Mettete insieme due spie, un’americana e una russa, con tanto fascino e appeal, per portare a termine una missione negli anni Sessanta!La regia ha la firma inconfondibile di Guy Ritchie (Snatch - Lo strappo, 2000, Sherlock Holmes, 2009, Sherlock Holmes - Gioco di ombre, 2011). Il film mostra un’originalità notevole, unisce azione, suspence e una sana comicità.

La pellicola è l'adattamento della serie televisiva Organizzazione U.N.C.L.E. (The Man from U.N.C.L.E.), andata in onda negli anni Sessanta.

I protagonisti sono Henry Cavill, meglio conosciuto come l’Uomo d’acciaio, nei panni di Napoleon Solo, ex ladro d’arte attualmente agente della CIA, e Armie Hammer, che interpreta Illya Kuryakin, un’agente del KGB.

I due devono lavorare insieme per trovare Udo Teller, ex scienziato nazista, rapito per costruire una bomba atomica. La figlia di Teller, Gaby (Alicia Vikander) è la chiave per ritrovare il padre. Così viene presa in custodia da Napoleon, inizialmente. L’inseguimento tra Solo e Illya è una delle sequenze più belle del film, avviene tra i vicoli di Berlino, e il russo si attacca addirittura all’auto in movimento, stessa auto che rimane incastrata in una stradina. La fuga si conclude con Gaby che abbraccia Napoleon per percorrere un tratto appesi a una fune, e tutto questa suona molto familiare se pensiamo ad Ethan Hunt e Ilsa in Mission Impossible Rogue Nation. I battibecchi tra Illya e Napoleon sono esilaranti, è divertente vedere i due scontrarsi per prevalere, anche se finiscono sempre per collaborare. Due sono le sequenze particolarmente brillanti: la prima, l’inseguimento in barca, in cui Napoleon cade in acqua e sale su un camion per andare a salvare Illya, ma non prima di aver trovato la giusta stazione radio e dato un morso ad un panino, provvedendo a non sporcarsi con un tovagliolo. Assistiamo ad ogni passaggio, da quando il camion cade in acqua, affonda e Napoleon esce per recuperare Illya. L’altra sequenza riguarda la tortura di Solo: Illya corre in suo aiuto e mentre i due, ignari, discutono sul da farsi, il criminale nazista che ha preso il suo posto, prende fuoco sulla sua stessa macchina della tortura, un po’ difettosa.

Anche le situazioni più estreme o drammatiche vengono smorzate dalla comicità, come quando l’agente Solo si sdraia sul divano dopo essere stato drogato, per non cadere. Lo stile registico è magistrale, soprattutto nei flashback ci ricorda Sherlock Holmes, ma in questo caso il rallenty viene usato di meno. È come trovarsi nel film in alcuni momenti, Ritchie cura i particolari, come quando ci mostra gli ingranaggi della cassaforte, o ci fa entrare nell’auto sott’acqua insieme a Napoleon. Da menzionare John Mathieson per la fotografia e Oliver Scholl per la scenografia, che è curata nel minimo dettaglio e rispecchia lo spirito degli anni Sessanta. Niente è lasciato al caso, e tutto è contornato da una colonna sonora a doc, che include Che vuole questa musica stasera di Peppino Gagliardi e Cry to me di Solomon Burke. L’interpretazione di Cavill è perfetta, veste bene i panni della spia e latin lover che sa come ottenere quello che vuole. Lo stesso si può dire di Hammer, che però, ha un lato romantico e un passato più tormentato. Promettente anche la Vikander, recentemente apparsa nei panni di un robot in Ex Machina e ritroviamo qui a fare la doppiogiochista, in un’interpretazione dalle mille sfaccettature. Nonostante abbia un ruolo minore, anche Hugh Grant fa la sua parte nei panni di Mr Waverly, che si scoprirà essere addirittura un pezzo grosso dell’MI6 (servizio segreto inglese). Il suo personaggio all’inizio è avvolto nel mistero ma riesce a inserirsi senza sforzi nella squadra. E come solo i blockbuster hollywoodiani sanno fare, il finale lascia pensare a un futuro sequel e non si può che approvare la scelta. Visione assolutamente consigliata.