Siamo giunti ormai ad una ingovernabilità di carattere mondiale. In molti Paesi la ricerca del proprio benessere da parte dei politici provoca dissesti economici e sociali. Stiamo vivendo una situazione storica molto difficile che rischia di prendere una strada tortuosa e pericolosa. La tipologia del terrorismo internazionale, che stiamo subendo, è la forma più infida che si sia mai presentata. Il nemico non è individuabile, non è uno Stato, ma è astratto e si forma di tante componenti.

I gruppi o le fazioni terroristiche non appartengono ad una sola Nazione, ma sono composti da razze ed individui di diversa provenienza ed estrazione sociale, per lo più formati da repressi, emarginati, esaltati o semplicemente arrabbiati con la società nella ricerca di una affermazione personale che non tralascia, pur di apparire e rendersi temibile, l’efferatezza di omicidi eclatanti e di esecuzioni atroci che lasciano ferite indelebili allo spettatore che viene volutamente terrorizzato dalle immagini di morte che vengono filmate. Non è più l’Islam contro il Cristianesimo, ma è la ribellione totale contro il mondo occidentale che mai come in questo momento si presenta inerme, impreparato e privo di quelle forze necessarie per affrontare una situazione così difficile. La debolezza per gli Stati cosiddetti civili o meglio “occidentali”, sta proprio nella classe politica, che è corrotta, inadeguata e concentrata solo nella ricerca del proprio benessere. Il politico ha dimenticato la propria missione, quella di rappresentare il cittadino e di ricercare e favorire azioni rivolte al bene comune.

Questa tendenza non ci porterà altro che malessere sociale dove l’insofferenza dei popoli rischia di degenerare. La situazione nel nostro Paese non è molto diversa da altre realtà, anzi, probabilmente la nostra è tra quelle più critiche. Spesso nei vari TG ci capita di ascoltare che anche degli italiani hanno scelto di schierarsi con il terrorismo internazionale e di perorare la causa di annientare il sistema occidentale. Sotto l’ostentazione dell’ideologia religiosa si nasconde un malumore che è andato via via sempre più aumentando fino ad esplodere attraverso una ferocia inaudita. Ora il mondo dei cosiddetti “buoni” si trova in difficoltà in quanto, diversamente dal passato, quando il nemico si chiamava Bin Laden, Saddam Hussein o Gheddafi ed era facilmente individuabile quindi anche facilmente contrastabile, ora il nemico “non si chiama” in nessun modo, ma è formato da tante particelle che appaiono forti ed invincibili quando avviano operazioni collegiali.

La Storia ci insegna che la soluzione non dovrà essere ricercata nelle azioni di guerra, ma nel dialogo e nelle dimostrazioni chiare di ricerca della pace. L’ascolto, la mediazione, la diplomazia e le sane azioni governative avviate da politici veri, non corrotti e non condizionati, sono le armi più adatte per risolvere la difficile situazione che stiamo vivendo che, se non fermata in tempo, potrà indirizzarci verso una pericolosa incontrollabilità degenerativa con conseguenze e scenari inimmaginabili.