Foto: web

I Mondiali 2018 si concludono con una Finale entusiasmante, tenendo fede a quello che è stato il mood di tutta la competizione. A laurearsi campione è la Francia, che arriva sul tetto del mondo per la seconda volta nella storia.

Non poteva andare diversamente, sia nei modi sia nel risultato. La Francia si laurea campione del mondo per la seconda volta nella storia della Coppa del Mondo, a vent’anni dalla conquista della prima “stella”. In finale piega la Croazia con un roboante, e divertente, 4-2 che ricalca quella che è stata la tendenza di questi mondiali russi: spettacolo, colpi di scena, partite sempre (o quasi) in bilico.

Alla fine la spunta una formazione stellare, un po’ trascurata da tutti all’inizio del Mondiale, che riesce perfettamente a mixare esperienza, giovani talenti, tecnica e disciplina tattica. Senza dimenticarsi della solidità fisica di una squadra che non si è quasi mai trovata in debito di ossigeno o in reale difficoltà nel rispondere ad un gioco “duro”. Lo avevamo già notato a Mondiale in corso: i Bleus hanno dato dall’inizio la sensazione di essere forti ma di non riuscire (o forse era volontà) ad esprimere quel calcio spettacolare che ci si aspetterebbe da certi interpreti. A differenza delle altre “grandi” però, è facile notare che i ragazzi di Deschamps hanno seguito un’evoluzione costante a livello di prestazioni, aumentando i giri del motore soprattutto nella fase ad eliminazione diretta: dall’esordio, pieno di stenti, contro l’Australia fino alla finale vinta con difficoltà, ma con risultato tondo. Nel mezzo un cammino pieno di gol (14) e prestazioni solide. E anche un pizzico di fortuna, è chiaro, indispensabile per raggiungere certi traguardi.

La Croazia, al contrario, ha probabilmente espresso la miglior versione di sé stessa all’inizio della rassegna, monopolizzando un girone tutt’altro che semplice. Il punto più alto rimane il secco 3-0 all’Argentina, che riuscirà poi a strappare un pass per gli Ottavi, che ha rappresentato pienamente il potenziale di una formazione imbottita di talenti e dalle possibilità infinite. D’altro canto, nonostante anche nelle fasi successive il bel gioco non sia mancato, sono usciti anche tutti i limiti dei croati: la squadra di Dalic ha usufruito dei rigori agli Ottavi contro la Danimarca e poi ai Quarti contro la Russia. Formazioni forti ma che nessuno pensava potessero far pensare così tanto Modric&co. La semifinale con l’Inghilterra si è chiusa invece al 120’: magra consolazione evitarsi lo stress dei rigori quando hai 360 minuti di gioco sulle gambe. La questione fisica ha pesato parecchio nell’equilibrio della gara. I croati hanno giocato, attaccato, creato molto. Ma dopo aver recuperato il vantaggio iniziale si è avuta la netta sensazione che le forze stessero esaurendo. E i “Galletti”, naturalmente, non hanno avuto pietà.

La gara si è incanalata subito nel verso giusto per i francesi. Al 18’ Griezmann pennella una punizione velenosa verso la porta di Subasic. Mandzukic devia la traiettoria di testa ed è subito vantaggio per i Bleus. Ma la Croazia è divenuta ormai famosa per la propria capacità di recuperare terreno dopo ogni rete subita. Presto detto: al 28’ Modric batte una punizione dai 30 metri allargando il gioco sull’accorrente Vrsajko che di testa mette in mezzo. Mischia in area con il tocco decisivo di Vida che serve Perisic al limite: il nerazzurro si sistema benissimo il pallone e conclude magnificamente di sinistro. E’ pari. La gara rimane sul filo: le due squadre tendono ad allungarsi per sfruttare la velocità degli uomini offensivi. Ma è ancora da calcio piazzato che arriva la svolta: calcio d’angolo francese, sul primo palo sfiora manca il pallone Matuidi. Perisic è in marcatura ma col braccio colpevolmente largo e colpisce di mano: è la Var, dopo un’attenta analisi dell’arbitro, a determinare il rigore. Dal dischetto Griezmann è freddissimo: 2-1 Francia alla mezz’ora. E’ nel secondo tempo che, ironia della sorte, la Croazia entra col piglio giusto. I ragazzi di Dalic mettono alle corde la Francia sfiorando il gol con Rebic. Nel momento migliore dei biancorossi arriva però il terzo gol francese, vero e proprio spartiacque della gara. Mbappè, spesso imprendibile, scappa sulla destra e mette in mezzo un pallone basso che viene addomesticato da Griezmann abile poi a scaricare su Pogba al limite dell’area. Il numero 6 si vede ribattere la prima conclusione, è fortunato a ritrovarsi il pallone tra i piedi, e non perdona la seconda volta: apre il piatto sinistro e brucia Subasic. Il portiere del Monaco ha effettivamente la visuale coperta ed è sbilanciato a causa del primo tiro ma non ha una reazione fulminea sulla seconda conclusione. La Croazia vacilla e la Francia gestisce bene. La quarta rete arriva al 60’, neanche dieci minuti dopo: stilettata di Mbappè da fuori area sulla quale ancora una volta l’estremo difensore non sembra molto reattivo. Da qui parte un copione già scritto, fatto di una forte pressione croata e di ripartenze transalpine firmate Mbappè e Griezmann. A rompere però una monotonia che dovrebbe durare mezz’ora è il gol inaspettato di Mandzukic. L’attaccante bianconero si lancia in pressione del portiere francese che ha la palla tra i piedi. Lloris tenta un improbabile dribbling sul quale il croato è bravo a chiudere e guardare il pallone rotolare in rete. Le speranze croate ritrovano vita e i ragazzi di Dalic energia ma i molteplici assalti al fortino dei Bleus saranno inutili: salgono in cattedra Varane e Umtiti (più il primo del secondo) bravissimi a reggere la difesa e praticamente insuperabili sulle palle alte. Il risultato non cambia nonostante la voglia e il sacrificio messo in campo dalla Croazia sia da applausi.

Vince la squadra sulla carta più forte e attrezzata. Dopo un cammino esaltante che l’ha vista battere Argentina, Uruguay e Belgio. Formazione formidabile che ritrova nel corso del torneo il miglior Pogba, un Griezmann sempre più decisivo e un uomo copertina perfetto come Kylian Mbappe. Il numero 10 dei Bleus chiude il Mondiale con 4 gol (alla pari col compagno Griezmann e a due lunghezze dal capocannoniere Harry Kane) e segnando in finale nonostante abbia appena 19 anni. Terzo più giovane della storia a vincere un Mondiale. Unico teenager, insieme a Pelè, ad aver segnato in Finale. Numeri da predestinato con un futuro luminosissimo.

Intanto ha conquistato un Mondiale da protagonista. La Francia festeggia la Coppa e si coccola il proprio “enfant prodige”.