Il 2019 è un anno d’oro per il Liverpool guidato da Klopp che riesce a conquistare la Champions League e adesso si trova saldamente in testa alla Premier League.

CHI RIPRENDE IL LIVERPOOL? – Il rollino di marcia del Liverpool 2019/20 fa quasi impressione: su 19 incontri disputati in Premier League (quello che molti considerano il più difficile campionato al mondo) le vittorie sono ad oggi diciotto, le sconfitte non pervenute, il pareggio uno solo. Una vera e propria marcia trionfale il 2019 dei Reds, chiusa con uno scialbo quanto importante 1-0 ai Wolves che certifica il +13 dalla seconda classificata.

Che Klopp fosse riuscito a dare una marcia diversa ad una squadra già competitiva lo si era capito fin da subito, complice l’esperienza e l’enorme capacità manageriale del tecnico di Stoccarda che, ad ogni modo, sta raccogliendo i frutti di un lavoro durato ben quattro anni. Nel 2019 intanto i Reds hanno messo in bacheca un’altra Champions League, una Supercoppa europea e un Mondiale per Club (il primo per il club inglese). Ha chiuso la stagione 2018/19 con ben 97 punti in Premier League, arrivando secondo ad appena un punto dal City di Guardiola e segnando l’amaro record di punti in una stagione per una seconda classificata nel maggiore campionato inglese. Ora il City di Guardiola è ben lontano, addirittura a -14, e la strada verso un successo che a Liverpool manca da esattamente 30 anni appare sempre più vicino. Ma il grande divario tra i Reds e il resto dell’elite calcistica inglese sembra essere un concorso “di colpa” tra lo strapotere della prima e l’andamento stentato delle altre big. Basta notare che al secondo posto si trova un certo Leicester City, non una tra le squadre più quotate ad inizio anno per un posto nell’Europa dei grandi, mentre City, Arsenal, Chelsea, Tottenham e soprattutto United bisticciano con risultati deludenti e idee poco chiare sul futuro. Il 2020 vedrà molto probabilmente il Liverpool marciare con sicurezza verso un meritatissimo titolo ma le altre “nobili” inizieranno già a pensare come impensierire la corazzata “kloppiana” per la stagione successiva. Noi, per lo spettacolo, speriamo che trovino delle buone idee.

IL REAL INCIAMPA, VALVERDE RINGRAZIA – Inaspettato stop per il Real Madrid nel match casalingo contro l’Athletic Bilbao: i ragazzi di Zidane non vanno oltre lo 0-0 e guardano il Barcellona prendersi la prima posizione in solitaria con due punti di distacco. Per il Real Madrid si chiude un 2019 che definire complicato è quasi riduttivo. I Blancos, dopo tre anni di “abbuffate” europee e un profilo consolidato da schiacciasassi si è ritrovato, complice forse l’addio troppo repentino di Zidane, inaspettatamente fragile. Lo scorso campionato, tra Lopetegui, Solari e il singolare ritorno proprio di Zinedine Zidane è stato quasi un calvario. L’idea, guardando anche l’attuale stagione, dove il Real è in lotta per ogni competizione ma non riesce a trasmettere un senso di solidità come faceva prima, è che i problemi della squadra madrilena siano proprio strutturali. Modric, Bale, Kroos e forse anche il pilastro Sergio Ramos, sono l’ossatura scollata di un gruppo fragile e ormai “stanco”. D’altronde rivoluzionare una squadra che ha conquistato tre Champions League in quattro anni non è facile e la società di Madrid qualche passo avanti lo ha iniziato a fare. Intanto però c’è da risolvere la grana Hazard, perché il belga, strapagato in estate, sta rendendo ben al di sotto delle aspettative. Ad approfittare del momento altalenante dei Blancos è il Barcellona, che a dire il vero in patria spadroneggia da due anni di seguito senza grossi grattacapi (quattro campionati vinti nelle ultime cinque stagioni). Per i blaugrana, che hanno cominciato l’anno tra parecchie difficoltà, sembra essere un anno propizio: Valverde è riuscito a tenere botta nei momenti più bui (vedi le ultime due edizioni della Champions League con le rimonte di Roma e Liverpool) e adesso appare più consapevole e addentro al club catalano. I tifosi non sono entusiasti ma i risultati il tecnico li ha sempre portati. A livello di tasso tecnico il Barcellona è comunque ben al di sopra di tutte le altre squadre del campionato. A cominciare dall’Atletico Madrid, incappato in quello che pare un altro anno piuttosto anonimo: quarto posto in Liga, a -7 dalla vetta, e ottavi di Champions in cui affrontare i campioni in carica del Liverpool. Buona fortuna.

LIPSIA OK, MALE IL DORTMUND – Abbiamo spesso celebrato nelle scorse settimane la capacità di mantenere la vetta da parte del M’Gladbach facendo passare colpevolmente in secondo piano l’ottimo lavoro di Nagelsmann con il Lipsia che seguiva pazientemente i bianconeri. Ora i biancorossi si ritrovano con merito in prima posizione, conquistando il titolo di “campioni d’inverno” e mostrando ad ogni giornata un gioco offensivo invidiabile e divertente. D’altronde che il club dell’universo Red Bull avesse fatto un affare ad accaparrarsi il giovane tecnico tedesco era opinione comune e diffusa: Nagelsmann si sta confermando a ottimi livelli, con materiale tecnico eccellente ma non di primissima qualità a disposizione, dopo gli entusiasmanti risultati raggiunti con l’Hoffenheim. Impossibile non notare anche le grandi potenzialità della capolista tedesca che può vantare un’età media di appena 23,5 anni. Tolto poi il M’Gladbach, che rimane a soli due punti di distacco e cerca di tenere il passo di Werner & co., le altre sembrano faticare maggiormente. A partire dal Bayern Monaco che nonostante arrivi da tre vittorie consecutive paga quattro punti di ritardo dalla prima. Per i bavaresi, partiti anche quest’anno come favoriti assoluti, sarebbe un terribile smacco vedersi soffiare un titolo che conquistano da sette stagioni di seguito. Ancora peggio sta facendo il Dortmund, partito non bene ma benissimo in questa stagione e ora a -7 dalla vetta: per i gialloneri, partiti con ottimi presupposti, nelle ultime due sono arrivati solamente un pareggio e una sconfitta. La risalita verso la vetta si fa sempre più dura.

LA LEGGE DEL PSG – Di stagione in stagione, nonostante le sessioni di mercato e gli avvicendamenti di allenatori diversi, la Ligue 1 conferma sempre lo stesso padrone: il Paris Saint Germain. E’ un peccato, tra molte virgolette, che un campionato molto divertente come quello francese, dove dalla seconda posizione in poi ci sono almeno cinque/sei squadre a lottare per le posizioni europee, paghi una differenza così marcata tra un club e gli altri. Il discorso, per buonissima percentuale, è puramente economico, eppure l’esempio del Monaco di Jardim nel 2017 sembrava poter aprire un nuovo ciclo per il calcio transalpino. Si è rivelato invece essere un caso isolato, il fortunato connubio di una generazione di ottimi calciatori sotto una buona guida tecnica. Il nemico numero uno del Psg quindi, anche per il 2020, sarà quasi sicuramente il Psg stesso: con il suo spogliatoio pieno di stelle e di dissidi, con i capricci di Neymar e Mbappé, con l’insofferenza di Cavani e il profilo di Tuchel che appare sempre più in bilico ad ogni notizia che compare sui tabloid. Negli ottavi di Champions League, contro il Borussia Dortmund che ha guidato per due anni, il tecnico tedesco si gioca tutto, perché a Parigi la conquista del campionato è ormai cosa appurata ad inizio stagione. Salutiamo invece favorevolmente il ritorno a ottimi livelli per il Marsiglia: Villas-Boas e i biancoazzurri hanno dovuto conoscersi e ora sembrano piacersi parecchio. Una boccata d’ossigeno per il tecnico portoghese, che non è mai riuscito a confermare l’exploit avuto alla guida del Porto, e per la squadra marsigliese, proveniente dalla deludente esperienza Garcia. L’ex tecnico della Roma intanto cerca di riportare a galla il Lione ma l’evidenza dei fatti parla di un misero dodicesimo posto con risultati molto alterni. Intanto a fare un grande salto in avanti, rispetto per lo meno all’ultimo anno e mezzo, ci pensa il Monaco: lo scorso anno a lungo a rischio retrocessione, in questa stagione lo stesso. Il ritorno di Jardim, dopo il brevissimo interregno di Thierry Henry, sembra aver rivitalizzato i monegaschi. Niente a che vedere però con quella squadra, fornita di Mbappè e soci, che riuscì a battere la corazzata Psg.