Sono terribili e devastanti le immagini che anche i più piccoli vedono in televisione, case distrutte, feriti.

Il 26 Ottobre si sono avvertite diverse scosse nell’Italia centrale, anche a Roma; “Mamma posso venire nella tua stanza, che nella mia c’è il terremoto?” ha detto una bimba della prima alla sua mamma romana. Come spiegare cosa sta succedendo? Cosa dire ai bambini in questi casi?

Lo domandiamo al dottor Giulio Ligozzi psicoterapeuta e presidente dell’Associazione di promozione sociale “Aurora” che è stata recentemente impegnata a dare sostegno in occasione del terremoto ad Amatrice nell’agosto del 2016 e precedentemente nel terribile sisma che ha colpito L’Aquila nel 2009.

Dottor Ligozzi il terremoto è un evento che spaventa anche gli adulti, quali sono i consigli per parlarne con i propri figli o studenti? Nel vissuto di ognuno di noi il terremoto provoca ansia, perché incontrollabile. Questa ansia aumenta nei casi in cui si è stati già esposti a tale evento. I bambini hanno bisogno di poter contare su qualcuno che spieghi serenamente le cose e li protegga, manifestando una certa sicurezza e evitando di farsi cogliere dal panico. È utile dare ai bambini i consigli divulgati dalla Protezione Civile”.

Ci può raccontare un’esperienza vissuta durante le vostre attività di volontariato del 2009 a L’Aquila? “Molte le potete trovare nel nostro sito www.assoaurora.it in “esperienze svolte”. I bambini sorprendono, mi ricordo di un bimbo di sei anni alla tendopoli “Il Globo”, che ospitava circa 1200 persone, ci ha detto “è venuto il terremoto e ci hanno mandato in campeggio!” .

Le volevo chiedere anche cosa pensa dell’esposizione dei bambini alle riprese televisive e i reportage sui luoghi del terremoto.Paradossalmente ho trovato più serenità in alcuni bambini che vivono direttamente il terremoto rispetto a quelli che vedono per televisione le scene drammatiche del sisma e i commenti dei giornalisti a caccia di scoop. È come un film di paura. Assistere senza essere presenti dà un senso di impotenza che si tramuta in ansia. Inoltre il rivedere per giorni in televisione scene traumatiche offre ai bambini l’idea che l’evento sia continuamente “in agguato”. Spiegare l’accaduto in base all’età del bambino è necessario, senza aggiungere ulteriori preoccupazioni”.

Cosa consiglia nei casi di bambini che hanno vissuto direttamente l’evento?Di rasserenare il bambino costruendo insieme a lui un percorso per il “recupero” delle sue cose, anche solo un giocattolo, un vestito, un “oggetto transizionale”, un oggetto caro, speciale. Ricostruire con la fantasia, i disegni, un’immagine del paese, della casa, della sua stanza. Se il lutto, la perdita, riguarda anche le persone amate è necessario tempo e persone specializzate che possano accogliere il bambino e il suo dolore e sostenerlo.”

La ringrazio per questi suoi preziosi suggerimenti e per il lavoro che svolge.