Dopo la delusione di Bologna nella partita infrasettimanale, la Roma si trova ad affrontare una delle più serie pretendenti alla vittoria finale del campionato di Serie A, l'Inter dell'ex laziale Simone Inzaghi.

La partita inizia subito con una Roma lanciatissima con il suo gioiello. La determinazione di Zaniolo però si ferma presto, dura solo qualche minuto. L'Inter si prende tutto lo spazio che la Roma di Mourinho gli lascia, gioca facile perché la Roma attende senza giocare. L'inter affonda quando vuole, nel primo tempo lo fa tre volte con la realizzazione di altrettanti goal.

Vanno a segno al 15' Calhanoglu, addirittura da calcio d'angolo, poi con estrema facilità al 24' va in goal l'ex Dzeko che non esulta e, infine al 39', Dumfries che con un comodo colpo di testa a seguito di un altrettanto comodo cross di Bastoni porta la sua squadra a chiudere il primo tempo con un punteggio umiliante per i giallorossi, soprattutto per come è maturato, troppo facile per l'Inter comandare su un campo dove l'altra squadra non gioca. Una Roma imbarazzante, Mourinho senza idee, giocatori disorientati. Lo 0 a 3 ci sta tutto e sembra che l'inter non abbia nemmeno voluto infierire.

Nel secondo tempo la situazione non cambia, l'Inter passeggia e la Roma attende, cosa non si sa, ma attende, in realtà, forse è più giusto dire che rinuncia definitivamente a giocare. Mourinho non dà indicazioni ai suoi giocatori, non si sbraccia per una squadra senza idee e totalmente disorientata. Non un lampo, una giocata, un atteggiamento propositivo, insomma, niente, il nulla assoluto. All'80' e fino alla fine della partita, lo scossone, l'emozione, il brivido lo dà la Curva Sud lasciando tutti senza parole. Un incitamento forte, costante e assordante nei confronti della propria squadra, un mantra, un amore viscerale dimostrato proprio nel momento più brutto, anche un po' umiliante per i calciatori che si sono sicuramente sentiti colpevoli di fronte ad un pubblico che ha stravinto la partita del tifo. Anche i tifosi neroazzurri, stupiti da un fenomeno che loro non hanno saputo imitare e che non li ha fatti sentire del tutto vincitori.