La determinazione ed il coraggio delle donne possono trovare un degno palcoscenico oltre quello consueto dell’8 marzo che dura un soffio. Una di queste occasioni, lontane dai soliti luoghi comuni, si può ritrovare nella proiezione del film: “3000 Nights” della nota documentarista palestinese Mai Masri.

Al film sono stati conferiti riconoscimenti di primaria rilevanza come quelli di rappresentare la Palestina ai Golden Globes e la Giordania agli Oscar. La proiezione della pellicola è ad ingresso libero, si terrà a Roma il 6 aprile con una tavola rotonda culturale di cui verrà fornito successivamente il programma. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Roma Tre Teatro Palladium in accordo con l’Ambasciata di Palestina in Italia. La trama del film narra una storia realmente accaduta che ha per protagonista una docente palestinese reclusa in un carcere israeliano in modo iniquo e descrive come ella sia riuscita a mantenere, nonostante tutte le difficoltà, sia il figlio con sé dietro le sbarre, sia la sua libertà interiore.

La pellicola, pur avendo per oggetto un racconto palestinese, è emblematica della situazione di tutti coloro che, in ogni parte del globo, si trovano nella stessa situazione narrata contro la loro volontà. In aggiunta, l’occhio della telecamera rivela una grande, profonda sensibilità femminile che consente di trasmettere in maniera particolarmente intensa emozioni ed ambientazioni in cui lo spettatore può identificarsi con immediatezza. Il film ha già ricevuto più di 23 premi internazionali ed il trailer promozionale sta registrando migliaia di visualizzazioni in continua crescita.

Di seguito si riporta una biografia della documentarista tratta dal comunicato stampa: “Mai Masri è un’ acclamata documentarista i cui film hanno ricevuto oltre 60 premi internazionali, ed è considerata una pioniera nel mutevole panorama cinematografico Medio Orientale. Di padre palestinese e madre americana, Masri è attiva da più di trent'anni – realizzando in primo luogo documentari che si concentrano su donne e bambini in Libano e nei territori palestinesi occupati. La sua più nota trilogia - I bambini di fuoco, I bambini di Shatila e Frontiere di sogni e paure - ha gettato nuova luce sulla vita dei bambini palestinesi nei campi profughi negli anni '80 e '90.


Masri ha iniziato la sua carriera quando quasi nessuna donna palestinese lavorava nel cinema, spronando il coinvolgimento femminile in questa attività tal punto che oggi il 50 % dei film girati in Palestina sono stati realizzati da donne, un traguardo anche rispetto al 5% dell’industria hollywoodiana”.