Al cinquantenario della morte avvenuta il 26 febbraio del 1966 a Parigi la Fondazione Magnani Rocca di Parma dedica al pittore Gino Severini una mostra monografica dal 19 marzo al 3 luglio 2016.
Parma - Artista dallo stile straordinariamente versatile, caratterizzato da una perenne ricerca di verità e di perfezione, Gino Severini rappresenta uno dei principali protagonisti dell’arte del XX secolo.
E’ conosciuto soprattutto per il suo ruolo all’interno del movimento futurista, ma la sua opera com’è noto va ben al di là di questa fase.
Di certo lo studio e l’analisi del reale svolto accanto a Giacomo Balla, suo maestro, a Umberto Boccioni e Carlo Carrà e, assieme ad essi, la forte matrice cubista d’ispirazione francese, saranno fondamentali per il suo percorso e resteranno per sempre elemento distintivo della sua opera, tanto da riemergere con potenza negli ultimi decenni della vita. Tuttavia non da meno sono gli inizi divisionisti, gli esempi post bellum – nello specifico quel “ritorno all’ordine” cui gli artisti si richiamarono dopo gli scempi della Grande Guerra – il periodo dedicato all’arte sacra, insomma tutte quelle sperimentazioni di fronte alle quali, come, in un’intervista per Rai Cultura, sottolinea Daniela Fonti, curatrice insieme a Stefano Roffi della mostra, l’artista si è sempre rimesso in discussione, rimesso in gioco come un giovane.
Severini, L’emozione e la regola cerca proprio di raccontare attraverso circa cento opere, di cui venticinque inedite per l’Italia, l’intera parabola artistica del pittore, mettendo sullo stesso piano i diversi periodi, le diverse stagioni espressive.
E lo fa attraverso quelle che furono le tematiche predilette dall’artista, e che sono in generale i soggetti tipici di quegli anni.
Ogni sala è pertanto dedicata ad un grande tema: Il Ritratto / La Maschera, La Danza, Il Paesaggio e la Natura morta, La grande decorazione murale di soggetto laico e religioso e Il Libro d’artista.
Nella sala dedicata al tema del ritratto ad esempio compare un capolavoro del 1937, il Ritratto della marchesa Maria de Seta, ovvero Maria Elia De Seta Pignatelli, affascinante donna amica degli artisti e promotrice di arti e cultura, fondatrice, tra l’altro, nel 1946 del M.I.F. Movimento italiano femminile.
Tra le altre opere esposte la celebre Danseuse articulée del 1915, presente alla Fondazione Magnani Rocca in collezione permanente, esempio altissimo della fase futurista.
Realizzata da Severini per la figlia Gina quasi come un giocattolo, è così descritta dallo stesso pittore: “Avevo combinato un sistema di spaghi come in quegli arlecchini che si danno ai ragazzi, nei quali, tirando uno spago, si mettono in moto quelli di gambe e braccia. Avevo poi costruito due piani situati in un perno, perpendicolari alla superficie del quadro; soffiando su questi piani, essi si mettevano a girare su quel pernio. Se si combinavano i due movimenti veniva fuori un gioco originale”.
E poi ancora la Natura morta con ruderi, piccione e statua del 1931, significativa opera del suo ritorno al classicismo, l’olio su tela Petite fille en rouge del 1946, La fillette au lapin del 1922 o il bellissimo Lumière + Vitesse + Bruit. Interpénétration simultanée dipinto nel 1913.
Il catalogo edito da Silvana Editoriale presenta saggi dei due curatori e di Mauro Carrera, Alice Ensabella, Giovanni Lista.
SEVERINI. L’emozione e la regola
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 19 marzo al 3 luglio 2016. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso www.magnanirocca.it
1 Gino Severini, Danse de l’Ours, 1913-1914, olio su tela, cm 36,5 x 27
2 Gino Severini, Danseuse articulée, 1915, olio su cartone con elementi mobili
3 Gino Severini, Petite fille en rouge, 1946, olio su tela
4 Gino Severini, Femme cousant, 1907, pastello su carta
5 Gino Severini, Natura morta con ruderi, piccione e statua, 1931, tempera su cartoncino
6 Gino Severini, Polichinelle avec guitarre, 1943, olio su tavola