Milano - E’ successo anche questo nell’Italia di fine 2014, a pochi giorni dal famigerato taxday che (in base alle previsioni) ha azzerato quasi totalmente le tredicesime nostrane: è successo che, anche se solo per una volta, bisogna riconoscere che Belen Rodriguez ha ragione…

L’antefatto: Milano, incrocio Corso Buenos Aires, Via Palazzi, dalla notte alla mattina, lo scorso fine settimana, si risveglia con due maxiposter che pubblicizzano una famosa marca di intimo e che ha come testimonial d’eccellenza la showgirl argentina, ormai italiana a tutti gli effetti, in reggiseno e mutandine. Passano poche ore ed ecco che i residenti del quartiere, riuniti nel comitato Venezia Buenos Aires, prendono carta e penna e scrivono alla Polizia Locale meneghina chiedendo se “il Comune di Milano, prima di rilasciare le autorizzazioni, compia un’opera preventiva di verifica sui contenuti delle pubblicità, per evitare situazioni di pericolo per i cittadini.” Pare infatti che la posa fotografica della soubrette (intenta a compiere il gesto di volersi calare le mutandine) sia così provocante da rappresentare “un serio pericolo per la circolazione veicolare”.

Solerte la risposta di Damiano Zampinetti, a capo del comando dei Vigili di Milano Zona 3, che afferma: «Abbiamo verificato che molti automobilisti, arrivati all’incrocio fra corso Buenos Aires e via Palazzi, anziché concentrarsi sulla guida rivolgono lo sguardo al doppio cartellone: abbiamo quindi chiesto alla società che ha allestito lo spazio pubblicitario di sostituire l’immagine con un’altra, meno attraente per i conducenti» perché, spiega «guidando, anche la più piccola distrazione può essere pericolosa e quel poster è posizionato in uno dei punti più trafficati della città». Così, alle 8 di lunedì mattina, il grande manifesto con Belen Rodriguez è stato rimpiazzato da uno più sobrio, in cui campeggia una altrettanto bella e distraente modella che indossa una elegante giacca nera e che pubblicizza una marca di orologi. Bisogna pur dire che non si tratta della prima volta in cui a Milano vengono ‘sostituiti’ cartelloni pubblicitari: in passato il Comune fece rimuovere manifesti ritenuti offensivi per il comune senso del pudore, come quello di Oliviero Toscani del 2007 che ritraeva una ragazza estremamente magra. Oppure i manifesti di una campagna contro la violenza sulle donne del 2008, censurata perché usava l’immagine di una donna a seno nudo in una posizione che ricordava il Crocefisso. Ma è la prima volta a Milano che un manifesto viene rimosso perché ritenuto pericoloso.

Naturale, ed allo stesso tempo inevitabile a questo punto, la risposta della ballerina sudamericana, che intervistata dal Corriere della Sera afferma “Siamo alla frutta". "Secondo me non si è lamentato proprio nessuno: gli italiani sono intelligenti e non me li vedo a fare una cosa del genere” che continua dicendo “il pericolo di Milano sono le buche, non i cartelloni pubblicitari: il mio personal trainer si è appena spaccato la clavicola prendendone una con lo scooter”. Ed alla domanda sulle persone che si sono lamentate perché "compie il gesto di volersi calare le mutandine”, risponde "Le mutandine restano al loro posto e nessuno se le è tolte. E' soltanto una posa in un servizio fotografico. Chi fa queste segnalazioni dovrebbe occuparsi di altro. Perché le persone normali in questi giorni hanno altri pensieri per la testa: non credo di essere al centro delle loro preoccupazioni". Che dire: si rimane senza parole, ma soprattutto, bisogna proprio dar ragione alla bella Belen… Questa la ‘cronaca’ dei fatti, ed a questo punto è logico fare qualche sommessa considerazione e porsi qualche domanda. Ricordo infatti che anni fa, nelle zone centrali e periferiche delle grandi città italiane, campeggiavano megamanifesti, sempre pubblicizzanti prodotti di intimo femminile che ritraevano una parte ben precisa del corpo di una modella, molto più distraenti per gli automobilisti italici che la Belen di oggi. Grazie a quella campagna pubblicitaria la modella in questione fece breccia nel cuore di uno dei cantanti più importanti della musica italiana tanto da divenirne poi la consorte, ed allo stesso tempo le diede la possibilità di avviare una carriera televisiva e cinematografica tale da renderla uno dei più osannati personaggi dello showbiz italiano: era il 1994-1995 ed a quei tempi, forse perché gli autoveicoli in circolazione erano meno degli odierni, nessuno si lamentò di probabili incidenti stradali.

Ed ora mi chiedo: sarà che i milanesi di oggi abbiano mascherato il desiderio del decoro del quartiere o la loro ‘pruderie’, o meglio, la loro bacchettonaggine “d’antan” con la scusa della sicurezza stradale, cosa che non successe 20 anni fa? Se così fosse, e spero di no, potremmo definire questa iniziativa quanto meno deprecabile, perché, come dice Belen, il problema grosso sono le buche per strada e non i manifesti pubblicitari (del resto il suo personal trainer si è spaccato la clavicola prendendone una cadendo dallo scooter), e sinceramente non credo che i residenti del centro milanese possano pensare che tale problema si risolva sostituendo due cartelloni, così come sono convinto che bacchettoni non sono. Ed allora mi pongo un'altra domanda: ma non sarà possibile che dietro tutta questa storia ci sia, in prima fila, l’agenzia pubblicitaria che, dopo aver affisso le immagini di Belen in intimo, non ha mosso neanche una piccola eccezione alle proteste dei ‘cittadini milanesi’, ed anzi si è dimostrata stranamente comprensiva, accondiscendente e soprattutto solerte, nel sostituire i cartelloni incriminati?

E tutto ciò a quale scopo verrebbe da dire… Semplice: a pochi giorni dal Natale si parla (io per primo, sia chiaro) ancora di una campagna pubblicitaria che, sostanzialmente, non esiste più (l’intimo incriminato) ed allo stesso tempo ne è presente una, più sobria (…), che giorno dopo giorno promuove una marca di orologi, guarda caso due prodotti che in questo periodo vanno letteralmente a ruba… Intanto il personal trainer di Belen passerà le festività con la clavicola rotta, e magari nella stessa buca, che naturalmente sarà ancora da riparare, cadrà il signor Brambilla il quale, purtroppo, non sarà tutelato dal comitato dei residenti di Venezia Buenos Aires.

Auguri, Buon Natale e, soprattutto, buoni acquisti!