Scritto da Alessandro Maria Savoia
Foto: web

I Quarti di finale restituiscono un quartetto di squadre che pochi si sarebbero aspettati arrivare fino a questo punto del Mondiale.

Il Belgio e la Croazia, da sempre incompiute, sembrano aver trovato finalmente la quadratura del cerchio. La Francia diventa improvvisamente la più quotata mentre l’Inghilterra conquista tutti grazie ai propri tifosi e a mister Southgate.

Andiamo con ordine. Uruguay-Francia apre i Quarti di finale e chiude allo stesso tempo le speranze di Tabarez e i suoi ragazzi. La Celeste si presenta con la grande defezione che porta il nome di Cavani: il Matador ci prova fino all’ultimo, scalpita, si allena, corricchia, ma non ce la fa.

Si siede in panchina in tuta ad osservare i propri compagni affrontare la Francia con l’espressione tipica di un leone in gabbia. La domanda sorge spontanea: sarebbe stato diverso con Cavani in campo? Si e no. La partita che ci regala il primo “quarto” è una gara abbastanza bloccata, nella quale i Bleus fanno la partita e l’Uruguay prova a rispondere con poco successo. Sarà che arrivati a questo punto del torneo possiamo affermare con cognizione di causa che gli uomini di Deschamps non giocano certo per impressionare gli addetti ai lavori o i tifosi: il ritmo è quasi sempre basso, il gioco mai fluido al 100%. D’altra parte guardando giocare la Francia si ha come l’impressione che da un momento all’altro, senza grandi avvisaglie, faranno qualcosa di positivo. Le armi a disposizione sono molte, basti vedere il primo gol targato Varane che è un esempio perfetto della pericolosità francese sui calci piazzati. Squadra solida quella transalpina, dalla difesa attenta e che annovera anche un portiere di tutto rispetto: la parata di Lloris sul colpo di testa di Caceres è da studiare nelle giovanili di tutto il mondo. Mettiamoci poi che la papera di Muslera sul tiro innocuo di Griezmann spiana la strada ad una semifinale conquistata al piccolo trotto (metà gara contro l’Argentina a parte). Segnale di superiorità pericolosa ma che non basta a conquistare una Coppa del Mondo.

Il vero match di cartello però arriva in serale. Brasile e Belgio, così lontane e così vicine, si sfidano in quella che molti considerano la gara più affascinante, per lo meno guardando i ventidue di partenza. Sfida che in effetti vive di tensione alta (ma non di grandi contrasti) e che fornisce un’immagine perfetta di quanto, nel calcio, contino gli episodi. Pronti via infatti Neymar& co. creano almeno tre palle gol nitide: un palo di Thiago Silva, due tiri mancati in area da Paulinho. Il Belgio soffre ma con ordine. Poi la magia del pallone: calcio d’angolo dei Diavoli Rossi e Fernandinho devia sfortunatamente nella propria porta. Da qui un’altra gara. I verdeoro perdono convinzione, il Belgio si chiude e riparte con pericolosità conquistando sempre maggiore fiducia. Fino al 2-0 targato De Bruyne che di fatto sembra chiudere i giochi. Il Brasile, dopo il doppio svantaggio, crea poco: solo il gol di Renato Augusto, servito alla perfezione da Coutinho, risveglia un pizzico di orgoglio carioca. Lo stesso Augusto e lo stesso Coutinho avranno la ghiotta occasione di agguantare un insperato 2-2 finale con due rigori in movimento, ma il destino ha altri piani. Belgio in semifinale, con merito, dove incontrerà i cugini francesi. Brasile: ci aspettavamo di più.

Passiamo a Inghilterra-Svezia, da cui era difficile aspettarsi calcio-spettacolo e grappoli di gol. E difatti si è trattato del Quarto di finale più povero di spettacolo e azioni da rete. La Svezia ripropone il canovaccio che l’ha già portata nella storia, l’Inghilterra ha il compito di fare gioco ma ci riesce solo fino ad un certo punto. Molto possesso palla da una parte, molti lanci lunghi dall’altra: tutti i calciatori aspettano la svolta che può arrivare solamente da un calcio piazzato. E infatti è un calcio piazzato a portare gli inglesi in vantaggio grazie all’incornata di Maguire (marcato dal mingherlino Forsberg) che porta avanti il momento d’oro dei centrali britannici in fase realizzativa. A questo punto gli svedesi dovrebbero cambiare copione e passare ad un gioco più propositivo ma la verità è che non esiste nessun piano B: non a caso, fino a quel momento, i gialloblu non erano mai andati in svantaggio. E’ il secondo gol inglese, firmato Dele Alli, sempre di testa, a svegliare i ragazzi di Andersson. Pickford però sale in cattedra sfoderando due parate che valgono la semifinale e permettono al sogno inglese di continuare.

Ultima sfida dei Quarti vede contrapporsi la Russia padrona di casa e la Croazia. Sulla carta la partita avrebbe ben poco da dire: la nazionale croata presenta un tasso tecnico di gran lunga superiore. Ma è la Russia a fare la partita, almeno all’inizio, e a passare in vantaggio grazie ad un perla di Cheryshev: gran tiro a giro dai 25 metri e Subasic battuto. La Croazia risponde otto minuti più tardi con un colpo di testa, dopo un ottimo inserimento, di Kramaric. 1-1, e la partita perde di appeal, nonostante la tensione rimanga alta, fino ai supplementari. Nell’extra time infatti assistiamo ad un doppio colpo di scena da ko. Prima la Croazia, al 100esimo minuto, ammutolisce lo stadio col gol di Vida: buon colpo di testa da calcio d’angolo e Akinfeev non molto reattivo. Poi è Fernandes a far esplodere i tifosi di casa con il pareggio che arriva a cinque minuti dal triplice fischio. La Russia muore, resuscita, lotta. Ma deve arrendersi ai rigori, lotteria a volte terribilmente crudele, che viene decisa, ironia del destino, da un errore dello stesso Fernandes. Rakitic segna il rigore che vale la semifinale e con la testa vola già alla sfida contro l’Inghilterra, squadra sicuramente difficile da battere. L’ultimo passo verso la finale potrebbe regalarci altre sorprese in questo Mondiale bellissimo e un po’ folle.

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