La memoria, i ricordi, la percezione del tempo che passa; vivere il presente con pienezza, senza inquinarlo con i malumori di tutti i giorni: togliere le briciole da ciò che davvero conta; questi sono i temi che animano il cortometraggio di Rebecca Marie Margot.

I protagonisti del corto sono due poliziotti con famiglie rumorose e disordinate, vite normali fatte di affetti ma anche di preoccupazioni e piccoli litigi, che sembrano oscurare il bene e il calore familiare che, invece, vivono ogni giorno. Alfredo vive con i suoi tre figli e la moglie Donatella in un piccolo appartamento. La famiglia è in attesa del quarto figlio.

Il lavoro, l'arrivo del nuovo bimbo e i piccoli e grandi problemi della vita lo stanno schiacciando: “Io non ce la faccio più, vorrei solo andare su un’isola deserta”, dice.  Anche il suo collega vive una vita familiare simile; si lamenta di piccole questioni casalinghe, come il modo di cucinare della moglie: “a casa nostra mangiamo cose che non sappiamo neanche come si chiamano”.

Durante una mattinata di servizio, la risposta ad una chiamata d'emergenza per una rapina a mano armata cambia la loro visione della vita. A chiamare è un’anziana signora.

I poliziotti, una volta arrivati nella casa della presunta rapina, iniziano a sospettare qualcosa di strano. La donna è troppo serena ed accogliente per essere stata poco prima vittima di una rapina: offre caffè, biscotti ed è in vena di chiacchierare.  I due protagonisti iniziano a pensare che in quella casa non sia avvenuto alcun furto.  Dopo pochi attimi il loro dubbio diventa certezza.   La donna rivela il suo segreto e dietro il suo volto malinconico si apre un mondo di nostalgia e ricordi, di una vita vissuta e passata.  La sua malinconia è figlia dell’impossibilità di cambiare la velocità dello scorrere del tempo e  la mutevolezza della vita. La donna non è vittima di un furto materiale ma è il tempo ciò di cui sente di essere stata privata; senza che se ne accorgesse le imperfezioni e i rumori della sua giovinezza sono passati e adesso, che i giorni le sembrano tutti uguali, li rimpiange.  È proprio grazie all’incontro con la donna che i due protagonisti comprendono la preziosità del caos della quotidianità, dei suoni e delle voci che riempiono le stanze di una casa e la vita.