Scritto da Bruno Bertucci

Essere calciatori della Roma è da sempre sintomo di ambizione e di senso di rivalsa nei confronti delle compagini con più potere economico, oltre che con un palmarès molto più vasto; d'altronde la mission del club capitolino è proprio questa.

I tifosi lo sanno e cercano, spesso e volentieri, di trasmettere la passione per i propri colori in ogni dove. Chi gioca per i giallorossi è obbligato ad uscire dal terreno di gioco con la maglia sudata ed a volte i risultati positivi non bastano, così come possiamo notare dalla stagione in corso. La Roma è quarta, a quaranta punti, con uno degli attacchi più forti dell'intero Stivale (stando ai numeri elevati delle reti siglate, ben 44).

Il tecnico Fonseca è riuscito a portare a gol undici calciatori, sintomo di una manovra offensiva che funziona, eccezion fatta per le ultime uscite. Purtroppo la nuova mentalità tattica che circola nell'etere calcistico ha portato a cambiare la visione del centravanti, chiedendogli compiti sempre più di impostazione per far avvicinare alla porta avversaria anche altri giocatori. Discorso ampio che non si può esplicare in poche righe ma basta vedere i primi cinque marcatori per constatare ciò: Mkhitaryan (9 gol), Veretout (7 gol), Dzeko (7 gol), Borja Mayoral (6 gol), Pellegrini (4 gol); solamente due sono gli attaccanti. Questa tesi è avvalorata, anche, dai dati statistici relativi alle grandi opportunità create: Pellegrini e Mkhitaryan (11), Spinazzola (7) e Bruno Peres (6); consideriamo che i due attaccanti, invece, ne hanno creata solo una a testa. Ma, allora, perchè non si riesce ad ottenere il massimo gradimento? La risposta è facilmente intuibile a chi respira, quotidianamente, il giallo ocra e rosso pompeiano e si riassume in una parola: carattere. Quest'ultimo è il motore pulsante dell'orgoglio e, spesso, è mancato alla compagine nata nel 1927 ed è stata la causa di cocenti sconfitte. La personalità si vede anche dai piccoli avvenimenti come le "proteste" di alcuni supporters. Quante volte abbiamo visto protestare i tifosi fuori i cancelli di Trigoria? Zebina e Giannini ne sanno qualcosa. Avete visto tutti cosa è successo a Marsiglia la scorsa settimana? Con questo non vogliamo giustificare gli atti di violenza ma sottolineare il professionismo di alcuni atleti che con impegno e dedizione hanno ribaltato la situazione e dimostrato il loro attaccamento alla causa.

Spesso, quindi, non basta vincere o entrare nell'Olimpo perchè prima o poi tutti commetteranno errori e verranno presi di mira; è successo con Falcao, con Di Bartolomei e con Totti e con molti altri accadrà di nuovo. L'importante è mettersi in carreggiata ed uscire dal campo con la "camiseta" sudata per dimostrare a tutti di voler conquistare l'orgoglio.

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