Foto: Adn Kronos

Budapest - È stata di certo la gara più bella e avvincente tra quelle corse fino a questo punto della stagione: non solo per la vittoria della Ferrari con Sebastian Vettel, ma per tantissime altre ragioni che è difficile riassumere tutte insieme a causa delle mille emozioni che ci ha regalato questo caldo pomeriggio di fine luglio.

Per il Cavallino Rampante questo è un successo che arriva nel momento più bello e drammatico del 2015, a pochi giorni dal funerale di Jules Bianchi.

E dopo il ricordo tributato prima della partenza, con tutti i piloti stretti in un grande abbraccio alla famiglia del francese, è proprio Vettel che, appena tagliato il traguardo e gridata tutta la sua gioia con quell’ormai classico “Forza Ferrari”, ha voluto dedicare la quarantunesima vittoria in carriera all’indimenticabile Jules, parte integrante della famiglia di Maranello. Un gesto da grande campione e di una spontaneità unica.

Ma è stata una gara particolare, resa tale dall’assenza sul podio nemmeno dei piloti Mercedes, in quella che è stata la giornata più negativa da due anni a questa parte per le Frecce d’Argento. Al secondo e al terzo posto le due Red Bull che hanno così centrato, nonostante qualche alettone rotto e una penalità di dieci secondi, un risultato che ridà morale alla compagine di Milton Keynes. Prova splendida per Daniil Kvyat, primo pilota russo a salire sul secondo gradino del podio in F1, e per Daniel Ricciardo, il quale per un attimo ha sognato probabilmente di ripetere l’impresa del 2014, ma non ci è riuscito per un eccesso di agonismo nel corpo a corpo con Rosberg.

Ma andiamo con ordine perché il trionfo della Ferrari è maturato subito nei primi metri grazie ad una partenza incredibile, da tempi d’oro della Formula 1, con le due rosse di Vettel e Raikkonen che dopo tre curve si trovavano inaspettatamente davanti a tutti, Mercedes comprese, scattate come a Silverstone decisamente a rilento. L’avvio peggiore l’ha avuto Hamilton, che pochi istanti dopo, in curva 6, si è giocato la possibilità di lottare per la vittoria con un lungo in frenata dietro a Rosberg. Per l’inglese è stato un pomeriggio difficile, dal quale però è uscito comunque ancora leader della classifica per via dei guai del compagno.

La prima metà del Gran Premio d’Ungheria, perché di fatto abbiamo assistito ad una corsa divisa in due dall’ingresso della Safety Car seguito all’incidente della Force India di Hulkenberg che perde ancora pericolosamente pezzi per strada, ha visto una Ferrari sugli scudi e un Vettel trasformatosi nuovamente nella copia carbone di quello visto in Malesia. Il tedesco ha accumulato un prezioso vantaggio seguito da Raikkonen, approfittando in pieno della mescola più morbida che meglio si adatta alla SF15-T. Rosberg, in quel momento in terza posizione, non riusciva ad avvicinarsi e Hamilton, finito decimo dopo l’escursione fuori pista, era l’unico in grado di reggere il passo anche se limitato dal traffico.

Di conseguenza il gap è aumentato in modo considerevole e ha offerto ai piloti del Cavallino la grande occasione per la prima doppietta da Germania 2010. Purtroppo il sogno è durato poco più di metà gara, perché ad eliminare un Raikkonen, oggi assolutamente incolpevole e meritevole, è stato il malfunzionamento dell’MGU-K, l’unica nota stonata quindi è stata proprio la sfortuna di Kimi, che sarebbe potuto essere anche lui lassù su quel podio a festeggiare

Con Rosberg tornato in gioco grazie alla safety car, e Ricciardo su gomme morbide si è rischiata davvero la ripetizione del copione di dodici mesi fa. A dare un’ulteriore “botta” di emozioni ci hanno pensato comunque l’eccessiva esuberanza di Hamilton e dello stesso Ricciardo. Prima l’inglese sull’australiano, con quella rottura dell’ala anteriore in curva uno, e poi con il portacolori della Red Bull che in un disperato tentativo di attacco a Rosberg ha buttato al vento sia le sue chances di vittoria che quelle del tedesco della Mercedes. Risultato un’altra ala distrutta, questa volta per la RB11 numero 3, e una foratura per Nico, che ha proiettato nel baratro il figlio di Keke il quale pregustava addirittura la possibilità di andare in vacanza da leader del mondiale. Sempre a proposito di Rosberg, va detto che se gli avessero montato le soft alla seconda sosta, forse l’esito della gara sarebbe cambiato in suo favore.

Un errore tattico che ha macchiato del tutto la domenica negativa della scuderia di Brackley a Budapest. Episodi che hanno fatto respirare Seb, magistrale nel condurre la corsa dal primo all’ultimo giro. Pareggiare il conto delle vittorie con Ayrton Senna nel giorno della dedica a Bianchi e del primo trionfo personale in Ungheria, ha dato quel tocco di magia e di grande nostalgia alla domenica sfavillante di un pilota in passato oggetto di critiche per via dei quattro mondiali vinti a bordo dell’astronave Red Bull. Quella Red Bull che al pari del suo ex numero uno è stata protagonista di un riscatto vero in pista e ha dato l’occasione a entrambi i suoi piloti di tornare a brillare. Forse più Kvyat di Ricciardo, troppo esuberante nel tentativo di sorpassare la Mercedes

E di riscatto può parlare anche la McLaren, quinta al traguardo con un Alonso in formato Campione del Mondo dalla spalle larghissime. Ieri Fernando ha spinto la sua MP4-30, ammutolita dall’ennesima panne elettrica, fin dentro ai box evocando un altro grande come Nigel Mansell, autore di quel gesto in un contesto diverso a Dallas ’84. Sembrava un’occasione sprecata visto il quindicesimo crono in qualifica, ma la girandola di emozioni e la roulette ungherese hanno fatto uscire fra i numeri fortunati anche il 14 rosso impresso sul muso della McLaren. Fernando ha arpionato punti importantissimi che, aggiunti a quelli di Button nono, hanno dato una grandissima boccata d’ossigeno soprattutto alla Honda.

Ma al pari di Alonso un applauso va fatto anche al diciassettenne Max Verstappen, bravo a chiudere quarto al volante della Toro Rosso, mentre l’altra monoposto faentina quella di Sainz è stata fermata da un guasto. Il fine settimana dell’Hungaroring ha regalato anche sorprese negative e non solo in casa Mercedes. Su tutte la Williams, protagonista di una gara anonima dopo il pasticcio di Massa al via, con il brasiliano che ha mancato la sua piazzola e fatto ritardare di un giro la procedura di partenza, e con un Bottas assolutamente impalpabile. Tornando per un attimo ai protagonisti è più che mai chiaro che la Ferrari debba ancora migliorare in tutti i settori, ma le parole di Maurizio Arrivabene a fine Gran Premio, che si dice non sorpreso della vittoria dà l’idea del gran lavoro e della convinzione degli uomini di Maranello di essere sulla strada giusta.

Ciò non toglie che la SF15-T, dimostratasi per la prima volta meno affidabile del solito, ha bisogno di un deciso passo in avanti per quanto riguarda la power unit. Qui il motore contava meno, Red Bull e McLaren lo testimoniano, ma da Spa si tornerà ad averne bisogno e subito dopo c’è Monza dove i tifosi della Rossa si attendono il “supermotore” in grado di far tornare la Rossa padrona nella gara di casa. In attesa di questi eventi,  la F1 sia avvia verso la pausa estiva dopo aver dato prova di essere più viva che mai e aver offerto lo spettacolo più bello sul circuito in teoria meno adatto a propiziare emozioni. Forse qualcuno da lassù ha dato veramente una spinta a tutti, soprattutto alla sua amata Rossa, il sogno proibito che non ha mai visto avverarsi, in grado di tornare sul gradino più alto.

La classifica del Mondiale Piloti F1 dopo il Gran Premio d’Ungheria.

1

Lewis Hamilton

202

2

Nico Rosberg

181

3

Sebastian Vettel

160

4

Valtteri Bottas

77

5

Kimi Raikkonen

76

6

Felipe Massa

74

7

Daniel Ricciardo

51

8

Daniil Kvyat

45

9

Nico Hulkenberg

24

10

Romain Grosjean

23

11

Max Verstappen

22

12

Felipe Nasr

16

13

Sergio Perez

15

14

Pastor Maldonado

12

15

Fernando Alonso

11

16

Carlos Sainz

9

17

Jenson Button

6

18

Marcus Ericsson

6

19

Roberto Mehri

0

20

Will Stevens

0

21

Kevin Magnussen

0

 

La classifica del Mondiale Costruttori dopo il Gran Premio di Ungheria

1

Mercedes

383

2

Ferrari

236

3

Williams

151

4

Red Bull

96

5

Force India

39

6

Lotus

35

7

Toro Rosso

31

8

Sauber

22

9

McLaren

17

10

Manor

0