C’ERA UNA VOLTA, 2005 resina dipinta 218x275x205

Roma - Chiude i battenti il 18 gennaio 2015 la grande mostra sullo scultore toscano Giuliano Vangi allestita presso il Macro di Testaccio a Roma, nei due padiglioni ottocenteschi realizzati da Gioacchino Ersoch fra il 1888 e il 1891, assegnati al Museo nel 2002. Trenta sculture, di cui tredici create proprio nel 2014, e una ventina di disegni.

Come sempre nello stile del grande artista contemporaneo (vincitore del famoso “Praemium Imperiale” per la scultura nel 2002) numerosi i materiali utilizzati: bronzo, marmo bianco, granito, legno, pietra, forgiati per dar vita ad opere come il colossale ‘Veio’ (2010), ‘C’era una volta’ (2005), sul tema della decapitazione, ‘Ragazza con capelli biondi’ (2014) ed altre ancora. Tra queste, sempre del 2014, si ricordano pure quelle del ciclo “a due facce” in cui pittura e scultura sembrano dialogare: ‘La bruma del mattino’, ‘L’uomo’ e ‘L’uomo che corre’. E poi ‘Persona’, ‘Granito rosso’ e ‘Ulisse’ imponenti opere realizzate in granito. Infine il realistico ‘2011’ in bronzo, raffigurante uno dei noti indignados spagnoli.

Una mostra sulla celebrazione del corpo dunque, sul rapporto dell’uomo con la società, sul modo cioè in cui l’uomo si relaziona con la realtà che lo circonda, con la natura, presentata finalmente a Roma dopo tanti anni, dopo quella, l’ultima, altrettanto importante, allestita nel 1978 presso l’Istituto Italo - Latino Americano. Per questo nel comunicato stampa l’esposizione viene definita “Un viaggio nel cuore dell’uomo e nel destino della forma plastica”, perché di questo si tratta. Di un viaggio, di un’esplorazione, di un percorso  in cui la scultura «ha la forza di rivelare, in tempi dominati invece dall’oscurità dell’oblio, “la scandalosa forza rivoluzionaria del passato”, della memoria, della tradizione» affermando « plasticamente lo “scandalo” del grande racconto intorno all’uomo, al suo destino, costituito sulle rovine del progetto modernista e della frammentazione postmoderna. Vangi ha il coraggio di chiamare in causa la tensione dell’epico, del mitico, del tragico, parole e concetti oggi cancellati e negletti» (Simongini).

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Macro, è curata da Gabriele Simongini, con catalogo edito da Silvana Editoriale contenente scritti oltre che di Simongini, di Luca Beatrice e Daniela Ferrari, nonché un’intervista allo stesso Giuliano Vangi e a Mario Botta, quest’ultimo responsabile del bellissimo allestimento dei due padiglioni.

Giuliano Vangi - Opere 1994-2014

a cura di Gabriele Simongini - Allestimento di Mario Botta - Organizzazione Studio Copernico – Milano -Apertura al pubblico: 19 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015. MACRO Testaccio Padiglioni 9A e 9B - Piazza Orazio Giustiniani, 4. Orario: da martedì a domenica, ore 16.00-22.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)

226. DUEMILAUNDICI, 2013, bronzo, 218x200 (Foto 1)

228. C’ERA UNA VOLTA, 2005 resina dipinta 218x275x205 (Foto 2)

229. DONNA SULLA BATTIGIA, 2014 marmo bianco h12x 44x55 (Foto 3)