Scritto da Bruno Bertucci

Viste le ultime vicissitudini economiche, non solo derivate dal periodo nefasto causato dalla pandemia globale, la UEFA ha deciso di mettere mano al Fair Play Finanziario dati i risultati scadenti.

L'organo giuridico vorrebbe chiare visione e discuterà il tutto da remoto con il Parlamento europeo per stabilire insieme le nuove linee guida. Basta, dunque, con l'equilibrio di mercato ed il voler a tutti i costi equiparare costi e ricavi, pratica giudicata obsoleta e via con l'efficienza strategica. L'obiettivo sarebbe quello di far investire le società ove necessario riducendo al minimo gli sprechi (come si ragione in economia ambientale, per intenderci).

Il gap tra top club e squadre minori è ancora più ampio e per ottemperare a ciò si stanno vagliando tre ipotesi: luxury tass (tassa salariale appena introdotto nel calcio cinese con conseguenze a breve termine disastrose ma la speranza di un surplus di mercato nel lungo periodo), la modifica del punto di rottura (cd. Break even point) con la quantità ottima da produrre stabilita dalle autorità ed infine un salary cap (anch'esso introdotto nel Sol Levante).

L'idea di Platini ed Infanti o compie, infatti, 11 anni ma non ha ottenuto i risultati sperati soprattutto per le sanzioni ritenute troppo diverse rispetto al core business, la FIFA vorrebbe dunque modificare le punizioni premendo il tasto su penalizzazioni sportive piuttosto che pecuniarie. A breve, quindi, sapremo le nuove regole che partiranno già nel 2022 con il placet dell'Unione Europea. 

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