Troppo spesso siamo lettori di una trama macabra nei confronti di coloro che colorano gli stadi ed intonano canti per incentivare che ha la fortuna di giocare per la loro “casata”.

Questa volta, le vittime spiacevoli di questo attacco mediatico sono i tifosi del Napoli rei di aver tolto alcuni striscioni durante un match. Secondo i media campani, e non solo, la causa scatenante concerne l'elevato prezzo del biglietto in occasione della partita contro il Barcellona. Il mondo degli ultras, in verità, ha radici ed ideali più solidi di un mero costo; essi viaggiano in lungo ed in largo lo Stivale e l'Europa per sostenere la propria compagine. Relativamente a ciò, infatti, la “Curva A” partenopea ha risposto a questi dissidi con un comunicato: “Dopo l'ennesima notizia comparsa sui quotidiani, dove si riportava che la “Curva A” effettuava domenica 09/02/2020 una protesta contro il caro biglietti per la partita Napoli-Barcellona, teniamo a precisare che tale notizia apparsa risulta priva di fondamento.

Viaggiamo da decenni in tutta Italia, in Europa e siamo consapevoli dei costi di tutti i biglietti finora da noi puntualmente pagati, vedi Lecce € 50.00 o Sassuolo oltre i € 50.00 giusto per citarne qualcuno. Consapevoli che comunque sia assurdo per una partita di calcio sarebbe ipocrita però recriminarlo per un Napoli-Barcellona, ricordiamo che con la partita contro il Genk a 35.00 € nessuno è venuto! I motivi che ci hanno spinto a rimuovere striscioni, bandiere ed altro... sono motivi che appartengono alla nostra categoria, quella degli ultras e solo a quest'ultima devono riguardare, interessare. Peccato che qualcuno la usi maldestramente sui social rendendo partecipe anche chi non lo è”. Questo è un chiarimento doveroso e dovuto, solamente, a intuizioni errate di un argomento troppo più ampio da poter essere sbandierato con un semplice post o un articoletto di giornale.

Lasciamo in pace chi riempie gli stadi e chi fa sì che questo settore gode di una visibilità tale da essere uno dei motori pulsanti dell'intrattenimento e dell'economia in generale. Lo sport e soprattutto il calcio devono porsi dal lato dei tifosi per tutelarli quando non hanno colpe. Come si dice “tra moglie e marito non mettere il dito” ergo le problematiche interne al tifo sono affare prevalentemente loro, qualora si volessero vagliare delle ipotesi bisognerebbe scrivere in calce che si tratta di supposizioni e di pensieri personali.