La giornalista televisiva Stefania Giacomini é una professionista decisa, passionale, con una notevole carica di empatia. Il tempo ha smussato alcuni suoi aspetti di “ferrea”, donandole una dolcezza malinconica che traspare dai suoi occhi vivaci.

Ho avuto il piacere di incontrarla ed intervistarla a Roma, in Campidoglio, in occasione della presentazione del suo ultimo libro: “Shopping pericoloso”, che ha la copertina disegnata dalla figlia, l’architetto Ludovica Cirillo.

Il romanzo in oggetto presenta due letture. La prima, più superficiale, é quella di un giallo rosa in cui l’autrice coinvolge il lettore in un viaggio, non solo immaginario, nei mondi della moda, dello shopping e della cultura tra Lisbona e Roma. 

Parlando della seconda chiave di interpretazione, il volto di Stefania si era indurito, la voce aveva perso la gioiosità, il tono era diventato addolorato mentre parlava del risvolto noir (oscuro n.d.r.) del romanzo. Il riferimento é alla cosiddetta “Tratta delle Bianche”. E’ un tema che non ha una grande diffusione mediatica, che la Giacomini descrive nel suo thriller  con un linguaggio fluido e coinvolgente nelle pieghe della trama del romanzo.

La piaga in oggetto rivela tutta la brutalità della prostituzione. Quest’ultima non ha una linea di confine netta con la “tratta delle bianche”. Nel secondo caso, tuttavia, sono più drammatici e rilevanti gli aspetti della prima ipotesi. Le ragioni sono da ricercare, tra gli altri motivi, nella prima Rivoluzione Industriale dell’Ottocento. Essa favorì una notevole mobilità per ricercare condizioni di vita migliori e, di conseguenza, accentuò lo sfruttamento della manodopera (e del corpo) femminile. In altri termini, le donne furono trattate come “merci” da trasferire dal proprio luogo di origine in altri Stati. In essi, lontano dalla famiglia, sole, sottopagate, senza la conoscenza della lingua, erano facile preda di criminali che le avviavano al meretricio.

Inoltre, nel caso della prostituzione, é sostanzialmente unico il reato. Nel caso della “tratta delle bianche”, invece, le fattispecie sono diverse, ad esempio: adescamento, traffico internazionale di persone, sfruttamento. Oggi, purtroppo, la sostanziale riduzione in schiavitù delle donne ha solo cambiato le rotte, privilegiando alle due sponde dell’Atlantico quelle del Mediterraneo. E’ questo il motivo per cui é importante un’azione di sensibilizzazione per cercare di contrastare un traffico illegale organizzato a livello internazionale tra più Stati.