di questo settore.

Conduttore - Come rimettere in moto il lavoro artigianale? Può essere un elemento importante nel PIL nazionale e in particolare di quello romano?

Lamberto Mattei - In realtà noi siamo in un momento storico assurdo dove tutti i cittadini, specialmente romani, perché oggi stiamo parlando di Roma e del Lazio, si lamentano che all'interno della città, o meglio all'interno dei quartieri, ormai non abbiamo più negozi di qualità, parlo strutturalmente. Negozi che possono dare un appeal alle persone. Tolto il Centro Storico che è diventato ormai un luogo che offre quasi esclusivamente la somministrazione alimentare e le bevande, il mondo dell'artigianato è sconosciuto a tutti. Credo che dobbiamo assolutamente portare delle soluzioni nuove e innovative perché ci sono tantissimi giovani e tantissime persone che è necessario portare a far parte di quello che è il mondo del lavoro artigianale, come può essere il barbiere, il falegname, l'idraulico o qualunque esso sia. Nel Centro Storico, in particolare, che cosa è accaduto? Purtroppo, in virtù delle norme sanitarie che non permettono più di avere certi locali in centri storici, non troviamo più il meccanico, il battitore o il fabbro, a via del Corso non ci possono stare e quindi capisco pure che tecnicamente potrebbe essere un problema e che dovrebbero quindi andare a svolgere la loro attività in periferia. In realtà Roma era nata proprio al contrario, dove il fabbro nasceva a via del Corso, quello che batteva il ferro, stava nel centro storico e così via ora noi abbiamo scoperto che nel centro storico, a via del Corso o a via Nazionale, abbiamo solo bar, ristoranti e attività commerciali di abbigliamento. Una soluzione a questo problema bisogna trovarla. Per esempio, creiamo dei punti stop dove il turista straniero che visita Roma può chiedere “Ma qual è l'artigianato laziale?” Chiaramente l'artigianato, vero, non l’artigianato che si va a copiare o che si riduce a fare solo dei falsi che vediamo nei negozi. E’ qui che dobbiamo portare qualche innovazione e torno a ripetere l'innovazione importante è che noi dobbiamo portare i giovani a lavorare nell'artigianato, poi c'è poco da dire. Capiamo che questo è un problema difficile perché andiamo contro l'economia e quando si va contro l'economia credo che ci troveremo sempre davanti a dei problemi.

Conduttore - Ma è vero che poi si va contro l’economia?

Secondo me sì, si va contro l'economia reale perché è chiaro che se si presenta Fendi e prende quattro negozi in quel caso devono subentrare per forza le istituzioni, sia esso comune, sia esso regione, e dire che una certa percentuale di negozi deve essere adibito all’artigianato. Non si può modificare la realtà, questo purtroppo in passato non c'è stato. Io come commercialista l'ho visto più volte quando a Piazza Vittorio seguivo dei commercianti cinesi. Ad un certo punto erano tutti liberi di aprire dei negozi. Uscì poi una norma che imponeva di essere artigiano per aprire un’attività, ma anche in quell’occasione venivano fatte delle disposizioni di legge che hanno sempre favorito giochi di furbizia, e quindi si vedeva quello che permetteva la macchina per stampare o una macchina per cucire, ma poi di fatto l'artigiano non esisteva. Ora a Piazza Vittorio, non ci sono più negozi di artigiani. Se oggi ci capita di andare a Piazza Vittorio non si trova un artigiano e questo che vuol dire? Significa che le norme che fa il comune, probabilmente anche regolari, non trovano applicazione per una serie di motivi e poi abbiamo i ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, gli avvocati…purtroppo questo è diventato un Paese solo della non legalità, della non legittimità sembra assurdo, no? Noi abbiamo gli avvocati per andare contro la legalità, non per la legalità. Porto un esempio che non c’entra nulla. In una situazione di sfratto esecutivo, a seguito della fine dei termini del contratto, intervengono gli avvocati che portano le attività a durare anche più anni, questo non è possibile. Ho portato ad esempio una situazione che non c'entra niente, ma alla fine il concetto è uguale per tutto.

Ma il problema vero e che noi siamo in un Paese che è veramente non legittimato perché in Francia l'avvocato, prima di instaurare una causa e si rende conto che è contro la legalità, non la fa. In Italia invece se si tratta di fare una causa che è contro la legge, l’avvocato dice subito sì informando il cliente che molto probabilmente la perderà, ma che intanto si possono prendere due anni, tre anni, di tempo…quindi si intasano i tribunali, si creano delle situazioni assurde perché non c'è la normalità delle cose.

Bisogna anche dire che le uniche attività che hanno un certo rendimento nel Centro Storico, sono ormai o bar o ristoranti o attività di commercio serio di grande catena. Il resto è finito.

 

Conduttore - Vediamo se l'esempio che faccio è calzante, raccontavo a un mio amico rumeno molti anni fa a Bucarest che io ho avuto la fortuna di nascere a via 24 Maggio al centro di Roma e di andare a scuola alla Principessa Iolanda che sta a 100 metri e guardavo il Colosseo e il Foro romano. Evidentemente qualcosa in più mi è rimasto dentro, ripeto, non per merito mio, ma per quel paesaggio al quale farei riferimento. Ecco che battaglie bisogna fare per cose di questo genere?  Lei ha dato un'accelerata straordinaria, quindi può dare un consiglio sicuramente molto utile.

Lamberto Mattei - Si, credo di si. Mi riferisco chiaramente a quanto ha illustrato nelle slide l’Arch. Carlo D’Aloisio Mayo…qui, purtroppo il numero dei presunti beneficiari è molto ridotto, ma la qualità è molto alta. E’ chiaro che la pressione è più leggera, però dall'altra parte ci rendiamo conto che di Fontana del Bernini ce n'è una e solo lui l'ha fatta e sono 2000 anni che si parla della Fontana di Bernini, per cui noi dovremmo qualificarne altri, non tanti, 100 Bernini che fanno 100 fontane, 100 quadri o 100 di non so che cosa. Ora è chiaro che il loro progetto è molto difficile, molto complesso e se la politica non aiuta anche con fondi statali o con fondi regionali diventa tutto sempre più difficile. Come fare? Io credo che l'operatività del collegato può andare bene. Poi dovremmo piano piano trovare anche una norma che sia di carattere fiscale e strutturale, ma dobbiamo capire come bypassare il problema, perché la norma è chiara, la norma dice se sei un imprenditore artigiano rientri in questo concetto, se non sei un imprenditore non rientri, è chiaro, come dicevano gli altri interlocutori prima, noi avremo su 1000 persone, probabilmente 500 che ad oggi non sono iscritti in nessun albo, non hanno nessuna attestazione, hanno solo dei titoli particolari e fanno delle cose particolari. Bene, come facciamo noi a far rientrare in un contenitore tutte queste persone che poi alla fine dovranno in qualche modo lavorare? Dovranno portare sviluppo, dovranno essere pagate, come è giusto che lo sia e dovranno portare delle cose artistiche. E qui, secondo me nasce il vero problema tecnico, come fare un contenitore che sia un'associazione, una cooperativa o non so che cosa, perché poi non è facile dire a 300 persone ci uniamo insieme per fare questo, perché ognuno ha le sue idee, le sue cose e quindi difficilmente si trova un'occasione d’intesa. Però credo che come tutte le cose, se non si inizia da uno non si finisce mai non si arriva mai a un punto. Io credo che piano piano col tempo tutto può essere normalizzato, intanto iniziamo a fare la norma, cominciamo a dare i progetti e poi piano piano, credo anche fiscalmente e con delle agevolazioni di crediti d'imposta o con agevolazioni di riduzione a zero dei contributi, con una serie di accorgimenti, purché abbiano il progetto reale, io credo che ci possiamo riuscire.

Conduttore – Penso alle amministrazioni pubbliche o agli enti in generale, agli enti pubblici, al Comune di Roma, la Regione, all'Ater, a chi ha una sorta di patrimonio vasto nella città per dare una sorta di privilegio negli affitti a questo tipo di categoria anche questo è un passaggio importante.

Lamberto Mattei – Si, magari, è proprio questo il problema, è necessario trovare il contenitore reale che sia legale. Una volta constatato che al centro di Roma abbiamo 50 negozi, 30 negozi, che possiamo utilizzare, ma a chi li diamo? Non dobbiamo certo darli a 50 nomi diversi, secondo me ci deve essere un contenitore legale unico, che a quel punto si riferisce a quel progetto che è uguale per tutti. Chiamala fondazione, chiamala associazione che permette a tutti di portare allo stesso progetto e di conseguenza allo stesso obiettivo.

Conduttore – A questo punto è necessario far fede alla sua professionalità…

Lamberto Mattei – Ipotizzando di creare la Fondazione Fare in modo che sia l'unico interlocutore che, nell’ambito delle proprie attività, seleziona gli artisti e acquisisce i vari locali chiaramente, come tutte le attività serie, dovrà poi riportare con un progetto e con aspetti economici al Comune quello che è accaduto, perché poi alla fine il risultato è facile, perché se per esempio vengono assegnati tre negozi alla Fondazione Fare e non pagano e facciamo lavorare 10 artisti o 20 artisti che rappresentano qualcosa che vedono tutti, perché l'arte la vedono tutti, non è che nell'ambito dell’arte puoi raccontare che è stato due mesi a non fare niente, qualcosa uscirà di concreto e io credo che in questo modo alla fine portiamo a compimento il risultato.

Conduttore - Per chiudere, può fare il punto finale su quanto ha espresso questa trasmissione anche da parte degli altri partecipanti?

Lamberto Mattei - Sull’argomento penso che abbiamo detto tanto. Il problema è che noi dobbiamo trovare intanto un'agevolazione IVA a zero sull'artigianato creativo. Altro problema è che una volta che noi abbiamo creato il contenitore, è necessario creare un marchio d'origine, nel senso che questo marchio permette a tutti coloro, quindi non c'è solo il centro storico, abbiamo anche la parte esterna della città, dove alla fine qualunque cosa fa un artigiano e se viene in qualche modo autorizzato o meglio, autenticato da un marchio storico, questo permetterebbe di avere dei negozi di qualità, dei negozi importanti, dando la possibilità a tutti coloro che fanno questa attività, di farla a livello molto più alto.