Scritto da Alessandro Maria Savoia
Foto: web

Fino ad ora la Russia ci ha regalato un Mondiale affascinante nel quale prevalgono equilibrio e colpi di scena. Tra squadre stanche e arrembanti giovani la strada verso Mosca è quanto mai imprevedibile.

Chi se lo sarebbe aspettato? A guardare la preparazione al Mondiale, e soprattutto lo strapotere con cui aveva conquistato l’ultima Coppa del Mondo e Confederations Cup, nessuno lo avrebbe potuto pronosticare. Eppure la Germania, capitata nel gruppo F insieme a Svezia, Messico e Corea del Sud, non riesce a qualificarsi e saluta il Mondiale ai gironi.

E’ la quarta volta, nelle ultime cinque edizioni della Coppa del Mondo, a salutare al primo turno: aveva aperto la negativa tradizione la Francia nel 2002, seguita dall’Italia nel 2010 e Spagna nel 2014. Questione di cabala, forse. Più probabile che di mezzo ci sia la cronica “mancanza di determinazione” che attanaglia spesso e volentieri i “campioni in carica”.

Se l’uscita di scena dei tedeschi rappresenta di sicuro la sorpresa più grande regalataci da questo Mondiale non si può evitare di notare che le difficoltà riscontrate dalle “big” del mondo sia stata una tendenza riscontrata in generale. L’Argentina ha ottenuto la qualificazione a dieci minuti dal termine dell’ultima gara grazie al gol vittoria di Rojo contro la Nigeria; la Spagna è dovuta passare attraverso il pareggio contro Marocco e una soffertissima vittoria sul coriaceo Iran di Queiroz; il Brasile ha steccato la prima contro la Svizzera per poi riprendersi, più o meno, con due vittorie ma senza convincere. Ed ecco che allora la Coppa del Mondo diventa terreno di conquista per quelle realtà dotate di immense qualità ma spesso non vincenti, o sicuramente “meno quotate”. Parliamo del tanto celebrato Belgio, che già quattro anni fa in Brasile e due anni fa nell’Europeo francese era dato per vincitore o poco meno, che passa il girone a punteggio pieno senza grandi perplessità; dell’Uruguay che strapazza i padroni di casa della Russia e doma in scioltezza l’Arabia Saudita, dopo un avvio claudicante all’esordio contro l’Egitto; della Croazia, mattatrice del gruppo D, dove infligge un pesante 3-0 a Messi&co. che appare come un biglietto da visita di quelli abbastanza pesanti; della Francia che seppur a regime da crociera, vince contro tutti e vola agli Ottavi senza ancora aver mostrato le proprie reali potenzialità; della Svezia che finalmente dimostra al mondo quanto la qualificazione a discapito dell’Italia non sia stata frutto di quella tremenda casualità che rende il calcio così straordinario. In tutto questo s’inseriscono poi Inghilterra e Colombia: la prima, eterna incompiuta, che mostra sprazzi di gran calcio e lacune difensive preoccupanti nell’arco della stessa azione; la seconda che dopo una partenza choc contro il Giappone riprende la strada maestra e riporta in alto le proprie quotazioni passando il proprio girone da prima della classe. E come scordarsi poi del Portogallo: i lusitani appaiono tremendamente Cristiano Ronaldo-centrici. Forse troppo, perché quando l’asso del Real Madrid non gira si fermano anche tutti gli altri.

Gli Ottavi di Finale partiranno sabato 30 giugno. La prima gara sarà tra Francia e Argentina, e rappresenta probabilmente la partita più affascinante tra gli accoppiamenti generati dalla fase a gironi. Esito in bilico, se non altro perché i nomi dell’albiceleste fanno sempre tremare le gambe (Messi su tutti). Eppure la prima fase del Mondiale ci ha restituito un’Argentina semidistrutta, con un allenatore praticamente esonerato e un’autogestione che potrebbe portare a crolli pesantissimi: l’ultima gara contro la Nigeria ha mostrato le varie facce di una squadra che seppur fortissima manca palesemente di una guida tecnica di livello (o per lo meno che goda della fiducia del gruppo). Dall’altra parte la Francia di Deschamps non ha di certo entusiasmato ma ha sia una guida che giocatori dotati di talento. Manca semmai la brillantezza, sia fisica e mentale. Ma non è mai troppo tardi per ritrovarla.

A seguire si affrontano Portogallo e Uruguay. Come detto, per i lusitani molto dipende dalla serata di Cristiano Ronaldo. Magari si potrebbe anche provare a svegliare qualcuno degli altri campioni lì davanti (e non ne mancano): Bernardo Silva e Guedes su tutti devono fare molto di più. L’Uruguay invece ha finito il girone in crescendo: Suarez e Cavani sembrano aver ritrovato feeling e cattiveria sotto porta. Il resto della squadra non manca di qualità, soprattutto in difesa dove Godin e Gimenez formano una coppia tremenda.

Domenica invece aprirà la giornata Spagna-Russia. A proposito di autogestioni: Hierro per lo meno non chiede ai propri giocatori chi debba mettere in campo, ma la situazione spagnola, dati alla mano, non si discosta troppo da quella dei cugini argentini. Per adesso si è visto poco: il passaggio del turno è rimasto in bilico troppo a lungo. In compenso alcuni giocatori sembrano aver piano piano ingranato la marcia giusta: parliamo soprattutto di Andres Iniesta e Isco. I padroni di casa invece hanno subito una brutta battuta d’arresto nell’ultima gara del girone A contro l’Uruguay. Le prime due vittorie potrebbero aver fatto calare il livello d’attenzione, errore che si potrebbe rivelare imperdonabile. L’esame “spagnolo” sarà una prova del nove molto importante per determinare il valore della nazionale di casa.

La sera Croazia-Danimarca. Se dei croati abbiamo già detto quanto abbiano vinto e convinto fino ad ora, mostrando un centrocampo come pochi se ne sono visti fino ad oggi, per i danesi il discorso è leggermente più articolato. Eriksen&co di convinzione ne hanno mostrata poca: dopo la vittoria all’esordio sono arrivati due pareggi contro Australia e Francia. Non si è visto niente di esaltante, compresa la stella del Tottenham che a parte un gran gol contro gli australiani, ha giocato al piccolo trotto. Le potenzialità però ci sono tutte: davanti ad esempio hanno trovato pochissimo spazio Cornelius e Dolberg, prospetti molto più che interessanti. Servirebbe un pizzico di follia.

Lunedì apre le danze Brasile-Messico. Verdeoro chiaramente favoriti, potrebbero subire la pressione come già hanno fatto fino ad ora. Molto dipenderà dalla voglia del reparto offensivo visto che la difesa (col trio consolidato Thiago Silva-Miranda dietro a Casemiro in mediana) ha fatto egregiamente il proprio lavoro. Se Neymar potrebbe apparire offuscato di sicuro non lo è stato Coutinho, vero trascinatore del Brasile in questa rassegna: il trequartista blaugrana pare aver fatto un salto di qualità e caratteriale decisivo. Dall’altra parte il Messico, che dal canto suo ha fatto fuori la Germania superandola prima sul campo (1-0 all’esordio) e poi nella classifica finale. La tricolor gioca bene e combatte ma contro la Svezia il capitombolo è veramente troppo pesante. Segnali di quei limiti che ne fanno da sempre un avversario ostico ma superabile.

La sera invece si affrontano Belgio e Giappone. Abbiamo già parlato dei ragazzi di Martinez, una delle realtà che sono riuscite a confermare (seppur in un girone non impossibile) le proprie qualità. Il gol di Januzaj regala ai Diavoli rossi il primo posto nel girone che però sa di beffa: la parte del tabellone infatti è la stessa di Brasile, Francia, Argentina e Portogallo (per citarne alcune). Si troveranno davanti il Giappone, riuscito a passare grazie alla differenza di ammonizioni rispetto al Sengal: le due squadre sono arrivate appaiate alla fine del girone, sia come punti che come gol e scontri diretti. Ed ecco che improvvisamente evitare un cartellino giallo diventa decisivo. La nazionale nipponica comunque ha mostrato caparbietà e tecnica in un girone, rispetto alle proprie possibilità, sicuramente ostico: ha battuto la Colombia (in dieci gran parte della gara) e riacciuffato il Senegal con un gol nei minuti finali. Potrebbe sembrare un avversario facilmente superabile ma non lo è affatto: sanno sfruttare benissimo le ripartenze e hanno una disciplina totale.

Martedì 3 luglio invece si parte con Svezia-Svizzera. Al di là dell’assonanza due squadre molto diverse. La Svezia è la vera sorpresa del mondiale: i più cattivelli insinuano che la mancanza di Ibrahimovic sia stata un toccasana per i gialloblu. La nazionale svedese non è capace di farci esaltare col bel gioco ma in quanto a concretezza ha poche rivali: ha battuto la Corea del Sud e il Messico senza grossi problemi (ed è già parecchio) ed è uscita sconfitta contro la Germania grazie ad un gol nel recupero e dopo essersi vista negare un rigore abbastanza netto. La Svizzera dal canto suo ha chiuso il girone imbattuta: ha domato il Brasile (1-1) e la Serbia (2-0) per poi vedersi raggiungere in zona Cesarini da una Costa Rica generosa ma già eliminata (2-2). I ragazzi di Petkovic sono partiti in sordina ma i Quarti di finale sono ad un passo.

Chiude gli Ottavi di finale Colombia-Inghilterra. Partita molto equilibrata e che promette di regalare grande spettacolo. Se non altro perché entrambe le squadre dietro vacillano parecchio. La solidità difensiva dell’Inghilterra è solo apparente anche se Stones e Walker appaiono in un discreto stato di forma. Tutto il paese comunque spera nei gol di Harry Kane, arrivato già a quota 5 (capocannoniere). Dall’altra parte, come già accennato, la Colombia appare in buona forma, soprattutto nei suoi migliori uomini: Cuadrado e Rodriguez hanno confezionato due ottime gare nelle ultime due. Falcao poi è garanzia di esperienza e gol.

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