Scritto da Antonio Bartalotta

“Vorrei ma non posto” è il titolo di una canzone cantata dai due rapper più famosi d’Italia, J-AX e Fedez.

Dal momento della distribuzione al grande pubblico, attraverso le radio ed i canali social, ha fatto presto il giro del mondo e, in Italia, è sicuramente la canzone che si può definire il tormentone dell’estate 2016. A differenza però dei soliti tormentoni a cui siamo stati abituati negli anni passati, J-AX e Fedez pongono una questione importante legata all’utilizzo dei social ed all’eccessivo atteggiamento di condivisione di emozioni ed immagini legate alla nostra vita privata.

Siamo ormai tutti coinvolti, dai bambini a uomini e donne di ogni età. I mezzi tecnologici a disposizione, in questo periodo storico, stanno sconvolgendo la nostra vita rendendola surreale, o più precisamente, virtuale. Le comunicazioni tra individui, in particolar modo, hanno assunto un carattere inimmaginabile fino a qualche tempo fa. Non ci si incontra più nelle vie o nelle piazze, non ci si parla più guardandosi negli occhi e, soprattutto, non si riescono più a vivere i momenti importanti delle nostra vita privata in quanto si preferisce “condividerli”.

Nel testo della canzone, che diverrà certamente un cult nell’ambito musicale italiano, c’è un riferimento ben preciso alle dinamiche di “condivisione” che sopraffanno la realtà e le emozioni più belle della nostra vita. “…non c'è un senso a questo tempo che non dà il giusto peso a quello che viviamo. Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo. Vorrei ma non posto”. E’ una frase che fa venire i brividi. Che ci fa rendere conto della dispersione dei ricordi e soprattutto del loro carattere riservato. I ricordi fanno parte dei nostri sentimenti più intimi, più personali e vanno tenuti nei cassetti della nostra mente, per riaprirli improvvisamente quando i nostri pensieri li raggiungono e ce li fanno rivivere ad occhi chiusi, magari guardando il mare o ascoltando una canzone che ha segnato il nostro tempo. Ogni ricordo racchiude non solo immagini del momento vissuto, ma soprattutto “emozioni” e quelle non possono essere rappresentate da un fotogramma o da un breve commento. L’appiattimento della condivisione attraverso i social non ce li fa più definire. Non sappiamo più valutarne l’importanza e non sappiamo più se fa più piacere a noi o se ci fa più piacere far vedere cosa abbiamo fatto in quel particolare giorno, anche spocchiosamente rivolgendosi chissà a quale riferimento.

Navigando su Facebook si scorgono immagini, parole, aforismi, messaggi indirizzati a persone che non si ha il coraggio di affrontare che fanno più male delle parole vere perché si perdono le tonalità e molto spesso si interpretano nel modo sbagliato provocando spaccature o delusioni che si sarebbero potute evitare magari semplicemente con un abbraccio o con una parola diretta agli occhi del nostro interlocutore per scorgere quelle sfumature importanti, quelle reazioni che fanno percepire il magico segreto delle emozioni.

Ma, come in ogni cosa, ci sono aspetti positivi e negativi. Il progresso tecnologico “sociale” è certamente utile a chi ha difficoltà ad esprimere i propri sentimenti, ora molti riescono a scrivere messaggi con parole che non pronuncerebbe mai davanti al destinatario degli stessi, questo rappresenta un aspetto positivo. Attraverso i social, molte persone che soffrivano un forte imbarazzo nelle relazioni sociali, hanno trovato il modo di sentirsi a proprio agio e di superare ogni forma di disagio. “Chiedere amicizia” ora è sicuramente più facile per loro, così come relazionarsi con il prossimo. Sentirsi uguale agli altri ed avere a disposizione gli stessi mezzi di comunicazione per esprimersi ad armi pari, sta favorendo l'aumento del livello di socializzazione e probabilmente anche dell’autostima di ogni individuo.

Insomma, i social ci stanno indirizzando a percorrere un sentiero virtuale della nostra vita del quale nessuno conosce la destinazione, io preferisco camminare su un sentiero di montagna, in un prato verde e sconfinato, sulla riva del mare respirando la brezza marina magari attraverso il sapore di un bacio. Io preferisco vivere!       

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