Scritto da Bruno Bertucci

Essere Capitano della Roma non significa, solamente, scendere in campo con una fascia al braccio, ma vuol dire impersonificare il tifoso giallorosso.

Colui che issa le bandiere della battaglia, navigando contro le avversità per le sponde del Tevere. Daniele De Rossi, seppur con qualche piccola sbavatura, è l’ultimo esempio calzante di ciò. A prendere la sua eredità è Alessandro Florenzi ma la domanda che si pone la maggioranza degli esperti in materia è se il classe novantuno sia adatto o meno a ricoprire questo ruolo.

Stagione che inizia molto a rilento per chi dovrebbe essere simbolo di un popolo: 7 giornate e 3 ammonizioni rimediate, il nervosismo si taglia a fettine. Lo abbiamo scritto diverse volte, chiunque sarebbe arrivato dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi, avrebbe sofferto una pressione psicologica difficile da affrontare. La soluzione più cruda e più difficile da accettare dai tifosi è quella di affidare la fascia di capitano ad un calciatore non romano che non tifi la compagine giallorossa. Una sorta di parafulmine, in grado di trasformare le critiche e la pressione in risultati positivi sul campo. Florenzi, attualmente, è allo sbando psicologicamente e sente troppo peso sulle spalle… anzi, sul braccio. Quella fascia pesa e, non poco. Pellegrini è ancora acerbo caratterialmente per prendere in mano il timone di una nave che, come se non bastasse, deve tornare sulla rotta che aveva intrapreso nei primi anni 2000. AS Roma: alla ricerca di un solido capitano.

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