Giuseppe Costigliola è giornalista, traduttore letterario, saggista.

Ha pubblicato racconti, lo studio in due volumi Il cinema di Romolo Guerrieri. Viaggio nel film di genere italianosaggi di critica letteraria, cinematografica e musicale, articoli, interviste e recensioni culturali per i quotidiani “Globalist.it”, “Eurocomunicazione” e per le riviste “Il Giornale dello Spettacolo”, “Primissima”, “Il nuovo mondo club”Ha tenuto corsi universitari, conferenze, presentazioni, e ha tradotto oltre cinquanta romanzi dall’inglese, tra cui opere di James Ellroy, John le Carré, Frederick Forsyth, Joyce Carol Oates, Philip K. Dick, Ray Bradbury, Don Winslow, Tom Wolfe, Robert Harris, Ruth Rendell. È redattore della rivista culturale “Pulp Magazine”, membro della giuria del “Premio Leone”.

PRIMO VOLUME DEDICATO A ROMOLO GUERRIERI
Questo libro è qualcosa di più di una biografia: è un viaggio nel cinema di una memorabile stagione della storia, nel passato di noi tutti. Vi scorrono nomi prestigiosi e figure dimenticate ma non per questo meno nobili, in una pertinace ricerca di relazioni, di rimandi, di connessioni tra quanti a vario titolo hanno composto il suggestivo affresco della nostra cinematografia. Nel primo dei due volumi che compongono l'opera si analizzano gli anni della formazione del regista, spunto per un viaggio nell'avventuroso e immaginifico mondo del film di genere, occasione per ricordare personaggi, ripercorrere vicende, narrare aneddoti di un'indimenticabile stagione dell'arte e della cultura italiana.
 
SECONDO VOLUME DEDICATO A ROMOLO GUERRIERI
Il secondo volume dedicato a Romolo Guerrieri prosegue il viaggio nel cinema di genere italiano, universo immaginifico attraversato da Giuseppe Costigliola con l’acribia dello storico, la curiosità e l’entusiasmo dell’appassionato. La ricostruzione critica e filologica dei film del cineasta romano è occasione per un’analisi del contesto storico, sociale, culturale e di costume in cui essi presero forma, e dove le più varie espressioni artistiche (teatro, letteratura, musica, pittura, architettura), le diverse forme di comunicazione (radio, tv, pubblicità), i fatti di cronaca compongono un affresco della filmografia nazionale nel suo periodo più fervido, quel ventennio Sessanta-Ottanta del Novecento che ha lasciato ai posteri una miniera di opere da sondare, recuperare, trasmettere, senza quel velo ideologico e sprezzante che ne ha a lungo negato il valore, la dirompente carica di novità.