Abbiamo perso quello che si può tranquillamente definire una leggenda e tale rimarrà nei nostri cuori.

Penso alla disperazione dei propri cari, degli argentini, ma soprattutto all’immenso dolore dei napoletani, lui era un figlio, un fratello, un amico di tutti a Napoli, napoletano dalla testa ai piedi. A proposito di piedi, sicuramente i suoi rimarranno nella storia del calcio mondiale. A mio avviso il più grande di tutti i tempi. Spesso si è dibattuto su questo argomento e c’è chi metteva davanti a lui l’altrettanto grande campione quale è stato Pelè, ma Diego dalla sua parte aveva quella classe inconfondibile che rasentava la magia e la fantascienza, quel fervore “napoletano” che ci faceva battere il cuore a tutti, anche a tifosi di altra fede calcistica.

Io da romanista l’ho amato e sono stato sempre un suo estimatore, in alcuni momenti ho avuto invidia dei miei amici napoletani perché lo avevano loro in squadra anche se a quell’epoca noi romanisti nella compagine giallorossa avevano un certo Paulo Roberto Falcao, l’ottavo Re di Roma! Erano gli anni a cavallo degli ‘80 e ‘90, quando il calcio era ancora letteratura. Ricordo con ammirazione il suo goal contro l’Inghilterra nei quarti di finale del mondiale del 1986, quel goal fu definito “il goal del secolo”, è ancora negli occhi di tutti quando Diego partì da centrocampo sbarazzandosi come birilli di tutti i calciatori inglesi per arrivare fino in area e segnare il goal più bello della storia calcistica di tutti i tempi! E poi, sempre nel corso di quella partita indimenticabile, ricordo ancora il goal della “mano de Dios” come a vendicare i soprusi anglosassoni profusi nel periodo della guerra per le isole Malvinas. Come dimenticare un anno prima, era il 3 novembre 1985, quel calcio di punizione contro la Juventus che nemmeno le leggi della fisica ancora oggi riescono a spiegare.

Diego lo abbiamo amato tutti e tutti gli abbiamo perdonato i suoi errori perché ad uno come lui si perdonava tutto perché troppo belli e importanti i ricordi che ci lascia come eredità, momenti che resteranno sempre nella nostra mente. Negli ultimi anni ho provato molta tenerezza nei suoi confronti e molte volte lo avrei voluto abbracciare perché sentivo che si stava perdendo in situazioni difficili, sono certo che anche tutta Napoli ha provato questa sensazione. E’ un giorno triste per l’intera umanità sportiva, oggi mi sento uno di loro, napoletano anch’io e piango insieme a loro...."Maradona è megl e Pelé", ciao Campione indiscusso, ciao Diego.