Era la stagione 2015/2016 quando un sedicenne che sfiora i due metri viene schierato a difesa della porta del Milan, il suo nome è Donnarumma (Gigio per gli amici).

Come idolo ha Buffon e l'istinto del fuoriclasse sembrerebbe essere lo stesso. Da quel giorno in serie A ha collezionato 68 presenze. Viste le capacitá tecniche e di leadership molte squadre europee hanno sintonizzato le antenne in direzione Milanello. Numerose offerte sono pervenute a Casa Milan, quasi tutte rimandate al mittente.

Purtroppo non tutte le favole hanno un lieto fino. È di ieri l'annuncio del non rinnovo con la squadre del suo cuore. I tifosi si sono subito scagliati contro il portierino ed il suo procuratore (un certo Raiola, potevano pur immaginarlo un epilogo del genere). Questo potrebbe destabilizzare mentalmente un giocatore che, se pur forte, ha solamente 18 anni e si è visto catapultare in un mondo anomalo, come lo è quello del calcio. Un bellissimo prospetto per il calcio italiano ed un portiere di punta per i top club, qualora ripagasse le aspettative. Non occorre, dunque, screditarlo in questo modo. Per lui è sicuramente un salto di carriera, agognato da quasi la totalitá delle persone.

Nel calcio non ci sono più le bandiere e forse non ci sono mai state, perché per noi è un gioco ma per loro (i calciatori) è un lavoro. Quanti cambiano continuamente azienda per progressi professionali? Ecco Donnarumma ha la possibilità di fare un salto di qualità. No tarpiamogli le ali.