A Diamante (CS) si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della X edizione del Mediterraneo Festival Corto (3-6 settembre 2020), moderata dalla giornalista Rossella Pagano.

Hanno partecipato l’attrice-regista Isabel Russinova, l’attrice Annalisa Insardà, l’attore Emanuele Vezzoli e gli organizzatori ufficiali: il presidente del Cinercolo Maurizio Grande Ciriaco Astorino, il direttore artistico Francesco Presta, il direttore tecnico Ferdinando Romito, e l’assessore al Turismo ed allo Spettacolo del Comune di Diamante Francesca Amoroso.

Era presente anche il vice-sindaco del Comune di Diamante Pino Pascale che ha evidenziato come il Festival di Diamante ormai è entrato di prepotenza nel panorama nazionale dei grandi eventi cinematografici, e non solo. Portando i saluti del sindaco Ernesto Magorno, Pascale assicurava che questa edizione sarà importante come le altre, in quanto gli ospiti e gli attori che ne fanno da cornice lo dimostrano.

Ha preso poi la parola l’assessore Amoroso che ha messo in luce l’impegno e la costanza con la quale è stato portato avanti tutto quello che è stato fatto in passato, anche in un periodo così difficile. Pure lei, come Pascale, ritiene che questo Festival avrà un successo equiparabile a quello degli altri anni.

E’ intervenuta poi l’attrice-regista Isabel Russinova, che è anche madrina e testimonial dell’evento. Ha dichiarato: “Per me è un onore ritornare a Diamante, una perla del Tirreno che amo molto e alla quale sono molto legata. Me ne sono innamorata quando sono venuta qui con il teatro qualche anno fa, e ho deciso poi di battermi per poter girare qui il mio film “L’ultimo re”. Ma anche perché ero e sono molto legata al compianto ex-sindaco di Diamante Ernesto Caselli, che è stato artefice importante per la realizzazione del film, e soprattutto un grande amico. Sono certa di vedere qui del buon cinema, perché so quanta passione, precisione, e anche sacrificio avete da sempre messo a disposizione per il successo del Festival, punto di riferimento del cinema e del corto. E’ vero, il corto è un linguaggio cinematografico molto interessante, da sempre utilizzato dai grandi registi per raccontare con questa tecnica qualcosa che forse può essere più incisivo. Proprio perché raccontato in breve tempo, il corto cerca di utilizzare tutto quello che può offrire l’arte dell’artista ed il mezzo cinema, allo scopo di raggiungere il pubblico. Il linguaggio cinematografico del corto è stato qualche volta un po’ messo da parte per ragioni che esulano dalla sua forza e dalla sua potenza espressiva, per problemi di distribuzione, di organizzazione e di fruizione. Credo che proprio in questo momento storico, invece, si stia delineando una grande possibilità per valorizzare il corto, per diverse ragioni. Prima di tutto perché il corto dà la possibilità agli artisti di muoversi con dei piccoli capolavori utilizzando grandi attori, potendo avere a disposizione dei buoni mezzi a cifre possibili. Poi ci sono iniziative importanti, frutto di passione e di costanza, come questo Festival, dove gli artisti possono essere visti, valutati, seguiti e valorizzati. Anche la fruizione cinematografica sta cambiando, perché la distribuzione, in questo momento, mette a disposizione del pubblico altri metodi per guardare e seguire il cinema. Quindi il corto dovrebbe avere una stagione molto più positiva. Sono felice di presentare anche al pubblico di Diamante, come evento speciale, “Là dove continua il mare”, il mio ultimo lavoro come corto”.

Subito dopo Rossella Pagano ha chiesto all’attrice di origine calabrese Annalisa Insardà, cittadina onoraria di Diamante “Che cosa significa essere al Sud e voler diventare attrice al Sud?”. La Insardà ha risposto: “Secondo me, nascere al Sud non è una condanna ma una risorsa. Faccio una riflessione sul calabrismo in particolare, perché conosco bene la tempra e la cocciutaggine dei calabresi. Offrendo una suggestione, la Calabria è una terra compresa tra l’Etna e il Marsili. L’Etna è a 3.000 metri sopra il livello del mare, il Marsili è a 3.000 metri sotto il livello del mare. Al livello 0 c’è la Calabria. Quindi è chiaro che il calabrese, temprato con tutto questo fuoco, è verace, ha una forza, una caparbietà, un’intelligenza sociale che può essere motivo di rinascita, di successo. Tanti sono i calabresi in Italia e nel mondo che hanno avuto successo, che hanno fondato intere città anche in America. Quindi non c’è nulla da dire sulle qualità e sulle attività dei calabresi. Fare l’attrice è un po’ la stessa cosa. Quindi nascere al Sud, in Calabria, per me è portare la propria esperienza di vita nell’arte, con un arricchimento per il mio lavoro e per l’arte in genere. Venire dal Sud è un’altra cosa, perché il Sud non è terra in cui certe cose fioriscono in modo semplice, come il cinema. Subito dopo l’Accademia mi dissero “se non ti trasferisci a Roma raccogli le briciole”, oppure anche a Milano o nelle grandi città. Essere del Sud è una risorsa, venire dal Sud è un impegno serio, una fatica, perché devi importi altrove”.

All’attore Emanuele Vezzoli la conduttrice ha chiesto “Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono intraprendere la carriera del corto, tra i quali anche tutti i giovani che hanno partecipato numerosi al Festival di Diamante?”. Vezzoli ha risposto: “Il consiglio che mi sento sempre di dare ai giovani è quello di assecondare la propria passione, il proprio amore, e di non pensare di incominciare una carriera avendo nella mente un percorso in termini di premi. Bisogna incominciare come un gioco.  Spingerei i giovani ad avere coraggio partendo da dove sono nati e cresciuti. Consiglierei in particolare ad un giovane calabrese che volesse incominciare il cinema di partire da questa ricchezza, perché qui ce ne è tantissima, partendo dalle proprie radici, scoprendo la propria cultura fino in fondo, utilizzando questa terra anche come location per fare del cinema, avendo potenzialità enormi. Quindi assecondare la passione e l’amore come in un gioco, e fidarsi della proprie origini. Io ho incominciato così, come un gioco, e poi è diventata, giocando, una professione”.

Il presidente del Cinercolo Maurizio Grande, Ciriaco Astorino, ha sottolineato le difficoltà psicologiche che non hanno frenato l’organizzazione del Festival, che si è conclusa molto bene, anche se nel lock down era tutto un punto interrogativo.

Il direttore tecnico Ferdinando Romito ha reso noto i dati numerici del Festival: oltre 250 opere provenienti da tutto il mondo. L’Italia l’ha fatta da padrone con circa un centinaio di opere, seguita dagli Stati Uniti, dalla Francia, dal Belgio, e dall’Iran. Tutti i grandi registi hanno iniziato a girare i corto per poi passare ai film.

Il direttore artistico Francesco Presta ha ricordato che nella prima edizione del Festival erano presenti solo 6-7 corti. La X edizione sarà superiore a quella degli altri anni anche se, a causa del Covid, ci saranno diverse assenze, sia per i premiati che per gli ospiti. Ha ringraziato la testata online “Matchnews”, con il direttore Antonio Bartalotta che ha curato il “Premio Stampa”. In questa edizione ci sarà l’antropologa Claudia Lanzidei che da quest’anno, per ogni Festival, distribuirà un libretto, un diario, con fotografie e interviste realizzate e ambientate a Diamante. Nella prossima edizione, invece, ci sarà anche la pittrice internazionale Maria Luisa D’Eboli, che dipinge ascoltando la musica. In una sua performance regalerà un suo quadro al Comune di Diamante.

Presente alla conferenza stampa anche il produttore di The Keepers, Ermanno Reda. Il trailer del suo corto verrà proiettato nel corso della seconda serata.

Il direttore della testata online “Matchnews” Antonio Bartalotta, al termine dell’incontro, ha formulato una domanda ai tre artisti presenti: “Il periodo di confinamento, da un punto di vista artistico, ha stimolato ulteriormente la vostra creatività?

Ha risposto Isabel Russinova: “Sicuramente quello che stiamo vivendo non poteva che sensibilizzare, colpire e coinvolgere soprattutto il mondo degli artisti che, come si sa, è il mondo degli ipersensibili, di quelli che riescono comunque a vedere oltre le cose. Quindi, come si è visto, il mondo degli artisti si è sicuramente attivato, e credo che sia stato davvero molto importante per la comunità il loro segno. Il fatto che gli artisti abbiano deciso di cantare, di suonare, di far vivere la loro arte, mettendola a disposizione della comunità, è stato molto importante, è stato un segno molto bello, molto forte. Anche San Francesco diceva che il mondo degli artisti è un mondo che esula. Lo stesso diceva anche che le persone sanno usare le mani e le braccia, e che ci sono quelle che sanno usare il cervello e le braccia. Ma l’artista sa usare il cuore, le mani e il cervello, quindi ha quell’ipersensibilità di cui ho accennato prima. Per quanto mi riguarda sicuramente sono stata colpita, e ho avuto subito la sensazione, la percezione, che è arrivato un altro passo per l’umanità, un nuovo momento in cui noi tutti esseri umani in questo momento storico sul pianeta Terra dobbiamo fare i conti, e quindi guardare un po’ il futuro con altri occhi. Fattivamente ho scritto molto, e ho realizzato due cortometraggi, coinvolgendo i nostri giovani e stimolandoli a cercare, recitare, proporre i grandi pensieri dei grandi intellettuali, dei grandi poeti nel tempo, perché possa essere da stimolo  a guardare il futuro con la saggezza e la grandezza di chi è venuto prima di noi. Penso che la funzione dell’arte dell’artista, sia di stimolare continuamente e rendere sensibile e percepibile il fatto che noi siamo appunto esseri umani e sociali”.

Ha preso la parola poi Emanuele Vezzoli che ha affermato: ”I social sono stati il mezzo attraverso il quale tutti si sono espressi, soprattutto gli artisti. Ho visto nascere delle forme d’arte nuove. Ho visto colleghi che hanno creato una nuova forma di teatro. Gli artisti si sono sbizzarriti. Nel mondo dell’arte è successo qualcosa da cui probabilmente nascerà qualcos’altro ancora. Noi che facciamo teatro abbiamo subito una bella batosta, perché i teatri sono stati chiusi. C’è chi ha anche ideato una platea a forma di aereo in modo da poterla riempire, perché le platee del teatro non le puoi riempire, ma gli aerei si.. Però questa fantasia, questa voglia di trovare un’altra via fa piacere, perché il teatro non muore. Finché ci saranno delle persone che si incontrano il teatro non muore. Così l’arte. Troverà altre forme, altri spazi. Diceva il mio professore Franco Ruffini che “Il teatro tornerà nelle catacombe”, idealmente. Ma non è uno svantaggio, anzi è un momento importante dal quale rinascere”.

Ha parlato infine Annalisa Insardà che ha dichiarato: “Ho sentito questi mesi di quarantena come un tempo non a disposizione, ma un tempo indisponibile, sono stata molto tesa e in continuo disagio. Ho fatto la testimonial per aiutare ospedali e medici. L’ha fatto con una disponibilità e generosità, quella che sempre uso per le cause importanti. Però dal punto di visto creativo sono stata in grave disagio con grandi tensioni, e non sono riuscita a leggere neanche la pagina di un libro, io che divoro i libri. Questa è stata la mia reazione a questo tempo. Io scrivo, ho bisogno forse del tempo che scorre per scrivere, ho bisogno del tempo che passa, non di quel tempo che ho considerato fermo, irremovibile, sospeso e indisponibile. Non per scelta, l’ho sentito così, ed è stato un po’ come morire. Però adesso spero che le cose cambino. Partirò il 13 con le prove di uno spettacolo nuovo, e quindi mi auguro che la vita che torna a scorrere farà scorrere in me di nuovo nuove parole, nuove creatività, nuove possibilità”.

Una conferenza degna della X edizione, domani alle 21,30 la prima serata. La conduttrice sarà la giornalista Mariella Perrone che in molti conoscono come “inviata speciale” nella trasmissione “TONI & Motivi” in onda su White Radio ogni lunedì dalle 19,00 alle 21,00.

Dopo la conferenza stampa, nell'elegante atmosfera del Ristorante Sabbia D'Oro, i festeggiamenti per i 10 anni del Mediterraneo Festival Corto e per i 40 anni di Telediamante Riviera dei Cedri, per la TV diamantese, presente il fondatore, il prof. Mario Pagano.