La città di Roma è nota per la sua storia e per essere un museo a cielo aperto: sculture, opere ed affreschi dipingono la vita dei romani ogni singolo giorno.

I tifosi della Roma ne sono consapevoli e desiderano una compagine all'altezza di cotanta bellezza. Colori, suoni e passione accompagnano le partite dei giallo-rossi; gli amanti della pelota capitolina amano il bel gioco e le trame offensive. Nella propria storia molti allenatori hanno lasciato il segno, più che per i trofei, proprio per questo stile tattico.

Zeman e Spalletti, tanto per citarne due hanno scisso, letteralmente, la tranquillità cittadina in preda ai loro pensieri ed alla loro filosofia calcistica. Non sono passati inosservati, però, quegli allenatori che pur non brillando in campo hanno messo degli iridati in bacheca (leggasi Don Fabio Capello). Sir Claudio Ranieri, ad esempio, è andato vicinissimo a conquistare il quarto tricolore della storia dal 1927. Attualmente sulla panchina siede Paulo Fonseca, un tecnico portoghese con un'esperienza straripante in Ucraina. Lì le temperature sono glaciali ed il campionato è organizzato in maniera diversa.

Le sue squadre non hanno mai fatto strabuzzare gli occhi per la loro bellezza ma per la loro concretezza di risultati. Il suo mantra è il 3-4-2-1 ma abbiamo avuto modo di osservare come questa formazione si possa adattare ai cambiamenti esterni, via dunque alla difesa a 4 con 2 mediani e tre trequartisti; in passato abbiamo ammirato, anche, le due punte con un solo trequartista; insomma quel che serve in relazione a diversi fattori. Il calcio sta cambiando velocemente e per cercare di vincere serve, obbligatoriamente, la cattiveria sotto porta e l'efficienza. Via i fronzoli e le skills da giocoliere e dentro le scorribande sulle corsie esterne o le trame verticali.

Passarsi il pallone orizzontalmente è bellissimo, come Guardiola insegna, ma se gli interpreti non sono all'altezza si rischia di avere un brusco tracollo. Da inizio stagione la Roma non ha mai perso sul campo, il 3 a 0 contro l'Hellas Verona è una bega dirigenziale. Difesa a 3 o a 4, l'importante è fare più gol dell'avversario cercando di subirne il meno possibile. Ottimo lavoro, fino adesso, di Fonseca. Se continua così la zona europea non dovrebbe essere un miraggio.