Scritto da Fiorella Ialongo
Foto: Matchnews

La violenza contro le donne rappresenta una drammatica costante all’interno di una lontanissima storia di efferatezze che prosegue sino ai nostri giorni.

Di questo percorso e di possibili iniziative tese a contrastarlo si è discusso nel corso della tavola rotonda intitolata:  “Donne promotrici di pace – Violenza oggi come ieri” che si è tenuto a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, in via di S. Francesco di Sales n. 5. Promotore dell’evento è stato il Distretto Centro FIDAPA BPW Italy in collaborazione con le Sezioni  Roma e Roma Campidoglio, ed il supporto della Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo, l’Associazione ex Internati, la Casa della Memoria e della Storia.

In considerazione dell’ importanza dell’iniziativa hanno concesso il loro patrocinio l’Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale ed il sistema delle Biblioteche di Roma. Il fine dell’evento è stato quello di sensibilizzare sul tema della prevenzione e del contrasto ai soprusi della persona sulla persona e insieme promuovere iniziative concrete per accrescere la cultura della diversità ed il diritto ad essere se stessi. In questa prospettiva la FIDAPA BPW Italy può offrire un grande contributo perché, come movimento di opinione, può agire insieme ad enti pubblici e privati su un cambiamento culturale proponendo una serie di strumenti operativi e di iniziative nazionali ed internazionali. Tutto questo nella linea di mediazione e dialogo che rappresentano le linee guida dell’opera dell’Associazione.

I qualificati relatori sono stati, per la FIDAPA BPW Italy la Presidente Distretto Centro Patrizia Bonciani, la Responsabile Nazionale “Carta della bambina” Fiorella Annibali, la Presidente Sezione Roma Bettina Giordani; la Presidente Sezione Roma Campidoglio Laura Giannuzzi, la Vicepresidente dell’Istituto di Palentologia Umana Simona Pianese, la Presidente di “Donna e Società” Donatina Persichetti, la Presidente del Premio letterario “Donne tra ricordi e futuro” Lorena Fiorini, oltre ad altri relatori tra cui la Presidente Italiana delle Donne per la Pace nel Mondo Elisabetta Nistri e l’analoga della Cooperativa Be Free Oria Gargano. Moderatrice dell’evento è stata Maria Giovanna Fidone, UNHCR Italy RSD Associate. In sala sono state presenti le Past Presidenti Nazionali Fidapa BPW Italy Margherita Gulisano e Pia Petrucci, la Rappresentante Fidapa BPW Italy presso il Coordinamento Italiano LEF Rossella Poce, la Vicepresidente Distretto Centro Concetta Di Palo, la Prof.ssa Maricia Bagnato Belfiore del Direttivo Nazionale LIDU, la Presidente dell’Osservatorio Nazionale Permanente sulla Sicurezza Claudia Corinna Benedetti, rappresentanti di Associazioni impegnate nel tema in oggetto.

Nel corso del convegno vi sono stati interventi di altissimo livello con scambio di ricche esperienze anche internazionali sul tema del confronto. I relatori hanno posto in luce una serie di aspetti che, nella maggior parte dei media e nella stessa storiografia, si ritrovano sovente posti in ombra. La violenza contro le donne è uno dei più atroci delitti perché riduce la persona ad oggetto, cancellandone l’identità negando loro il diritto alla propria consapevolezza ed esprimere la propria libertà. Questo significa che parlare dei meccanismi che possono essere messi in atto per contrastare questo orrendo atto è una questione che riguarda ciascuno.

Infatti, dati processi possono essere ritrovati in tutti i Paesi, le religioni, i ceti sociali. Ne deriva che per prima cosa ci si dovrebbe chiedere su quale modello sia fondata la propria società, se essa riconosca le differenze e la loro ricchezza, se soprattutto ponga al primo posto il valore della persona. In altri termini, le forme di violenza non dovrebbero essere considerate come fenomeni episodici ma sistemici all’interno della società. Il riferimento è al fisico femminile inteso come oggetto di una Nazione da violare in tempo di guerra,  per cui sul loro corpo si è giocata una delle modalità di affermazione del potere. Questo significa che lo stupro non è stato attuato come solo appagamento di un desiderio sessuale, ma effettuato anche con la determinazione di contaminare il DNA di una data popolazione, di far nascere bambini che fossero figli dei nemici, quindi con geni differenti rispetto a quelli propri del gruppo perdente. Gli esempi attuali in cui gli abusi sono consapevolmente utilizzati come uno degli strumenti di guerra si ritrovano ad esempio in Africa, in Medio Oriente e, in un passato prossimo, nei Balcani.

Proseguendo a ritroso nel tempo un capitolo a parte spetta alle atrocità compiute sugli esseri umani di tutte le età e senza distinzione di genere nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Esse sono state evidenziate nelle loro dinamiche perverse durante la tavola rotonda anche attraverso l’emozionante lettura di un brano tratto dal libro: “La storia di Rusella”. Si tratta di un’opera vincitrice della sezione speciale del Premio letterario “Donne tra ricordi e futuro”. Nel testo viene descritto con grande sensibilità il dramma vissuto da una ragazzina nel corso della Seconda Guerra Mondiale che diventa icona della tragica realtà dell’epoca. Inoltre, l’opera consente di evidenziare un dato poco diffuso. Le vittime, oltre allo stupro, subirono anche altri tipi di violenze come l’emarginazione dell’altro sesso in una società in cui le donne non potevano avere rapporti al di fuori del matrimonio. Ma anche nei periodi di pace, da tempo immemorabile, tra gli elementi del rispetto per le donne, vi è l’illibatezza. Essa rappresenta un retaggio estremamente antico fondato sulla necessità della certezza della paternità nel “mercato” del matrimonio, per cui l’abuso sessuale femminile era, in realtà, un atto contro un altro uomo a cui si negava la certezza e l’onore della figliolanza.

A tal proposito si tenga conto che, nel nostro Paese, solo nel 1996 è stata adottata una legge che punisce la violenza sessuale in quanto reato contro la persona e non perché sia lesivo della pubblica morale. Nella tavola rotonda, accanto alla precedente sezione storico – ricostruttiva, vi sono stati panel dedicati ad iniziative positive e propositive di contrasto e prevenzione della violenza in tutte le sue forme. In questi interventi è stato sottolineato, tra l’altro come mediamente le donne che partecipino ai trattati di pace riescano a raggiungere risultati migliori nella risoluzione dei conflitti. Questo perchè tendono a ricercare il dialogo su un terreno comune, una soluzione dei contrasti che produca benefici ad entrambe le parti. Un altro esempio virtuoso a livello internazionale è stato quello delle “brigate della pace” che riescono a prevenire e tutelare  le persone che sono a rischio per le attività che svolgono a favore di date popolazioni. Accanto alle precedenti esperienze sono da sottolineare le iniziative tese alla diffusione di una cultura del rispetto, tra cui emergono quelle della BPW International europea e della compagine italiana. Tra di esse si ricordano l’attività per l’attuazione della “Carta della bambina”, un documento unico nel panorama della cultura di genere redatto dalla BPW Europa per l’affermazione e la tutela dei diritti delle donne fin dalla nascita. La Presidente Nazionale BPW Italy Caterina Mazzella, su iniziativa della Sezione Roma Campidoglio, del Distretto Centro e della Responsabile Nazionale della “Carta della bambina”, ha presentato al Sottosegretario della Giustizia Cosimo Ferri una mozione per richiedere un incremento dell’apposito fondo destinato alle vittime di violenza ed in particolare agli orfani vittime di femminicidio. Tale proposta è stata inserita in un emendamento che è stato approvato nell’ultima Legge di bilancio.

La Sezione Roma Campidoglio ha anche elaborato una proposta di legge sulla prevenzione del disagio giovanile che potrebbe rappresentare un efficace strumento di prevenzione di episodi di violenza. La tavola rotonda, inoltre, è stata un punto di approdo di un percorso iniziato anni addietro e sostanziatosi in precedenti appuntamenti nel corso dei quali è stato presentato il Vademecum di grande successo “Capire per salvarsi”, giunto alla terza edizione. Esso è stato frutto dell’azione congiunta delle due Sezioni capitoline in cui vi è stata unità di intenti tra il gruppo di lavoro, le Presidenti di Sezione, del Distretto Centro e di quelle Nazionali nel corso del tempo. Il testo è stato illustrato dalle Avvocate Francesca Carpentieri e Katia Mascia le quali hanno affermato che esso è stato redatto con l’ausilio di qualificati esperti del settore. Il fine dell’opera è stato quello di aiutare le donne, con un linguaggio immediato e fluido, a comprendere i differenti volti della violenza, a chi possono rivolgersi in caso di necessità e quale è la legislazione nazionale ed internazionale vigente a tutela della violenza di genere.

Il Vademecum è stato inserito in un contesto più ampio di dialogo e confronto con le giovani generazioni da parte della Sezione Roma Campidoglio con altre Associazioni impegnate sul tema in oggetto attraverso le scuole. Lo scopo è stato quello di evidenziare, nelle generazioni “social”, la bellezza delle relazioni interpersonali dato che l’elaborazione del proprio pensiero e la crescita di se stessi passa soprattutto attraverso il confronto con l’altro, la sua conoscenza ed apprezzamento nella diversità come arricchimento proprio ed altrui. In questa prospettiva la scrittura creativa, il teatro, il mimo ed un’unione tra le scuole, le famiglie e la rete sociale territoriale, oltre ad esperienze in ambienti molti forti, possono produrre risultati sorprendenti nel contrasto del bullismo sugli studenti. Un ulteriore aspetto da evidenziare è una rappresentazione simbolica – evocativa presente negli eventi dell’Associazione FIDAPA BPW Italy in riferimento al contrasto della violenza di genere. Il riferimento è all’ icona della campagna denominata “Posto occupato”. Si tratta di una sedia rossa con sopra un paio di scarpe di analogo colore. L’apparente assenza raffigura plasticamente le innumerevoli donne vittime di violenza ed il proprio impegno in prima fila nel dire mai più.

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