Il destino, a volte, sa essere beffardo e la Dea Bendata nel settore calcistico si diverte a giocare come le arpie nel mondo di Ercole.

Era il diciannovesimo giorno di Ottobre, la Lazio ospitava all'Olimpico un'Atalanta galvanizzata dall'esordio in Champions. Dopo trentasette minuti gli orobici conducono i giochi per 3 a 0: doppio Muriel e rete di Gomez. All'intervallo, il patron Lotito, secondo fonti interne aveva già contattato Gennaro Gattuso per dare una scossa alla compagine capitolina. Troppo caos in casa biancoceleste per aspettare ulteriormente, “Inzaghino” è appeso su un filo sottilissimo che si stava per spezzare tre quarti d'ora dopo. Il secondo tempo è incandescente ed il fato ci butta del suo: rigore per la Lazio siglato da Immobile, un minuto dopo rete di Caicedo... è un assedio.

E' il novantesimo quando De Roon butta giù il numero 17, sarà lui stesso a salvare la panchina di Inzaghi e la stagione laziale. Da lì in po saranno 11 le vittorie consecutive e la consacrazione del fratello di “SuperPippo” come uno dei migliori tecnici azzurri. Il 21 Gennaio Gattuso ed Inzaghi si incontrano, questa volta face-to-face, forse tutti e due sapevano che quel pareggio ha cambiato i loro destini. Il Napoli conquista la semifinale di Coppa Italia con un gol di Insigne e la Lazio, da adesso, può pensare unicamente al campionato per accaparrarsi la qualificazione all'Europa che conta dopo anni di assenza. Chissà come sarebbe andata questa stagione con Ringhio a dirigere la baracca e chissà Inzaghi su che panchina si sarebbe seduto. Napoli? Juventus? Resta il fatto che è uno dei migliori esponenti del calcio moderno.