Dopo il ritiro di Norcia, l'esonero di Stefano Pioli e la grande contestazione, la Lazio torna a sorridere e passeggia con un netto 0-3 sul Palermo.

Palermo - Inizia nel migliore dei modi, e cioè con una netta vittoria, la carriera di Simone Inzaghi come allenatore della Lazio. Dopo un derby maledetto, un esonero (quello di uno Stefano Pioli sempre meno padrone di Formello, col passare delle Giornate di questa Serie A) ed il terzo ritiro stagionale, la squadra del Presidente Lotito passa con estrema facilità sul campo di un Palermo ridotto ai minimi termini, vincendo con tre gol di scarto e tornando finalmente a sperare in una rincorsa al Milan.

 

Alla prima sulla panchina biancoceleste, Inzaghi rispolvera Santiago Gentiletti al centro della difesa, affiancandogli Bisevac e proponendo sugli esterni Patric e Lulic. A centrocampo, vicino ai soliti Biglia e Parolo, tocca ad Onazi compattare la mediana in luogo di un Cataldi troppo leggero nelle ultime uscite, mentre il tridente d'attacco vede Candreva vicino a Klose e Keita; i due, proprio nel corso del derby, avevano riacceso le speranze biancocelesti subentrando nel secondo tempo e causando di fatto il capo d'imputazione principale (e finale) per l'esonero di Stefano Pioli.

In un Barbera tutt'altro che vicino alla squadra di casa, dopo un avvio un po' statico la Lazio trova il modo di scassinare il fortino dei rosanero: Klose, approfittando di un'errata marcatura, sblocca di esterno destro da azione di corner già al 10'. Il Palermo, dalla sua, offre ben poco e non reagisce: privata degli illuminanti passaggi di Franco Vazquez, la squadra di Novellino gioca intimorita, poco sicura, fischiata e contestata dal proprio pubblico al primo passaggio sbagliato. Logica conseguenza è,appena 6 minuti lo 0-1, il raddoppio dei biancocelesti: protagonisti ancora Balde Keita e Miro Klose, col primo che salta l'uomo seccamente sulla destra e conclude di potenza su Sorrentino, che pure devia ma nulla può sul tap-in vincente del tedesco.

La situazione relativa al pubblico, sia nel primo che nel secondo tempo, tocca dei picchi negativi che mai si vorrebbero in una competizione prestigiosa come la Serie A italiana: tra fumogeni, petardi e proteste, l'arbitro Gervasoni è costretto a fermare la partita per ben due volte, facendo intendere che, ad una terza interruzione, il match del Barbera non riprenderà più. Così' nella ripresa, col Palermo vicino ad un abbozzo di reazione più nervosa che tecnica, la Lazio trova il modo di infierire in contropiede: un rilancio lungo di Marchetti viene spiazzato di testa dal solito Klose, mettendo il subentrato Felipe Anderson davanti a Sorrentino: il colpo d'esterno destro del brasiliano vale il gol dello 0-3, che chiude definitivamente i conti e manda in ghiaccio i venti minuti di partita restanti.

La bella vittoria di Palermo, così, spedisce la Lazio a 45 punti, 4 lunghezze sotto al Milan e 3 sotto al Sassuolo, regalando un briciolo di speranza per una qualificazione alla prossima Europa League. L'opinione di chi scrive è che, soprattutto controllando il calendario biancoceleste (che presenta, tra le altre, Juve, Inter e Fiorentina nelle 6 partite rimanenti), l'impresa è ben lontana dall'essere realizzabile: troppo tardiva parrebbe la reazione del club di Claudio Lotito, se davvero di reazione davvero si potrà parlare. Le dichiarazioni del post-match di Mister Inzaghi, però, lasciano almeno piantato in terra il seme della speranza: chi ha vinto uno Scudetto con 9 punti di svantaggio, alla fine di tutto, qualche ragionevole motivo per credere ai miracoli pare davvero poterlo avere.