Scritto da Alessandro Maria Savoia

Al Vicente Calderon di Madrid va in scena il sesto derby stagionale, ultimo di una serie interminabile di scontri che hanno visto protagoniste Atletico e Real in Supercoppa, Coppa del Re e Liga. La sostanza però, rispetto ai precedenti cinque che avevano visto trionfare per ben tre volte Simeone (compresa conquista della Supercoppa e del passaggio in semifinale di Coppa del Re) e in due occasioni il pareggio.

E non c’è tre senza quattro, come direbbe qualcuno, perché i “colchoneros” non si limitano a battere gli odiati cugini davanti ai propri sostenitori ma arrivano ad umiliarli con un pesante 4-0: di Tiago, Saul (rovesciata incredibile) Griezmann e Mandzukic le reti dei biancorossi.

Per i “blancos” è una stagione da incubo per quanto riguarda le stracittadine: quattro sconfitte su sei e nessuna vittoria. Ancelotti mantiene la vetta ma vede avvicinarsi pericolosamente Simeone e il Barcellona di Luis Enrique, vittorioso per 5-2 sul campo dell’Athletic Bilbao, che ora è distante solo un punticino. La strada è lunga ma al Real serviranno ben altre prestazioni per conquistare la Liga e andare avanti in Champions, magari evitando di festeggiare di nuovo in pompa magna il compleanno di qualcuno dopo una sconfitta così pesante, chi vuol intendere intenda.

Scappa invece in Inghilterra il Chelsea di Mourinho, favorito da una serie di risultati positivi, non ultimo il passo falso del Manchester City. I blues s’impongono per 2-1 sull’Aston Villa, al Villa Park, grazie alle reti di Hazard e Ivanovic: il Chelsea rischia molto ma porta a casa tre punti importantissimi. Non riesce a fare altrettanto il Manchester City di Pellegrini bloccato dall’Hull City sull’1-1: continua il periodo no dei Citizens che coincide stranamente col periodo di Yaya Toure in Coppa d’Africa. L’ivoriano è sulla via del ritorno e per il momento ci pensa Milner al 92’ a salvare il City da quella che sarebbe stata una brutta sconfitta. I punti di distacco dal Chelsea diventano sette. Al terzo posto il Southampton (1-0 fuori casa contro il Qpr) seguito a un punto dal Manchester United che come i cugini del City si è salvato in extremis grazie al gol di Blind al 91’ contro la sorpresa West Ham. Si sono affrontate invece nello storico Derby del “North London” Tottenham e Arsenal al White Hart Lane. Derby che a sorpresa si sono aggiudicati gli Spurs dopo una partita molto avvincente ma comunque meritatamente vinta dagli uomini di Pochettino (ora in quinta posizione a una sola lunghezza dal quarto posto, valevole per la Champions League). Wenger e il suo Arsenal sono apparsi spenti per larghi tratti, nonostante il vantaggio conquistato grazie ad Ozil.Vero protagonista della gara, e di tutta la stagione degli Spurs fino ad ora, Harry Kane: la punta britannica, cresciuta nelle giovanili del Tottenham e lanciata quest’anno, a ventun’anni, dopo diverse esperienze in prestito, ha siglato una doppietta e raggiunto le ventidue reti stagionali tra tutte le competizioni. Molto meno spettacolo, zero gol e tanta paura di perdere nel derby di Liverpool tra i Reds e l’Everton. Le due squadre non passano di certo un periodo di grazia, anzi sono invischiate in un campionato di metà classifica che nessuno, né Toffies né Reds, si sarebbe aspettato: finisce 0-0, distacco che rimane di dodici punti a favore del Liverpool (39 punti contro i 27 dell’Everton) e ultimo derby del Merseyside per Steven Gerrard.

Torna a sorridere in Germania Jurgen Kloop che con il suo Borussia non vinceva da ben 65 giorni: i gialloneri s’impongono per 3-0 in casa del Friburgo, scavalcato in classifica, e si avvicinano di un passo alla zona salvezza. Il tecnico tedesco si affida alla “vecchia guardia” lasciando in panchina circa trenta e passa milioni di acquisti estivi: a risolvere la questione ci pensano Reus e due volte Aubameyang. Un punto da Paderborn che vuol dire tranquillità, ma la strada è ancora molto lunga. Torna a vincere, prima volta nel 2015, il Bayern di Guardiola che s’impone sul fanalino di coda Stoccarda: a fare notizia è più che altro lo striscione di un tifoso dello Stoccarda, di origini italiane, che si propone al tecnico Huub Stevens per giocare al posto del bosniaco Ibisevic arrivato, da attaccante, a 13 mesi di digiuno sottoporta. Forse Stevens dovrebbe farci un pensierino. Rimane al secondo posto il Wolsfburg, otto punti dietro al Bayern, ma vincente in casa sull’Hoffenheim per 3-0.

Pareggiano tutti in Francia, per lo meno le prime quattro, lasciando le posizioni invariate ma ridisegnando gli equilibri di un campionato che non ha più un mattatore unico. Tra Lione e Psg, nello scontro diretto più importante della stagione, finisce 1-1: Ibrahimovic su rigore risponde al giovane N’jie ma i parigini non riescono comunque a superare la capolista orfana della propria stella, Lacazette. Il Lione passa indenne quindi la prova Psg anche grazie al passo falso dell’altra pretendente al titolo: il Marsiglia infatti non va oltre il pareggio nella sfida contro il Rennes e rimane appaiata al Paris Saint Germain a 38 punti, due dietro il Lione. Pareggia anche il Sain Etienne, quarta forza del campionato, con uno spettacolare 3-3 contro il Lens mantenendo il distacco dalla terza a sette punti.

Infine una battuta veloce sulla Coppa d’Africa, terminata domenica con la vittoria della favorita Costa d’Avorio. Nonostante i favori del pronostico “gli elefanti” non vincevano la competizione dal 1992 e negli ultimi anni avevano raggranellato soltanto qualche semifinale e la finale della scorsa competizione, persa contro lo Zambia, allenato tra l’altro dall’attuale tecnico degli ivoriani Renard, dopo i calci di rigore. Stavolta sono proprio loro a sollevare la coppa dopo la sfida dagli undici metri e centoventi minuti in cui si era visto veramente poco spettacolo. Eroe della serata il portiere Barry, utilizzato nella finale a causa dell’infortunio del titolare, che ha parato due rigori e segnato l’ultimo e decisivo. In mezzo tante sceneggiate, perdite di tempo e anche qualche parola di troppo agli avversari. Ma d’altronde è anche questo il bello della competizione continentale africana, capace di mostrare al mondo giocatori straordinari, sconosciuti e dalle personalità leggermente eccentriche.

powered by social2s