Nei mesi passati di isolamento, ogni essere umano ha vissuto la propria routine all’interno del proprio appartamento, facendo sporadiche uscite solo per procurarsi beni di prima necessità.

Queste circostanze così straordinarie, hanno portato alla nascita di nuove abitudini, nuovi rituali quotidiani e modi di approcciarsi al mondo esterno, che ho potuto osservare affacciandomi dal balcone del mio appartamento.

Nel silenzio del post – pranzo, tra le 14 e le 16, tra cinguettii, rumori di piatti che vengono lavati, lente automobili che passano silenziosamente e battute di film percepite in lontananza, comincia la rituale migrazione verso le terrazze condominiali, che mai, come in questo periodo, è stata così evidente: gli abitanti delle palazzine circostanti si palesano sulle terrazze più alte, in cerca di un contatto con l’esterno, di nuovi panorami da contemplare ed ambienti da esplorare. Grazie alla mia osservazione, ho potuto individuare differenti tipologie di condomini.

La prima categoria, la più comune, è di solito anche la più solitaria e silenziosa: è composta esclusivamente dai membri adulti del nucleo familiare, che salgono in terrazza individualmente con grandi ceste di panni lavati, i quali minuziosamente vengono appesi con mollette colorate a lunghi fili sospesi tra pali di ferro, rimasti arrugginiti dal tempo. Solitamente questi condomini rimangono affacciati a guardare i pochi passanti che ci sono per strada, o cosa accade oltre le finestre del vicinato, questo fino a che i loro panni non sembrano finalmente asciutti, per poi poterli attentamente ripiegare, riporli nella cesta ed abbandonare il luogo di osservazione.

La seconda categoria, al contrario della prima, effettua la sua migrazione per un semplice scopo ricreativo e di benessere. Il principale obiettivo di questi individui, è quello di prendere il sole e potersi rilassare, sdraiati sul tepore del mattonato o su sedie di lucida plastica bianca. Questi sono abituati a spostarsi a coppie, sono facilmente riconoscibili grazie al loro tipo di abbigliamento e agli oggetti che portano con sé ( libri o teli/sdraio su cui stendersi).

Questi condomini, tendono ad utilizzare occhiali da sole ed indumenti, oppure, esclusivamente il genere maschile, è solito mostrarsi a torso nudo. Le loro attività, oltre prendere il sole, sono la lettura di romanzi e l’ascoltare musica da piccole casse nere; quest’ ultima attività è spesso mal vista dal resto del vicinato, soprattutto quando viene svolta ad alto volume in ore non reputate consone o in cui il quartiere riposa. L’elemento distintivo di questa categoria, è la carnagione: da bianca pallida, con il passare dei giorni, si avvicina sempre di più ad un marroncino dorato, grazie all’effetto del sole.

Come possiamo notare, in circostanze particolari, il rituale della migrazione verso le terrazze condominiale, si è notevolmente intensificato, nonostante sia sempre esistito, ma perlopiù è sempre stato poco praticato. In condizioni che hanno portato l’uomo a rinunciare alla propria routine, alle sue abitudini e ai suoi luoghi, egli ha ricreato una propria routine, ha ricostruito una vita composta da nuovi gesti, anche grazie alla riscoperta di luoghi che erano stati dimenticati.