Bello e impossibile è la storia tratta dal mito di Narciso, una delle leggende più note della nostra storia. Talmente famosa da diventare una parola di uso comune per indicare una caratteristica dell’uomo: l’amore smisurato per se stessi.

Antonia Brancati raccoglie ed interpreta in un intenso monologo tutte le sfaccettature dell’anima tormentata di Narciso e le fa incontrare con il mito del Dorian Gray di Oscar Wilde. Da questo legame nasce un’opera contemporanea di grande impatto emotivo. La regia, attenta e minuziosa, è a cura di Riccardo D’Alessandro, volto noto di numerosi spettacoli, film e fiction di successo. Sul palcoscenico l'interpretazione intensa e folle di Pino Cormani sarà accompagnata dal suono del violino di Leonardo Mazzarotto. Sottolinea il regista: “Parola e musica si mescoleranno, si intrecceranno senza confini trovando un equilibrio sottile che ne caratterizzerà i ritmi. Lo spazio scenico fonde i luoghi reali, i luoghi dei ricordi e il luogo onirico della mente”.

La leggenda racconta che Narciso fu concepito da Liriope, ninfa delle acque dolci, dopo essere stata imprigionata e sedotta dalla divinità fluviale Cefiso. La madre, preoccupata per il destino del figlio, si rivolse all’indovino Tiresia, il quale le predisse che Narciso avrebbe vissuto finché non “avesse conosciuto se stesso”.

Col passare del tempo, Narciso crebbe e divenne un giovane di rara bellezza capace di far innamorare chiunque. A causa del suo orgoglio e della sua arroganza, Narciso rifiutava e respingeva ogni pretendente non concedendo mai a nessuno il suo amore.

Sulla sua morte esistono differenti conclusioni.

Secondo Ovidio, Narciso fu punito da Nemesi – dea della vendetta - per aver spezzato il cuore della dea Eco, questa fece sì che il giovane si innamorasse della sua immagine riflessa in una fonte. Resosi conto che non avrebbe mai potuto ottenere il suo stesso amore, si lasciò morire.

La versione di Pausania narra invece che Narciso avesse una sorella gemella, talmente somigliante a lui che se ne innamorò. Questa morì prematuramente e la leggenda vuole che, quando Narciso, camminando tra i boschi, si imbatté in un ruscello scambiasse il suo riflesso per il volto della sorella amata. Nel tentativo di raggiungerla cadde nel fiume e vi annegò.

 “…Un giorno, poco tempo fa – mi accadde una cosa preoccupante: passavo di fianco a una vetrina, guardai dentro… e mi vidi – ero io – ma vecchio, il mio volto segnato dal pensiero, solcato dalla vita, inciso dalle passioni… Poi quell’immagine di me scomparve. Mi chinai su uno specchietto retrovisore di una macchina – e mi rincuorai: ero sempre lo stesso; bello, levigato e giovane… Non ci pensai più, fino a che… mi rividi, vecchio e sorridente, allontanarmi sul finestrino di un autobus… e un’altra volta ancora, sulla finestra di una casa – vecchissimo, coi capelli lunghi e bianchi, chino su un libro…
Finalmente, un giorno, mi ritrovai faccia a faccia con quell’immagine di vecchio sorridente… e fra noi non vi erano specchi, schermi, superfici riflettenti, pozze d’acqua… No: io – giovane e liscio e snello e bello – mi trovai all’improvviso davanti, in un giardino, me – vecchio, seduto tranquillo su una panchina, con indosso un vecchio caftano a fiori a nascondere la mia grassezza… “Ciao, Narciso!” – mi disse il vecchio. E, visto il mio sguardo stupito, continuò: “Non avrei potuto non riconoscerti, Narciso: ho avuto il tuo stesso aspetto –oh, molto tempo fa…”
… e l’incontro con la gemella creduta morta porterà a un tragico finale.

Le note di regia di Riccardo D'Alessandro - La figura del Narciso mi ha sempre affascinato è per questo che ho deciso di portare in scena il meraviglioso testo della Brancati. Nel monologo troviamo un Narciso estremamente contemporaneo che racconta della sua vita: poetica, stravagante, dolorosa, selvaggia, confusa. Una divinità o solo un "semplice" uomo, che, come tale, ha delle debolezze, ma che non vuole, o forse in questo caso non deve far emergere. I suoi ricordi, le sue parole sono un flusso di coscienza che lo porteranno a conoscere se stesso. Sul palcoscenico l'interpretazione intensa e folle di Pino Cormani sarà accompagnata dal suono del violino di Leonardo Mazzarotto. Parola e musica si mescoleranno, si intrecceranno senza confini trovando un equilibrio sottile che ne caratterizzerà i ritmi. Lo spazio scenico fonde i luoghi reali, i luoghi dei ricordi e il luogo onirico della mente.

25 Luglio 2023 ore 21.30 - I SOLISTI DEL TEATRO - Giardini della Filarmonica - Via Flaminia 118 – Roma