Un’ambiziosa sfida: ripartire dall’essenza della Calabria. I fratelli Pirro hanno inteso finanziare un progetto di rilancio dell’agroalimentare di qualità per risollevare l’economia del territorio.

Ricerca, innovazione, formazione, sostenibilità, divulgazione e digitalizzazione sono i settori strategici potenziati per promuovere i prodotti calabresi dal Pollino al Tirreno. In un periodo di profonda crisi l’azienda, che dal 1986 si è imposta sul mercato delle eccellenze Made in Calabria, invece di attuare tagli e riduzione del personale, crea occupazione.

Sono cinque le persone assunte nello staff che si occuperanno di rinnovare l’immagine delle produzioni, unendo tecnologia e tradizione. L’obiettivo è quello di scrivere un nuovo racconto della Calabria. Scelta rivelatasi, soprattutto per la linea Tartufo Nero di Calabria, particolarmente lungimirante. Le tartufaie naturali del Pollino sono oggi al centro delle attenzioni dei micologi impegnati a caratterizzarne il genotipo. La pandemia ha solo in parte rallentato le ricerche sulla tipizzazione. Gli studi dell’istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Perugia, avviati con la collaborazione dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura in Calabria, su impulso dell’associazione Il Tartufo e la sua Cultura presieduta da Salvatore Argentano, proseguiranno grazie ad una nuova convenzione sottoscritta con l’ente Parco Nazionale del Pollino. Si allargherà il perimetro geografico dell’area oggetto di studio, prima circoscritta al Comune di Castrovillari. Il 12 ottobre 2019 nel Castello Aragonese sono stati resi pubblici primi risultati dai quali si evince l’enorme variabilità genetica delle specie presenti, non escludendo l’esistenza di un tipo di tartufo ad oggi mai catalogato.

In parallelo prosegue il progetto lanciato dall’associazione Tartufo e Tartufai del Pollino e delle Serre diretta da Mario Galima che ha ospitato a Sibari la XXVII edizione delle Giornate Micologiche della Confederazione Europea di Micologia Mediterranea. Dal 6 ottobre 2019 per una settimana 130 micologi europei si sono riuniti tra convegni ed escursioni finalizzate alla raccolta tartufi da analizzare in laboratorio. Alessandra Zambonelli presidente dell’Unione Micologica Italiana e docente presso il dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna afferma come si lavori per valutare anche l’opportunità di allestire coltivazioni di tartufo in Calabria. “I micologi – spiega Zambonelli - hanno riscontrato nella prima fase di censimento risultati sorprendenti. Sono state trovate oltre 40 varietà di tartufo. Ipotizziamo che probabilmente nei prossimi mesi potrebbe essere pubblicata sulle riviste scientifiche la scoperta di una nuova specie ipogea. I ricercatori ancora non possono esprimersi perché stanno eseguendo le analisi molecolari dei campioni prelevati sul Pollino”.

L’azienda Pirro osserva con curiosità le evoluzioni degli studi sulla tipizzazione del tartufo calabrese, nella convinzione che la scienza possa restituire valore ai prodotti autoctoni. Un nuovo approccio al mercato che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici. Un esempio per l’imprenditoria che vuole affrontare la crisi con resilienza, contribuendo allo sviluppo e al benessere della collettività.