Ormai da diverse stagioni, il club più antico d'Italia, non naviga in acque floride.

Per ovviare a queste problematiche il patron Preziosi ha, spesso e volentieri, cambiato tecnico a fine stagione e investito diversi milioni per costruire delle rose all'apparenza competitive. Il vero problema si vede, sistematicamente, nei primi mesi dell'anno venturo, ovvero quando la stagione entra nel vivo. Troppe volte il pubblico del Grifone ha dovuto passare la sosta natalizia tra il panettone ed il terrore di finire nella serie cadetta.

Dopo le scommesse, alcune vinte ed alcune perse, della sessione di mercato estiva, i trasferimenti di Gennaio appaiono da anni scontati; ecco che, dunque, per avere prospettive più rosee nella stagione successiva si ricorre al passato. La lotta della salvezza non è affare per giovani in rampa di lancio, occorre esperienza... Di tutto ciò i rossoblu sono maestri ed, anche, quest'anno si è ricorsi all'aiuto di ex giocatori genoani con dell'esperienza alle spalle. Perin, Mattiello, Destro ed adesso un interessamento di Iturbe possono essere il motore pulsante di una squadra che ad inizio anno promette di salvarsi con tranquillità ma che ogni anno si ritrova invischiata in posizioni poco onorevoli. Il demerito è di tutti quanti, perchè una gestione societaria del genere non da una visione ad ampio spettro, semmai sembra essere la sarta di una coperta troppo corta per chi ha tra le mani una delle società con più storia dell'intero stivale. La serie B servirebbe per rifondare, per l'ennesima volta la squadra, grazie anche ai famosi introiti derivati dal cosiddetto “cuscinetto”. I giocatori inesperti dovrebbero essere affiancati da atleti più esperti, in grado di tirare fuori i bracieri ardenti nelle situazioni più complicate.

Ecco che la Genova calcistica non sta vivendo degli anni importanti, non raggiungendo i risultati desiderati da una piazza vogliosa di calcio perché nonostante tutto il feed-back più importante deriva da coloro che riempiono il Marassi di rosso e di blu.