Scritto da Bruno Bertucci

La rete raccoglie la sfera adagiata in fondo alle trame dal giovane parigino che accende, inconsciamente, il fuoco passionale di un bambino.

Corsa tra gli spalti, scavalco alle barriere del Le Parc e sorrisi (ri)accesi di Mbappè ed Icardi. Una squadra cresciuta sulle finanze qatariote e sulla tecnica individuale, complessa la mossa strategica di far coesistere personalità così elevate in un unico spogliatoio.

Pochi giorni fa l'uscita del Paris Saint Germain in coppa eppure, la finale di Champions non è stata dimenticata ed i + 16 in Ligue 1 non sono bastati a placare la protesta dei tifosi transalpino. Come in un sogno Morfeo ha trascinato quel bambino ad impersonificare la passione più pura, perché segnare oltre il novantesimo e portare il vessillo parigino in alto da colui che è nato e cresciuto in una città e gioca per la sua squadra ma che, per motivi professionali, sarà costretto a lasciare la nave, non può che portare amore. Acquistare, non solo numerosi campioni, ma anche (forse) il calciatore più forte di tutti i tempi non garantisce gloria eterna, ed è per questo che la pressione aumenta. Vincere per vincere e, soprattutto, per superare i propri limiti.

Come un dipinto di Henri Emile Benoit Matisse o come la poesia di Paule Marie Verlaine, quel bimbo che corre nonostante tutto solo per un gol possa essere promotore per i nuovi tifosi. Passione incondizionata per il calcio

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