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Gli Ottavi di Finale del mondiale russo ci regalano un quadro abbastanza sorprendente: i padroni di casa eliminano a sorpresa la Spagna. Crolla anche l’Argentina, che aveva già faticato nel girone. Il Belgio dà vita a una rimonta storica mentre il Brasile si conferma la squadra favorita.

Di sorprese non ne sono mancate. E di partite emozionanti, neanche. Chiedere dalle parti di Tokyo, dove il popolo nipponico ha visto la propria nazionale agguantare uno storico passaggio ai Quarti di finale per poi ritrovarsi a subire una rimonta incredibile, con colpo del ko a match praticamente concluso. E non sono mancate neanche le escluse eccellenti: Spagna e Argentina, che già avevano faticato a superare il girone, salutano la Russia mestamente dopo essere partite da grandi favorite. Ma andiamo con ordine.

Partendo proprio dalle Furie rosse, che di furioso in questo Campionato del Mondo hanno avuto poco. La sorpresa più grande infatti, Federazione&co., l’hanno regalata a pallone fermo, quando hanno deciso di allontanare il “traditore” Lopetegui per fare spazio a Fernando Hierro a soli due giorni dalla prima gara spagnola: col senno di poi, vista la confusione generale che è regnata in campo e fuori, la decisione presa è quanto meno rivedibile. Ad affrontare Iniesta e compagni la Russia padrona di casa. Gara di sicuro non eccezionale quella dei ragazzi di Stanislav Čerčesov a cui va però il merito di reagire con ordine al vantaggio spagnolo firmato Ignascevich (Autogol): le polemiche sul rigore concesso sono molte, fatto sta che il braccio di Pique è alto, fin troppo, e il movimento innaturale. Uomo di copertina il portiere Akinfeev che prima salva due volte all’85esimo minuto i propri compagni da un colpo sicuramente mortale. Poi disinnesca con il piede il rigore di Aspas che vuol dire Quarti di finale. Prossima gara contro la Croazia: le semifinali non sono così inarrivabili.

Croazia che di certo è squadra più attrezzata. Nei gironi è di sicuro una delle compagini che ha mostrato il miglior calcio. Eppure contro la Danimarca fatica terribilmente e strappa il passaggio solo ai rigori. Inizio shock per i ragazzi del ct Dalic che dopo solo un minuto si ritrovano sotto: rimessa lunga in area, serie di rimpalli, e il centrale Jorgensen è bravo a centrare la porta con un rasoterra non irresistibile su cui Subasic ha più di una colpa. Il pareggio croato è assolutamente rocambolesco: cross in mezzo respinto addosso al povero Christensen. Mandzukic si ritrova il pallone e la porta spalancata davanti: 1-1. La Croazia fa la gara, Schmeichel (protagonista di giornata) non gli permette di passare. Arriva persino a neutralizzare Modric dagli undici metri, dopo un rigore nettissimo causato dal rinato Ante Rebic. Nella lotteria finale dei rigori l’estremo difensore del Leicester parerà ancora un tiro dal dischetto ma farà meglio di lui Subasic, riscattandosi dall’errore sul vantaggio danese. Jorgensen tira malissimo l’ultimo rigore e i croati approdano ai Quarti.

Il giorno precedente aveva visto affrontarsi Francia e Argentina: di sicuro una delle accoppiate più affascinanti uscite dai risultati dei gironi. Due squadre in situazioni praticamente opposte: Albiceleste allo sbando, passata negli ultimissimi istanti della gara contro la Nigeria; la Francia che nonostante un gioco non brillante ha passato il primo turno in scioltezza. Il 4-3 finale è il risultato di una gara assolutamente in bilico (almeno fino al 3-2 francese) e tra le più entusiasmanti di questa rassegna. A fare da mattatore Mbappè, che finalmente esce dal torpore in cui era caduto: prima provoca il rigore che regala l’1-0 ai Bleus, poi sigla il 3-2 che apre la strada alla qualificazione finale. In mezzo la rimonta argentina: con Di Maria prima, autore di un fantastico tiro dalla distanza su cui Lloris non può nulla, e con Mercado poi, che si ritrova sulla traiettoria di un tiro di Messi e produce una deviazione vincente. Il 2-2 francese è un’altra rete di quelle che si vedono realizzare molto raramente: cross di Hernandez che supera tutta l’area (difesa argentina stranamente colpevole) e botta al volo di mezzo collo destro dell’altro terzino, Pavard. Il colpo del ko lo sigla ancora Mbappe, servito bene da Giroud al limite dell’area. Quando sembra tutto finito ecco che però ritorna la cara vecchia garra argentina: zuccata di Aguero nel recupero, su assist al bacio di Messi, e minuti finali di fuoco. Ma il risultato non si sblocca: ride la Francia, piange Messi.

In serale invece l’Uruguay s’impone 2-1 sul Portogallo e spedisce a casa un altro grande protagonista: Cristiano Ronaldo. Gara equilibrata dove l’asso del Real Madrid brilla poco. Risplende invece Edinson Cavani che sigla una doppietta e porta avanti una giornata magica per l’attacco del Psg (segnerà anche Neymar). La zuccata vincente del Matador arriva nel primo tempo, su un’ottima imbeccata di Suarez. La risposta dei portoghesi tarda ad arrivare: latitano le soluzioni offensive e gli uomini avanti non sembrano in grande spolvero. Ci pensa allora Pepe, veterano e centrale difensivo, a riportare tutto in equilibrio con un colpo di testa perentorio. Ma la gioia lusitana dura poco: Cavani viene servito al limite dell’area, vertice sinistro, e apre un piatto destro ad effetto che sfiora la perfezione. Colpo da biliardo che regala all’Uruguay, e ad un indomabile Tabarez, il passaggio ai quarti dove incontreranno la Francia. Peccato che l’attaccante ex Napoli s’infortuni gravemente a fine match: la sua presenza contro i Bleus è praticamente impossibile. E Suarez adesso avrà tutto il peso dell’attacco sulle proprie spalle.

Brasile-Messico apre il terzo giorno delle fasi a eliminazione diretta. I verdeoro si presentano da strafavoriti, la Tricolor invece è decisa a sfatare un tabù che li ha visti sempre uscire sconfitti dalle gare del mondiale contro i brasiliani (4 precedenti). I ragazzi di Osorio partono forte, ma è solo una fiammata inziale: il Brasile comincia lentamente a macinare gioco, facendo poco nel primo tempo e rientrando dagli spogliatoi con un piglio diverso. Neymar diventa bersaglio del nervosismo messicano, accusato di fare lunghe sceneggiate ad ogni contatto di gioco: il numero dieci stesso finirà per innervosirsi palesemente. Ma questo non gli impedisce di sbloccare la gara con un’azione da manuale che comincia e finisce: taglia verso l’interno al limite dell’area, scarica di tacco per Willian che s’inserisce in velocità e mette in mezzo un pallone basso e teso. O’Ney raccoglie e segna a porta sguarnita. A decidere il cambio marcia dei brasiliani però è senza dubbio l’ala dei Blues, autore dell’assist: l’ex Shakhtar è assolutamente infermabile e nella seconda frazione di gioco manda a spasso la difesa messicana ogni volta che tocca il pallone. Il 2-0 finale lo sigla Firmino, entrato in campo al posto di uno spento Coutinho. L’attaccante del Liverpool è bravo a seguire una cavalcata di Neymar con conclusione finale, deviata da Ospina, sulla quale si lancia senza tanti convenevoli.

Affronterà i verdeoro nei Quarti di finale il Belgio di Martinez, protagonista probabilmente di una delle rimonte più folli dell’intera storia del Mondiale. I Diavoli rossi partono assolutamente in sordina, prendendo gli avversari sottogamba. Il Giappone non si lascia sfuggire l’occasione e colpisce con un “uno-due” mortale, firmato Haraguchi e Inui. La gara sembra prendere dei binari ben delineati, con i nipponici chiusi e pronti a ripartire mentre il Belgio prova uno sterile forcing offensivo. A venti minuti dalla fine però Vertonghen trova un gol fortunoso, colpo di testa a pallonetto dal lato sinistro dell’area, sul quale Kawashima ha enormi colpe. L’episodio risveglia il Belgio e stronca i giapponesi, che già stavano pagando il prezzo di un gioco molto dispendioso a livello fisico. Il pareggio lo sigla Fellaini, di testa, quattro minuti più tardi: segnale inequivocabile di un crollo nipponico. La gara si avvia verso i supplementari ma arriva il colpo di scena: da un angolo giapponese, su cui vanno inspiegabilmente a saltare in massa, parte il contropiede letale del Belgio. Bravo Lukaku a fare un velo in area, dopo un cross basso in mezzo, e Chadli si ritrova ad essere il nuovo eroe nazionale siglando il 3-2 finale.

E’ la Svezia invece a spuntarla nel match che, ai nastri di partenza, era sicuramente il più sorprendente. Non tanto per la Svizzera, abituata nelle ultime edizioni a superare il primo turno, quanto per gli svedesi. Eppure dopo aver estromesso la Germania dal girone ecco che i gialloblu di Andersson fanno un altro passo verso traguardi inimmaginabili ad inizio competizione: a quanto pare l’esclusione di Ibrahimovic e la volontà di puntare su un gruppo unito e pronto al sacrificio è stata vincente. L’organizzazione svedese non dà quasi mai vita a grandi gare (3-0 contro il Messico escluso) ma rende la Svezia un avversario molto ostico. SI è visto molto poco, invece, dalla Svizzera di Petkovic dal quale probabilmente era lecito aspettarsi qualcosa di più soprattutto in fase propositiva. Il gol vittoria, frutto di una sfortunata deviazione, lo sigla Forsberg: giocatore di copertina di questa squadra che ancora, però, non ha fatto vedere grandi numeri.

E sarà l’Inghilterra a sfidare i ragazzi di Andersson nei Quarti di finale. Gli inglesi riescono ad imporsi sulla Colombia dopo una gara tiratissima e molto nervosa. Interventi al limite e contrasti duri diventano ben presto la normalità: la gara è per lunghi tratti bloccata e ci sono pochi spunti interessanti. L’Inghilterra trova il vantaggio su rigore: Sanchez, che causa il secondo rigore in questo Mondiale, strattona vistosamente Kane in area. L’attaccante inglese non sbaglia e sigla il sesto gol nella competizione che lo lancia verso la Scarpa d’Oro. La partita regala ben poco fino agli ultimi dieci finali: prima Uribe impegna Pickford con un fantastico tiro al volo dalla lunga distanza. Dal calcio d’angolo che ne scaturisce arriva il pareggio firmato Mina, terzo gol per il centrale di difesa in questo Mondiale, con un colpo di testa schiacciato su cui sia Trippier che Pickford possono fare molto di più. L’Inghilterra, a un passo dalla qualificazione, scende all’inferno ma regge botta. Sono i rigori a decidere la sorte delle due squadre. Decisivi gli errori di Bacca e Uribe dagli undici metri e i ragazzi di Southgate possono chiudere il quadro dei Quarti di Finale.