"Obsesionati" ma questo è un bene. Essere la Roma ed aver vinto ha acceso le luci della ribalta su una compagine troppo spesso attaccata mediaticamente.

Avere giocatori importanti con la maglia giallorossa non è facile, perché diventare grandi significa anche competere con chi veramente ogni anno prova a gonfiare il palmarès. Nicolò Zaniolo è arrivato quattro anni fa in punta di piedi, anzi, qualcuno ha storto il naso perché per lui ha salutato un certo Radja Nainggolan. Eppure, con umiltà e fisicità ha fatto vedere il suo talento. Corsa sfrenata, scodella su Consigli e la rete che si gonfia.

Comincia la Zaniolo-mania, forza esplosiva e dono divino. Crack. Due volte il crociato e la rete di Tirana che regala la Conference League alla Roma. Come ogni estate si accende il mercato sul numero 22, perché alle grandi piacciono i giocatori bravi quelli in grado di far stropicciare gli occhi. Nella capitale è così: metti i piedi in campo e sei già fischiato, per poi diventare la scommessa più lucente; stop forzato e cominciano le critiche tra chi vuole buttare via tutto e chi vuole legare in maniera inscindibile l'atleta. È successo con Totti, con De Rossi e via dicendo. Zaniolo a 22 anni è già in questa fase precoce per un'età come la sua. Due anni lontano dal campo e già il terzo trofeo in carriera. La prossima sarà la stagione della verità, quella della conferma