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Il turismo è stato per molto tempo una delle “cenerentole” in campo economico, nonostante i molti proclami sulla sua importanza. Eppure esso è uno dei settori che registra un segno positivo nel nostro Paese ed anche a livello globale.

A tal proposito è da evidenziare un cambio di paradigma nel panorama istituzionale italiano rispetto a questo settore con la recente approvazione legislativa del Piano Strategico del Turismo (PST) 2017-2022. Esso è stato illustrato nel corso di una conferenza tenuta dal dott. Pierpaolo Ceciliani, delegato del Mibact, al master in “Linguaggi del turismo e comunicazione interculturale” dell’Università Roma Tre.

Le novità del testo legislativo sono  metodologiche e strutturali. Tra di esse un primo aspetto da sottolineare è che il PST non è una misura calata dall’alto a cui gli operatori dovrebbero uniformarsi, bensì è un provvedimento elaborato attraverso un percorso di concertazione e di confronto. Esso è iniziato nel corso degli Stati Generali del Turismo che si sono tenuti nel 2015 e nel 2016 a Pietrarsa ed è proseguito in altre modalità anche digitali. A tale processo hanno partecipato ed offerto il loro contributo gli enti istituzionali preposti, gli operatori turistici e gli altri stakeholders del settore tra cui si ricorda Invitalia, con la guida della Direzione Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Il risultato è stato un piano che delinea in maniera unitaria la programmazione turistica italiana avendo come stella polare il binomio turismo – cultura. In altri termini, si tratta di un provvedimento che definisce in maniera organica quelle che saranno le strategie governative relative all’offerta ed alla domanda turistica per accrescere la nostra competitività e promuovere la leadership italiana nel mercato turistico internazionale. Tale politica di sviluppo intende gestire la crescita del turismo in maniera sostenibile. Questo significa, ad esempio, cercare di alleggerire la congestione di date aree geografiche a Roma, Milano, Firenze per favorire un turismo slow sostenendo i nostri cammini storici e religiosi; oppure promuovendo il patrimonio demaniale dismesso come i fari e le stazioni ferroviarie.

I concetti chiave in quest’azione di promozione sono: integrazione, riqualificazione, valorizzazione da realizzare attraverso una serie di strumenti. Tra di essi assumono un particolare rilievo la digitalizzazione ed il credito d’imposta in considerazione della crescente importanza delle piattaforme informatiche per l’organizzazione dei viaggi e, nel secondo caso, come sostegno per gli operatori turistici (in particolare quelli piccoli e piccolissimi) per accrescere i loro clienti online.

Quanto detto dovrebbe essere integrato con una valorizzazione sostenibile del nostro patrimonio ambientale e culturale. A tal riguardo si segnalano progetti di gemellaggi tra siti UNESCO italiani e cinesi. Il PST ha una durata temporale di sei anni nel corso dei quali saranno realizzati i piani annuali, in linea con le indicazioni provenienti dagli stakeholders, ed attuata una revisione biennale.