E' passato molto tempo da quando abbiamo iniziato a combattere una "guerra" contro un nemico apparentemente invisibile, molto agguerrito e letale, ma se continueremo a rimanere uniti, a seguire le regole e avremo un pochino in più di pazienza di rimanere a casa, vedremo finalmente la luce di questo interminabile tunnel in cui ci siamo venuti a trovare.

Vorrei spendere due parole per una categoria di professionisti della Sanità che è rimasta nel "buio", nonostante l'enorme lavoro in cui  si è venuta a trovare: la categoria dei Farmacisti. Nonostante che la Farmacia sia un punto di riferimento, sia un Presidio sanitario insostituibile, utile in qualsiasi occasione, di cui ci si può fidare in quanto vi operano dei veri professionisti responsabili e con un altissimo senso del dovere verso tutta la cittadinanza, è stata una categoria dimenticata, nominata da quasi nessuna istituzione statale.

I Farmacisti, nonostante il loro impegno, la loro professionalità, responsabilità, in grado di dare supporto sia dal punto di vista medico che dal punto di vista psicologico, non sono stati supportati (in questi primi 2 mesi) nè dagli organi competenti (Ordine dei Farmacisti, Federfarma, Fofi, Enpaf) nè dalle istituzioni statali, ci siamo sentiti come soldati in guerra senza armi, come soldati che vanno in mezzo alla neve a combattere con scarpe di cartone, per i primi due mesi abbiamo lavorato senza DPI (dispositivi di protezione individuale) ognuno di noi ha dovuto provvedere di tasca propria.

Solo in questa settimana l'Ordine di Roma ha provveduto ad inviarci delle visiere protettive (ma alcuni di noi le avevamo comprate per proprio conto). Nel frattempo noi Farmacisti, in silenzio, ma rammaricati, abbiamo continuato per la nostra strada, armati di ottimi propositi ed immenso coraggio e se continueremo ad essere uniti sconfiggeremo questo "nemico" che ha cambiato il nostro modo di vivere, nella speranza che qualcuno si accorga della nostra categoria.