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Abbiamo aspettato un po' di tempo per parlarvi di alcune tematiche a cui (ahimè) siamo stati costretti a vedere.

Molto spesso la stampa so focalizza su argomenti di maggiore impatto sociale, vuoi per aumentare le letture o vuoi per una "forzatura sociale", tralasciando i reali problemi di un calcio ormai alla deriva. Il dito dell'inquisizione popolare è stato puntato principalmente su un gruppo di tifosi laziali, colpevoli di aver apposto degli adesivi infelici a sfondo razziale in Curva Sud nell'ultima gara casalinga dei biancocelesti. Come detto più e più volte é difficile estirpare il razzismo dalla società in cui viviamo, figuriamoci in uno stadio. Iniziative di facciata, come quelle di Lotito, non sono molto utili se non a placare gli animi e ad evitare ulteriori sanzioni.

Ma perché accanirsi contro un'intera tifoseria, quando bisogna solamente rimboccarsi le maniche ed inculcare nella mente delle nuove generazioni il rispetto del prossimo? Perché ingigantire l'accaduto e gettare fango su uno sport tanto amato quanto malato? D'accordissimo sul punire qualsiasi forma di repressione e di razzismo nelle curve, ma la verità è che molti gesti vengono fatti esclusivamente per goliardia (seppur di cattivo gusto e mal vista). Ci si è accaniti, anche, su Bonucci colpevole di aver colpito Rosi con una gomitata, procurandogli 5 punti di sutura in fronte. É corretto affossare così un ragazzo per dinamiche di gioco (seppur scorrette)? É passata, invece, sotto traccia la notizia dell'esclusione di Pigliacelli. Il portiere classe 93 del Pescara, si è rifiutato di accomodarsi in panchina nel match contro l'Empoli ed è stato escluso dalla lista dei convocati di Mr. Zeman.

Questo dovrebbe far riflette, più degli adesivi e più del "cattivo Bonucci". Un giovane atleta, che deve ancora dimostrare il suo reale valore, può permettersi di giudicare le scelte del suo allenatore "minacciandolo" di non sedersi in panchina? Questo è il vero problema del calcio nostrano! Ai calciatori è stato dato troppo potere decisionale ed il brutto è che o tifosi si schierano, spesso e volentieri con i propri giocatori imputando qualsiasi colpa ai tecnici senza riflettere che quel signore in giacca e cravatta seduto in panchina deve istruire ed allenare dei ragazzi milionari, spesso montati (chi di per sè e chi dai media).

Accendiamo, dunque, i nostri riflettori per poter mettere in luce le reali problematiche in questo sport. Scindiamo i dissidi politici dai peccati calcistici. Quando riusciremo a fare questo passo mentale staremo tutti più avanti: media, calciatori e tifosi.